Jesi: differenze tra le versioni

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==Storia==
==Storia==
===Fondazione===
===Fondazione===
La [[leggenda]] vuole che Jesi fu fondata, senza bene saperne il perché, da un celeberrimo re [[Grecia|ellenico]], tanto noto che nessuno ne ricorda il nome, ma che spiegherebbe il perché dell'autocelebrativa definizione di "''città regia''" che l’ha accompagnata per tutto il [[medioevo]].<br />In realtà nessun greco è mai arrivato sino lì, fatta eccezione per un marinaio della linea adriatica che nel [[2004]] sbarcò ad Ancona e si perse nell’entroterra a causa di un eccessivo consumo di Ouzo.
La [[leggenda]] vuole che Jesi fu fondata, probabilmente per un errore di mira, da un celeberrimo re [[Grecia|ellenico]], tanto noto che nessuno ne ricorda il nome, ma che spiegherebbe il perché dell'autocelebrativa definizione di "''città regia''" che l’ha accompagnata per tutto il [[medioevo]].<br />In realtà nessun greco è mai arrivato sino lì, fatta eccezione per un marinaio della linea adriatica che nel [[2004]] sbarcò ad Ancona e si perse nell’entroterra a causa di un eccessivo consumo di Ouzo.


Gli storici sostengono invece che nella zona di Jesi qualcuno c'è sempre campato finché il luogo divenne l’ultima frontriera degli [[Etruschi|Umbri-Etruschi]] contro l’espansione dei [[Terrone|Terroni-Piceni]].<br />La guerra per la conquista del territorio fu lunga e senza esclusione di colpi. Degne di menzione sono le seguenti sanguinose battaglie:
Gli storici sostengono invece che nella zona di Jesi qualcuno c'è sempre campato finché il luogo divenne l’ultima frontriera degli [[Etruschi|Umbri-Etruschi]] contro l’espansione dei [[Terrone|Terroni-Piceni]].<br />La guerra per la conquista del territorio fu lunga e senza esclusione di colpi. Degne di menzione sono le seguenti sanguinose battaglie:
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==Amministrazione==
==Amministrazione==
Dai tempi di Federico II, Jesi è stata governata da personalità progressiste e anticlericali, comunemente definite [[Comunista|comuniste]]. Sempre, senza alcuna eccezione; tanto che le strade richiamano tutte un certo tipo di personaggi, come via [[Gramsci]], corso [[Giacomo Matteotti|Matteotti]] o largo [[Salvador Allende]]. Pochissimi hanno posto obiezioni a riguardo e chi ha osato farlo si trova attualmente in fondo a Ripa Bianca, la [[foiba]] locale.<br />Giusto al fine di provare un piccolo brivido d’incertezza alle ultime elezioni la sinistra ha deciso di spaccarsi. Da una parte la lista di centro-sinistra, capeggiata da un rappresentante del [[Pd]] e sostenuta unicamente ma compattamente dal Pd. Dall’altra una lista di sinistra-centro, capeggiata da un rappresentante del Pd e sostenuta unicamente ma compattamente dal Pd. Come terzo incomodo una lista ''omnibus'' capeggiata da un tizio e sostenuta da tutte le opposizioni: da [[Italia dei Valori|Di Pietro]] al [[Pdl]], dai [[Partito Radicale|Radicali]] all’[[UDC]], da [[Vendola]] alla [[Lega Nord]] e da [[Rifondazione Comunista|Rifondazione]] a [[Forza Nuova]]. Vinse il candidato del Pd col 51%, secondo il candidato del Pd col 49% e terzo il terzo incomodo (che se si era chiamato così ci sarà pure un perché) con un voto, il suo.
