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Si riprese a scavare: alle 19:00 il cunicolo orizzontale fu completato e finalmente il pozzo di Alfredino fu posto in comunicazione con il pozzo parallelo, a 34 metri di profondità. Pastorelli tirò fuori un magnum di Moët & Chandon del [[1962]] che aveva serbato per l'occasione. Stappò la bottiglia schizzando tutto il suo entourage e si mise a saltellare come un [[tarantola|tarantolato]] gridando: «''Sììììì! Ma vieni! Ma vieni!''» Lanciò per aria la bottiglia che cadde proprio nel pozzo artesiano, spingendo Alfredino almeno altri trenta metri più sotto. Un volontario calatosi nel pozzo ne riemerse trionfante con la bottiglia in mano gridando: «''Non si è rotta! Ed è ancora piena per metà!''» E cominciò a tracannare a grandi sorsate. Un gruppo di scalmanati gli fu subito addosso, nel tentativo di sottrargli la bottiglia. Ne nacque un parapiglia che fu a stento sedato dalle forze dell'ordine.<br />Nel frattempo Pastorelli, dopo aver bevuto una 0,40 di Lexotan, fece scattare il "piano B", che consisteva nell'affidarsi alle preghiere e alla [[culo|buona sorte]], autorizzando chiunque, purché sufficientemente smilzo, ad introdursi nel pozzo per tentare il tutto per tutto.
 
Si fecero avanti i [[Biancaneve e i sette nani|sette nani]], che fecero una catena {{s|<del>umana}}</del> nanesca all'interno del pozzo, ma Dotto si incastrò in un restringimento, mentre Brontolo si lamentava dell'assenza di [[diamanti]] in quella [[miniera]]. Fu la volta di un trapezista che però, non appena vide il suo costume inzaccherato dalla fanghiglia, si mise a piangere e se ne tornò al [[circo]] di provenienza. Dallo stesso circo si propose un [[contorsionista]] detto l'uomo-anguilla, capace di arrotolarsi su se stesso, ma fu catturato da uno della folla, che lo tranciò in porzioni uguali e lo arrostì sulla brace. Si fecero avanti altri speleologi, tutti con quel rotolino di ciccia in più che li bloccava sul più bello. La situazione stava precipitando, quando si presentò un mucchietto d'ossa tenuto insieme da un po' di pelle, due giri di spago e un granitico istinto di conservazione: Angelo Licheri.<br />Licheri, un coraggioso cacciatore di [[pantegana|pantegane]], si fece calare nel pozzo artesiano per tutti e 60 i metri di distanza dal bambino. Iniziò quindi ad allacciare l'imbracatura attorno ad Alfredino, ma il bambino, devastato dalla fame, dalla stanchezza e dalla puzza di cadavere in putrefazione proveniente dalle [[ascella|ascelle]] del Licheri, reagì al tentativo di salvataggio con graffi, sputi e calci.<br />Licheri non si lasciò impressionare e con ordine e metodo cercò di ricondurre Alfredino alla calma prendendolo a papagni in bocca. Alfredino però sembrava la bimba dell'[[Esorcista]] e continuava a dimenarsi e a vomitare roba verdastra. Dopo tre ore di lotta all'ultimo sangue, Licheri tornò in superficie pesto, sanguinante e senza Alfredino. Ai presenti in attesa di notizie, rispose:
 
{{quote|Quando un bambino incastrato in un cunicolo incontra un sardo incazzato, il bambino incastrato nel cunicolo è un [[bambino morto]].|}}