Logorrea: differenze tra le versioni

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La '''logorrea''' (dal [[greco]] ''λογορροια'', in [[inglese]] ''Logorrhoea'', [[tedesco]] ''Logorrhoe'', [[francese]] ''Logorrhée'', [[olandese]] ''Logorroe'', [[russo]] ''Логорея'', in [[eschimese]] non c'è perché non hanno una parola per identificare tale termine) è definita come un "flusso eccessivo di parole", derivante dalle parole ''λόγος'' (termine greco per individuare in italiano la parola ''parola'', in inglese ''word'', in tedesco ''wort'', in francese ''mot'', in spagnolo ''palabra'', in giapponese 語, in ucraino Слово, in vichingo non c'è perché i vichinghi comunicavano con i cazzotti) e ''ῥέω'' (termine greco per individuare lo scorrere del tempo, dei fluidi, insomma un flusso di qualcosa che può essere sia reale che immaginifico, individuando quindi uno scorrimento in senso lato). La definizione esposta precedentemente è sostanzialmente la definizione di tipo semantico glottologico, il quale mostra l'origine del termine, la sua etimologia ed il suo significato più recondito, trascurando quindi quelle che sono le interpretazioni successive o non ufficiali, come quelle del Rinascimento fiammingo. Tale definizione è in accordo con la teoria dominante presente nella glottologia e anche con quello che c'è scritto sul Dizionario Garzanti. Le correnti minoritarie della glottologia moderna sostengono però, senza timore di esser fraintesi, che il termine logorrea abbia un significato più vicino a esperienze fisiche, quali l'alitosi, già presente nell'antica Grecia e diffusosi poi in tutte le regioni del Mediterraneo. Secondo altri invece la logorrea, nell'antichità classica, aveva il solo scopo di individuare in maniera equivocabile una caratteristica peculiare dei politici delle poleis greche, quali Pericle o Alcibiade, o gli oratori dei fori romani, quali Cicerone o Catone. In tale contesto quindi, il termine logorrea ha un'accezione indubbiamente positiva, poiché indica un individuo di grande levatura sociale e conseguentemente di grande spessore culturale, in grado di sostenere lunghe conversazioni senza timor di fallo o di annoiare il pubblico, al solo scopo di persuadere e convincere l'uditorio, o a scopo politico o a scopo giuridico o a scopo denigratorio o semplicemente per sapere raccontare correttamente una barzelletta, in modo quindi da risultare più amabile ai più.
La '''logorrea''' (dal [[greco]] ''λογορροια'', in [[inglese]] ''Logorrhoea'', [[tedesco]] ''Logorrhoe'', [[francese]] ''Logorrhée'', [[olandese]] ''Logorroe'', [[russo]] ''Логорея'', in [[eschimese]] non c'è perché non hanno una parola per identificare tale termine) è definita come un "flusso eccessivo di parole", derivante dalle parole ''λόγος'' (termine greco per individuare in italiano la parola ''parola'', in inglese ''word'', in tedesco ''wort'', in francese ''mot'', in spagnolo ''palabra'', in giapponese 語, in ucraino Слово, in vichingo non c'è perché i vichinghi comunicavano con i cazzotti) e ''ῥέω'' (termine greco per individuare lo scorrere del tempo, dei fluidi, insomma un flusso di qualcosa che può essere sia reale che immaginifico, individuando quindi uno scorrimento in senso lato). La definizione esposta precedentemente è sostanzialmente la definizione di tipo semantico glottologico, il quale mostra l'origine del termine, la sua etimologia ed il suo significato più recondito, trascurando quindi quelle che sono le interpretazioni successive o non ufficiali, come quelle del Rinascimento fiammingo. Tale definizione è in accordo con la teoria dominante presente nella glottologia e anche con quello che c'è scritto sul Dizionario Garzanti. Le correnti minoritarie della glottologia moderna sostengono però, senza timore di esser fraintesi, che il termine logorrea abbia un significato più vicino a esperienze fisiche, quali l'alitosi, già presente nell'antica Grecia e diffusosi poi in tutte le regioni del Mediterraneo. Secondo altri invece la logorrea, nell'antichità classica, aveva il solo scopo di individuare in maniera equivocabile una caratteristica peculiare dei politici delle poleis greche, quali Pericle o Alcibiade, o gli oratori dei fori romani, quali Cicerone o Catone. In tale contesto quindi, il termine logorrea ha un'accezione indubbiamente positiva, poiché indica un individuo di grande levatura sociale e conseguentemente di grande spessore culturale, in grado di sostenere lunghe conversazioni senza timor di fallo o di annoiare il pubblico, al solo scopo di persuadere e convincere l'uditorio, o a scopo politico o a scopo giuridico o a scopo denigratorio o semplicemente per sapere raccontare correttamente una barzelletta, in modo quindi da risultare più amabile ai più.



In senso lato, o sotto un altro punto di vista, si definisce logorrea una caratteristica tipica di individui che parlano molto, che discutono spesso, in maniera animosa o non. Il tono della discussione è può calmo e pacato ma sostanzialmente può anche non esserlo, portando l'individuo a discutere in maniera animosa pur di dar ragione alle proprie opinioni e tesi.
In senso lato, o sotto un altro punto di vista, si definisce logorrea una caratteristica tipica di individui che parlano molto, che discutono spesso, in maniera animosa o non. Il tono della discussione è può calmo e pacato ma sostanzialmente può anche non esserlo, portando l'individuo a discutere in maniera animosa pur di dar ragione alle proprie opinioni e tesi.