Dai tempi di Federico II, Jesi è stata governata da personalità progressiste e anticlericali, comunemente definite [[Comunista|comuniste]]. Sempre, senza alcuna eccezione; tanto che le strade richiamano tutte un certo tipo di personaggi, come via [[Gramsci]], corso [[Giacomo Matteotti|Matteotti]] o largo [[Salvador Allende]]. Pochissimi hanno posto obiezioni a riguardo e chi ha osato farlo si trova attualmente in fondo a Ripa Bianca, la [[foiba]] locale.<br />Giusto al fine di provare un piccolo brivido d’incertezza alle ultime elezioni la sinistra ha deciso di spaccarsi. Da una parte la lista di centro-sinistra, capeggiata da un rappresentante del [[Pd]] e sostenuta unicamente ma compattamente dal Pd. Dall’altra una lista di sinistra-centro, capeggiata da un rappresentante del Pd e sostenuta unicamente ma compattamente dal Pd. Come terzo incomodo una lista ''omnibus'' capeggiata da un tizio e sostenuta da tutte le opposizioni: da [[Italia dei Valori|Di Pietro]] al [[Pdl]], dai [[Partito Radicale|Radicali]] all’[[UDC]], da [[Vendola]] alla [[Lega Nord]] e da [[Rifondazione Comunista|Rifondazione]] a [[Forza Nuova]]. Vinse il candidato del Pd col 51%, secondo il candidato del Pd col 49% e terzo il terzo incomodo (che se si era chiamato così ci sarà pure un perché) con un voto, il suo.

{{Recentismo}}
Incredibile, il [[Scoreggia|vento]] del cambiamento è arrivato anche a Jesi!<br>Alle elezioni amministrative del [[2012]] il candidato espressione del centro-sinistra è stato sorprendentemente sconfitto al ballottaggio da una lista civica apolitica e apartitica che ha espresso come sindaco un volto nuovo, già assessore nell'ultima amministrazione di centro-sinistra! Ah, ehm... Come non detto. Tutto a norma!


==Sport==
==Sport==
Lo [[sport]] più amato in quel di Jesi, incredibile a dirsi, è la [[scherma]]. Dato che è praticato in tutto il mondo da circa una dozzina di atleti, per una legge della statistica ha portato in città innumerevoli trionfi, tanto che attualmente si contano 1,3 medaglie d’oro per abitante (considerando solo quelle [[Olimpiadi|olimpiche]]). Le medaglie d’argento vengono regalate ogni giovedì dai cartolai come inserto de [[l'Unità]]; mentre quelle di bronzo vengono utilizzate come sostituti dei sampietrini divelti quando si devono ripavimentare le strade. L’altra maggiore scuola italiana di scherma è quella di [[Livorno]], fatto che fa supporre sia una pratica per soli bolscevichi usi all'esclamare "''Boia de''"<ref>I livornesi la finiscono lì, mentre gli jesini ci aggiungono un soggetto, normalmente l'[[Dio|Altissimo]].</ref>.<br />L’apice della notorietà che questo sport ha regalato alla città ci fu nell’Olimpiade di [[Atene]] del 2004. In quell’occasione infatti alla finalissima arrivarono le due jesine e condòmine [[Valentina Vezzali]] {{Dimensione|80%|(già oro individuale nel 2000 e poi nel 2008, e oro squadre nel ’96 e nel 2000)}} e [[Giovanna Trillini]] {{Dimensione|80%|(oro individuale nel ’92, e oro a squadre nel ’96 e nel 2000)}} entrambe allenate dallo jesino [[Stefano Cerioni]] {{Dimensione|80%|(oro a squadre nell’84 e individuale nell’88)}}<ref>Se volete sapere pure gli argenti andate su Wikepedia dotati di penna e molta carta!</ref>. Era la prima volta nella storia che due concittadini si sfidavano in una finale olimpica, un evento più unico che raro.<br />Il pianerottolo era spaccato e si registrarono innumerevoli lanci di uova marce tra un balcone e l’altro, fatto che occupò le successive dodici [[Riunione di condominio|riunioni di condominio.]]<br />Invece la città era molto più compatta.<br />Giovanna era simpatica, umile e insegnava la scherma ai bambini jesini. Inoltre era una compagna e aveva il giusto physique du rôle della vera donna marchigiana: una silhouette da scaricatore di porto e capace di plurifratturarti la mandibola con un solo buffetto.<br />Invece Valentina:
