Titolo visualizzato | Luce stroboscopica |
Criterio di ordinamento predefinito | Luce stroboscopica |
Lunghezza della pagina (in byte) | 10 545 |
ID namespace | 0 |
ID della pagina | 155179 |
Lingua del contenuto della pagina | it - italiano |
Modello del contenuto della pagina | wikitesto |
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Creatore della pagina | GorillaK2 (rosica | curriculum) |
Data di creazione della pagina | 17:29, 17 mar 2015 |
Ultimo contributore | Executive2 (rosica | curriculum) |
Data di ultima modifica | 14:34, 3 gen 2023 |
Numero totale di modifiche | 15 |
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Descrizione | Contenuto |
Article description: (description ) This attribute controls the content of the description and og:description elements. | Per luce stroboscopica si intende una luce che proviene da fonti strobittenti®, ossia intermittenti in maniera decisamente stronzetta. Viene usata soprattutto nelle discoteche, ma trova impiego anche durante le torture a Guantanamo e nei film horror, nella classica scena in cui la vittima entra in una stanza con luci che vanno e vengono nella quale non possono mancare altri due elementi fondamentali: la presenza dell'assassino e una porta che non si apre. Il termine "stroboscopica" viene dalla Cirenaica, o comunque dalla provincia di Siracusa, ed è composto da strò (che è il rumore che fa il nervo ottico quando si lacera), boh (che indica l'incertezza delle cause), scopi (che è una palese richiesta anche in assenza di punto interrogativo) e ccà (che stabilisce un luogo nelle immediate vicinanze ove compiere l'atto). Alcuni medici molto qualificati sostengono che la prolungata esposizione ad una sorgente stroboscopica può causare vari problemi, uno di questi è il blocco della mandibola nei Carabinieri, perché quando si avvedono del flash intermittente iniziano a sorridere ripetutamente pensando alle fotografie[1]. Purtroppo non è l'unico effetto collaterale segnalato, la lampada risulta dannosa anche per i soggetti epilettici, e questo ci porta ad una considerazione scientifica inoppugnabile: |