Johann Wolfgang von Goethe: differenze tra le versioni

m
Annullate le merdifiche di Nevosinter (rosica), riportata alla versione precedente di AutoImport
m (Annullate le merdifiche di Nevosinter (rosica), riportata alla versione precedente di AutoImport)
Etichette: Rimosso rimpallo Rollback
 
(15 versioni intermedie di 10 utenti non mostrate)
Riga 1:
{{FA|pl}}
{{Cit2|Vedi Napoli e poi muori. No, sul serio ragazzi, me la sono cavata per un pelo.|Goethe sulla sua visita a [[Napoli]].}}
{{Cit2|Sí, lo finisco domani...|Johann Wolfgang von Goethe sul [[Faust]].}}
Line 13 ⟶ 14:
Nato a [[Francoforte sul Meno]], il piccolo Johann venne soprannominato "[[Highlander]]" dai genitori, perché, mentre tutti i loro cinque figli successivi morirono pochi giorni dopo la loro nascita, lui sopravvisse senza problemi, l´unico della prole ad eccezione della sorella Cornelia Friederike Christiana<ref>Che comunque tirò le cuoia a 27 anni.</ref>. I primi anni della sua vita furono molto difficili, perché i suoi parenti avevano grandi aspettative per lui: a tre anni, il padre gli regalò per Natale un teatro di [[marionette]], costringendolo a comporre un´opera in terzine incatenate in endecasillabi sciolti per intrattenerlo durante l´ora di pranzo. Il povero Johann non aveva ancora capito come usare correttamente il vasino, ma, sotto la minaccia di non poter più giocare con il [[Game boy]], scrisse la [[Divina Commedia]] con il contenuto dei suoi pannolini. Ma nonostante l´immensa mole di lavoro, il piccolo Johann non ottenne altro che una denuncia per [[plagio]], fu messo in [[castigo]] per due settimane, e mandato a letto senza cena.
 
Diventato iperpoliglotta<ref>Vuol dire sapere più di sei lingue.</ref> a sette anni, avrebbe il potenziale per essere un professore universitario a undici, ma, poiché l´insegnamento non è la sua vera passione, lascia perdere questa strada, e si allena quindi a diventare una [[velina]], in vista delle nuove selezioni previste a Francoforte.[[File:Picasso-periodo-cubista.jpg|right|thumb|260px|[[Pablo Picasso]] ebbe più fortuna di Goethe alle selezioni di [[Malaga]] del 1920. Johann commentò sprezzante dall´Oltretomba: "Ero molto più figa io".]]. Sfortunatamente, non avendo né il fisico, né la grazia, né tanto meno [[tette|altre qualità]] per questo mestiere, viene liquidato da un allora giovanissimo [[Ezio Greggio]], che lo sbologna con uno sprezzante "Se vuoi, puoi aiutare dietro le quinte". Inutile dire che questa umiliante esperienza condizionerà moltissimo il piccolo Johann, che si nasconderà dietro i suoi libri per molti anni, finché la madre non lo chiamerà perché la cena si stava raffreddando.
 
Ormai adolescente, Johann deve decidere cosa vuole fare nella vita. Egli vorrebbe seguire i corsi di [[letteratura]] classica e [[retorica]] a [[Gottinga]], non perché era interessato alla materia, ma perché la Gottinga di allora era un po´ la [[Las Vegas]] di adesso; ma il padre, che evidentemente voleva bene al figlio quanto ad una [[colica renale]], lo convinse con le sue grandi capacità oratorie a studiare [[diritto]] a [[Lipsia]].
Line 31 ⟶ 32:
Tornato a casa, Johann sta malissimo: soffre di coliche, vomita sangue, deve sottoporsi ad un intervento chirurgico al collo e ha una forma compulsiva di [[diarrea|diarrea lancinante]]. Ormai convinto di avere i giorni contati, si rintana nel letto in camera sua, passando i pomeriggi su [[Chatroulette]] e leggendo [[Topolino (fumetto)|Topolino]]. Per quanto sembri paradossale, i giorni in cui poteva morire da un momento all'altro furono i più felici per Goethe, il che fa capire quanto triste sia la sua intera esistenza. Ma la madre, che col passare del tempo si era convinta che il figlio stesse facendo finta per poter bigiare la scuola, gli somministrò a viva forza una [[supposta]] e lo spedì a [[Strasburgo]], convinta che così il figlio potesse terminare l´[[università]], trovare un lavoro, magari portare a casa due lire e perdere cinque chili.
 
Così un ancora infermo Goethe si mise a studiare con [[profitto]] materie come [[Lingua francese|francese]] e letteratura classica, rimpiangendo comunque quei bellissimi pomeriggi passati in casa ad ammazzarsi di [[pippe]]. In questo periodo, Johann incontrò moltissimi luminari tedeschi, e rimase colpito soprattutto da un racconto risalente al ´600, "La tragica storia del dottor Faust". La lettura di quest'opera lo influenzò moltissimo, e quindi iniziò a riscrivere la stessa opera chiamandola semplicemente "Faust", o, come è più comunemente ricordata, "l´opera più lunga e prolissa dai tempi della [[Bibbia]]". [[File:Andreotti.jpg|left|200px|thumb|Faust, in un ritratto dell´epoca.]] Infatti, quando inizia la prima stesura, Goethe ha meno di vent'anni. Completerà il suo lavoro solo sessant'anni più tardi, consegnando al suo editore un malloppo di migliaia di pagine, dicendo: "Scusa se c´ho messo un po´, ma la storia mi ha preso troppo". Grazie a questo, fu suo il premio di "Autore con più ampio ritardo nel finire un libro", record soffiatogli qualche secolo dopo da [[Christopher Paolini]].
 