Lo [[sport]] più amato in quel di Jesi, incredibile a dirsi, è la [[scherma]]. Dato che è praticato in tutto il mondo da circa una dozzina di atleti, per una legge della statistica ha portato in città innumerevoli trionfi, tanto che attualmente si contano 1,3 medaglie d’oro per abitante (considerando solo quelle [[Olimpiadi|olimpiche]]). Le medaglie d’argento vengono regalate ogni giovedì dai cartolai come inserto de [[l'Unità]]; mentre quelle di bronzo vengono utilizzate come sostituti dei sampietrini divelti quando si devono ripavimentare le strade. L’altra maggiore scuola italiana di scherma è quella di [[Livorno]], fatto che fa supporre sia una pratica per soli bolscevichi usi all'esclamare "''Boia de''"<ref>I livornesi la finiscono lì, mentre gli jesini ci aggiungono un soggetto, normalmente l'[[Dio|Altissimo]].</ref>.<br />L’apice della notorietà che questo sport ha regalato alla città ci fu nell’Olimpiade di [[Atene]] del 2004. In quell’occasione infatti alla finalissima arrivarono le due jesine e condòmine [[Valentina Vezzali]] {{Dimensione|80%|(già oro individuale nel 2000 e poi nel 2008, oro squadre nel ’96 e nel 2000, atleta più medagliata della storia olimpica italiana, nonché futura portabandiera a [[Londra]] 2012)}} e [[Giovanna Trillini]] {{Dimensione|80%|(oro individuale nel ’92, oro a squadre nel ’92, nel ’96 e nel 2000, seconda atleta italiana più medagliata di sempre e già portabandiera ad [[Atlanta]] ’96)}} entrambe allenate dallo jesino [[Stefano Cerioni]] {{Dimensione|80%|(oro a squadre nell’84 e individuale nell’88)}}<ref>Se volete sapere pure gli argenti andate su Wikepedia dotati di penna e molta carta!</ref>. Era la prima volta nella storia che due concittadini si sfidavano in una finale olimpica, un evento più unico che raro.<br />Il pianerottolo era spaccato e si registrarono innumerevoli lanci di uova marce tra un balcone e l’altro, fatto che occupò le successive dodici [[Riunione di condominio|riunioni di condominio.]]<br />Invece la città era molto più compatta.<br />Giovanna era simpatica, umile e insegnava la scherma ai bambini jesini. Inoltre era una compagna e aveva il giusto physique du rôle della vera donna marchigiana: una silhouette da scaricatore di porto e capace di plurifratturarti la mandibola con un solo buffetto.<br />Invece Valentina:
#era di origini [[Emilia-Romagna|emiliane]] (orrore!)
#era di origini [[Emilia-Romagna|emiliane]] (orrore!)
#aveva sposato un terrone (affronto!)
#aveva sposato un terrone (affronto!)
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#era [[Elettore berlusconiano|filo berlusconiana]] (al rogo, al rogo!)
#era [[Elettore berlusconiano|filo berlusconiana]] (al rogo, al rogo!)
[[Video:Valentina Vezzali e Silvio Berlusconi a Porta a Porta|right|thumb|350px|[[AAAAAAAAA!|Aaah!]] Traditrice senza vergogna!]]
[[Video:Valentina Vezzali e Silvio Berlusconi a Porta a Porta|right|thumb|350px|[[AAAAAAAAA!|Aaah!]] Traditrice senza vergogna!]]
Naturalmente vinse la Vezzali.<br />Il giorno seguente Jesi fu invasa da decine di giornalisti della [[Gazzetta dello Sport]], decisi a intervistare i sicuramente orgogliosi e festanti abitanti della città della scherma. Fermarono tutti i passanti chiedendo loro: "''Cosa prova sapendo che siete sulla bocca degli sportivi di tutto il mondo?''", ottenendo sempre la medesima risposta: "''Ma vattene a [[fanculo]] te e la Vezzali!''".<br />Agli ultimi mondiali di [[Parigi]] si è messa in luce una nuova giovane fiorettista jesina Doc, [[Elisa Di Francisca]] divenuta campionessa iridata battendo in finale Valentina Vezzali. Se a [[Londra]] 2012 dovesse perdere anche lei contro quella baciapile si preannuncia il [[suicidio]] di massa dell’intera la città.
Naturalmente vinse la Vezzali.<br />Il giorno seguente Jesi fu invasa da decine di giornalisti della [[Gazzetta dello Sport]], decisi a intervistare i sicuramente orgogliosi e festanti abitanti della città della scherma. Fermarono tutti i passanti chiedendo loro: "''Cosa prova sapendo che siete sulla bocca degli sportivi di tutto il mondo?''", ottenendo sempre la medesima risposta: "''Ma vattene a [[fanculo]] te e la Vezzali!''".<br />Agli mondiali di [[Parigi]] del [[2009]] si è messa in luce una nuova giovane fiorettista jesina Doc, [[Elisa Di Francisca]] divenuta campionessa iridata battendo in finale Valentina Vezzali. Purtroppo alla successiva edizione iridata venne sconfitta alla finalissima sempre dall'antipatica concittadina. Se a [[Londra]] 2012 dovesse perdere anche lei contro quella baciapile si preannuncia il [[suicidio]] di massa dell’intera la città.


Il secondo sport più seguito è sicuramente il [[basket]]. Questo perché, per una volta, per un anno soltanto, la squadra locale è riuscita a raggiungere la serie A1. Quella stagione fu memorabile: la formazione jesina giunse ultima perdendo tutte le partite, ma con due punti a referto. Erano quelli attribuiti a tavolino dalla federazione alla squadra col maggior fair play. Il titolo fu strameritato, poiché i giocatori jesini promisero che ogni volta che avessero perso con meno di 30 punti di scarto avrebbero pagato da bere a tutti i presenti nel palazzetto. L'evento, di per sé molto improbabile, fu raggiunto solo in una circostanza per un'evidente bastardata degli avversari, i quali negli ultimi minuti realizzarono ben diciotto autocanestri, tutti palesemente volontari.
Il secondo sport più seguito è sicuramente il [[basket]]. Questo perché, per una volta, per un anno soltanto, la squadra locale è riuscita a raggiungere la serie A1. Quella stagione fu memorabile: la formazione jesina giunse ultima perdendo tutte le partite, ma con due punti a referto. Erano quelli attribuiti a tavolino dalla federazione alla squadra col maggior fair play. Il titolo fu strameritato, poiché i giocatori jesini promisero che ogni volta che avessero perso con meno di 30 punti di scarto avrebbero pagato da bere a tutti i presenti nel palazzetto. L'evento, di per sé molto improbabile, fu raggiunto solo in una circostanza per un'evidente bastardata degli avversari, i quali negli ultimi minuti realizzarono ben diciotto autocanestri, tutti palesemente volontari.
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Terzo in ordine di importanza viene il [[volley]], specificatamente quello femminile.<br />Questo in virtù del fatto che il più ricco industriale della città ha una passione smodata per questo sport, tanto che all’inizio del nuovo millennio acquistò l’intera nazionale italiana neo campione del mondo, più le capitane degli [[Stati Uniti]] (secondi), di [[Cuba]] (terzi) e del [[Brasile]] (quarti).<br />Fu un decennio di assoluto predominio sul patrio suolo, in cui ogni singolo anno la formazione jesina arrivò in finale sia dello Scudetto che della Coppa Italia. Il destino rio e beffardo<ref>Oltre che un'indubbia [[Coglione|coglionaggine]] di fondo...</ref> volle però che venissero immancabilmente sconfitte da squadre sempre diverse e che, con ogni probabilità, passavano di là per caso.<br />Dopo una decade di secondi posti e di investimenti pari al [[Pil]] della regione, durante il quale si portò a casa solo l’equivalente di una umiliante [[coppa Uefa]], al presidente si smerigliarono i coglioni e decise di retrocedere volontariamente la squadra in B2 dove attualmente occupa, giustamente, la seconda posizione.