Ma la vita di Goethe a Strasburgo non fu solo studio e lettura. Infatti, sappiamo di lui che ha passato un buon ammontare di tempo con tale Friederike Brion, un´avvenente ragazza la cui facilità a smollarla era conosciuta in tutta la [[Foresta Nera]]. La sua frequentazione con lei coincise con un nuovo aumento della vena poetica del ragazzo: a lei dedica infatti numerose [[Poesia lirica|liriche]], le quali ebbero più fortuna delle precedenti; nel senso che, mentre le precedenti furono lo [[zimbello]] di tutti gli scrittori contemporanei, queste non videro mai la luce del sole, ma solo quella del fuoco mentre venivano bruciate da Goethe stesso.
Line 39 ⟶ 40:
{{dialogo2|Goethe|Ah, quanto forte e profondo il mio amore per te! Potesse il cielo aprirsi, e portarci nel Paradiso Terrestre, solo noi due, per sempre, ad amarci e a comprenderci vicendevolmente, fino alla fine dei tempi.|Friederike|[[incinta|Sono in ritardo.]]}}
{{dialogo2|Goethe|Ecco, devo proprio andare.}}
[[File:Goethe2.jpg|thumb|right|200px|Goethe, dopo l´ annuncio di Friederike, cerca di trovare una via di fuga analizzando la stanza.]]
Ma nonostante tutto, i due si rincontreranno amichevolmente otto anni dopo, Friederike in compagnia del suo bambino di sette anni.
 
Line 64 ⟶ 65:
{{quote|Ehi bella, perché non mi fai ballare sotto le lenzuola?}}
 
Venne sbattuto fuori a calci in culo, ma non prima che il taverniere [[File:Goethe.jpg|thumb|left|250px|Goethe mentre si chiede pensieroso come cavolo haabbia fatto a finire in [[Portogallo]].]]ebbe soddisfatto la sua richiesta.
Trovò in seguito molte difficoltà ad orientarsi, tanto che dopo un po´ ritornò al confine con la Germania. Dopo aver notato che la mappa era al contrario, si rese conto che il nord era in alto e il sud in basso, riuscendo così a raggiungere [[Venezia]], Roma e [[Caltanissetta]], dove restò per ben due anni. Alla fine, visto che ancora non aveva imparato a parlare, decise di andarsene pure dall'Italia per tornare a Weimar, a scrivere altre opere letterarie. O [[grattarsi|grattarsi le palle]], non ricordo.
 
Line 89 ⟶ 90:
Questo romanzo tratta della storia di Edoardo, Carlotta, il Capitano<ref>All´anagrafe Antonio G. Capitano.</ref> e Ottilia. Edoardo e Carlotta sono dei tranquilli sposini che vivono in un normale castello, finché, un giorno, non decidono di invitare senza alcun motivo apparente un vecchio amico di Edoardo e la figlia della migliore amica di Carlotta. [[File:Beautiful.jpg|thumb|right|150px|La copertina del romanzo.]]
 
A questo punto il romanzo prende una piega [[scambista]], in quanto Edoardo tradisce Carlotta con Ottilia, mentre Carlotta tradisce Edoardo con il Capitano, che tradisce Carlotta con Edoardo, che tradisce il Capitano con [[beautiful|Brook]]. Ad un certo punto Carlotta impazzisce e uccide Ottilia, per poi rimanere [[incinta]] del Capitano e causare il [[suicidio]] di Edoardo raccontandogli della morte di Ottilia. Alla fine impazzisce anche Carlotta<ref>Sì, di nuovo.</ref>, suicidandosi dopo aver partorito il figlio del Capitano. Per via della sua trama a dir poco contorta, questo romanzo era il preferito di tutte le casalinghe ciccione del ´700, che potevano così sopperire alla mancanza di [[Uomini e Donne]] con la lettura.
 
==== Faust ====
{{vedianche|Faust}}
 
Considerato il capolavoro di Goethe. Un giorno, [[Dio]] e [[MefistoleDiavolo|Mefistofele]], annoiati dalla vita normale, decidono di fare una scommessa: Dio scommette che MefistoleMefistofele non potrà mai condurre al peccato Faust, un uomo molto pio e con una pazienza da [[guinness]], e che se ce la farà potrà prendersi la sua anima all'Inferno.
 
Da questo punto in poi, tutto il romanzo consiste nel vedere questo povero cristo di Faust sorbirsi tutte le punizioni e i dolori che il diavolo può inventarsi, senza sapere il perché, e senza potersi lamentare, perché questa è "la volontà di Dio". Alla fine Faust, dopo essere stato pure accecato, si sfoga finalmente contro il [[fato]] e il [[destino]] bestemmiando come un [[turco]], e viene quindi rapito dal [[demonio]]. Solo attraverso un complicato cavillo, Dio riesce a salvare Faust e a trascinarlo in [[Paradiso]], anche se lui comunque avrebbe preferito schiattare in santa pace.
 
== Curiosità ==
Line 107 ⟶ 108:
 
== Note ==
{{legginote}}
{{note|2}}
 
Riga 113:
{{germania}}
 
{{DEFAULTSORT:von Goethe, Johann Wolfgang}}
[[Categoria:depressi]]
[[Categoria:crukkiScrittori]]
[[Categoria:scrittoriTedeschi]]
[[Categoria:depressiDepressi]]
 
[[cs:Johann Wolfgang von Goethe]]