Terzo in ordine di importanza viene il [[volley]], specificatamente quello femminile.<br />Questo in virtù del fatto che il più ricco industriale della città ha una passione smodata per questo sport, tanto che all’inizio del nuovo millennio acquistò l’intera nazionale italiana neo campione del mondo, più le capitane degli [[Stati Uniti]] (secondi), di [[Cuba]] (terzi) e del [[Brasile]] (quarti).<br />Fu un decennio di assoluto predominio sul patrio suolo, in cui ogni singolo anno la formazione jesina arrivò in finale sia dello Scudetto che della Coppa Italia. Il destino rio e beffardo<ref>Oltre che un'indubbia [[Coglione|coglionaggine]] di fondo...</ref> volle però che venissero immancabilmente sconfitte da squadre sempre diverse e che, con ogni probabilità, passavano di là per caso.<br />Dopo una decade di secondi posti e di investimenti pari al [[Pil]] della regione, durante il quale si portò a casa solo l’equivalente di una umiliante [[coppa Uefa]], al presidente si smerigliarono i coglioni e decise di retrocedere volontariamente la squadra in B2 dove attualmente occupa, giustamente, la seconda posizione.


Al quarto posto tra gli sport preferiti viene il [[calcio]]. Questo non grazie ai risultati della squadra locale - che in 173 anni di storia non ha mai vinto nemmeno un incontro tra scapoli e ammogliati - ma in quanto la città ha dato i natali agonistici a due campioni del calibro di [[Roberto Mancini]] e di [[Luca Marchegiani]], fatto di cui i tifosi vanno enormemente fieri. Sappiate che è assolutamente inutile ricordare loro che di Marchegiani [[A nessuno importa|nessuno se ne ricorda]] e che Mancini sta sul cazzo a tutta Italia, perché non vi crederanno.<br />Unico aspetto rilevante della storia calcistica jesina è l’atavica faida con i Sanbenedettesi. Questa rivalità, che nel tempo ha causato più morti della bomba di [[Hiroshima]], ha radici antiche ma soprattutto ignote, dato che [[San Benedetto del Tronto|San Benedetto]] dista da Jesi più o meno come la periferia di [[Mosca (città)|Mosca]] e che le due formazioni sono state per il 97% della loro storia in campionati differenti<ref>Solitamente la Samb otto categorie sopra</ref>.
Al quarto posto tra gli sport preferiti viene il [[calcio]]. Questo non grazie ai risultati della squadra locale - che in 173 anni di storia non ha mai vinto nemmeno un incontro tra scapoli e ammogliati - ma in quanto la città ha dato i natali agonistici a due campioni del calibro di [[Roberto Mancini]] e di [[Luca Marchegiani]], fatto di cui i tifosi vanno enormemente fieri. Sappiate che è assolutamente inutile ricordare loro che di Marchegiani [[A nessuno importa|nessuno se ne ricorda]] e che Mancini sta sul cazzo a tutta Italia<ref>E nemmeno in [[Inghilterra]] è molto ben visto, se è per questo! Anche vincere uno scudetto al '94 dell'ultima di campionato con un biscottone clamoroso non gli ha giovato molto. Valli un po' a capire 'sti inglesi...</ref>, perché non vi crederanno.<br />Unico aspetto rilevante della storia calcistica jesina è l’atavica faida con i Sanbenedettesi. Questa rivalità, che nel tempo ha causato più morti della bomba di [[Hiroshima]], ha radici antiche ma soprattutto ignote, dato che [[San Benedetto del Tronto|San Benedetto]] dista da Jesi più o meno come la periferia di [[Mosca (città)|Mosca]] e che le due formazioni sono state per il 97% della loro storia in campionati differenti<ref>Solitamente la Samb otto categorie sopra</ref>.
[[File:Roberto Mancini esulta.jpg|right|thumb|270px|[[Roberto Mancini]] immortalato nell'istante della stoccata decisiva per la sconfitta mondiale della Vezzali contro la Di Francisca. Anche lui è rimasto salomonicamente neutrale.]] L’origine della lotta è materia di diverse leggende, ma l'[[autore di questo articolo]] ne è venuto a conoscenza durante una lunga conversazione al [[bar]] con un vecchietto ubriaco che l’aveva saputo da suo [[nonno]] quand’era ubriaco.<br />Sembra che le due tifoserie siano entrate in contatto per la prima volta diversi anni fa in un [[autogrill]] nei pressi di Ancona. I sambenedettesi si stavano recando a [[Perugia]] per supportare la loro squadra che puntava alla salvezza nel campionato di [[serie B]], mentre gli jesini stavano andando a [[Mirabilandia]] per dimenticare d’aver appena perso anche col Borgo Tre Case. Fato volle che le donne sanbenedettesi recassero con loro un quantitativo di [[olive all’ascolana]] capace di colmare una discarica, al fine di rifocillare i loro congiunti durante le fatiche del tifo. A quel punto, inopinatamente, un bimbo jesino ebbe l’audacia di chiedere se poteva averne una. Al repentino rifiuto della comare si scatenò l’inferno. I feriti da ambo le parti crescevano ad ogni minuto, così come gli sfregiati in conseguenza del fitto lancio di sassi, panini [[Camogli]] e CD di [[Ornella Vanoni]]. Poi, nel bel mezzo della ressa generale, si udì un sanbenedettese gridare: "''E inoltre sapete cosa vi dico? Non è che la [[scherma]] sia poi tutto ‘sto gran ché!''".<br />Non vi furono sopravvissuti.
[[File:Roberto Mancini esulta.jpg|right|thumb|270px|[[Roberto Mancini]] a Parigi immortalato nell'istante della stoccata decisiva per la sconfitta mondiale della Vezzali contro la Di Francisca. Anche lui è rimasto salomonicamente neutrale.]] L’origine della lotta è materia di diverse leggende, ma l'[[autore di questo articolo]] ne è venuto a conoscenza durante una lunga conversazione al [[bar]] con un vecchietto ubriaco che l’aveva saputo da suo [[nonno]] quand’era ubriaco.<br />Sembra che le due tifoserie siano entrate in contatto per la prima volta diversi anni fa in un [[autogrill]] nei pressi di Ancona. I sambenedettesi si stavano recando a [[Perugia]] per supportare la loro squadra che puntava alla salvezza nel campionato di [[serie B]], mentre gli jesini stavano andando a [[Mirabilandia]] per dimenticare d’aver appena perso anche col Borgo Tre Case. Fato volle che le donne sanbenedettesi recassero con loro un quantitativo di [[olive all’ascolana]] capace di colmare una discarica, al fine di rifocillare i loro congiunti durante le fatiche del tifo. A quel punto, inopinatamente, un bimbo jesino ebbe l’audacia di chiedere se poteva averne una. Al repentino rifiuto della comare si scatenò l’inferno. I feriti da ambo le parti crescevano ad ogni minuto, così come gli sfregiati in conseguenza del fitto lancio di sassi, panini [[Camogli]] e CD di [[Ornella Vanoni]]. Poi, nel bel mezzo della ressa generale, si udì un sanbenedettese gridare: "''E inoltre sapete cosa vi dico? Non è che la [[scherma]] sia poi tutto ‘sto gran ché!''".<br />Non vi furono sopravvissuti.


==Note==
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