Il deserto dei Tartari: differenze tra le versioni

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Il libro narra dell'arrivo del tenente '''Giovanni Drogo''' in un avamposto militare (la '''Fortezza Bastiani''') posto nel bel mezzo del deserto più assoluto, e degli spassosi giochi che l'intera guarnigione si inventa per ingannare il tempo.<br />Il gioco più apprezzato dai soldati è quello di vivere in costante attesa che un fantomatico esercito nemico dalla scarsa igiene orale (i Tartari) possa sbucare fuori dal deserto e attaccare.<br />Inutile precisare che nel deserto non c'è anima viva (si chiama pur sempre deserto per un motivo, no?) e che quindi i soldati aspettano per il [[cazzo]].
Il libro narra dell'arrivo del tenente '''Giovanni Drogo''' in un avamposto militare (la '''Fortezza Bastiani''') posto nel bel mezzo del deserto più assoluto, e degli spassosi giochi che l'intera guarnigione si inventa per ingannare il tempo.<br />Il gioco più apprezzato dai soldati è quello di vivere in costante attesa che un fantomatico esercito nemico dalla scarsa igiene orale (i Tartari) possa sbucare fuori dal deserto e attaccare.<br />Inutile precisare che nel deserto non c'è anima viva (si chiama pur sempre deserto per un motivo, no?) e che quindi i soldati aspettano per il [[cazzo]].


Particolarmente denso di significato è il capitolo finale, durante il quale sembra che effettivamente i tanto agognati Tartari stiano per arrivare.<br />A questo punto però Drogo ha la brillante idea di ammalarsi (del resto a forza di aspettare è diventato un vecchio artritico) e viene spedito in città per curarsi, vanificando così il lavoro di una vita: in gergo tecnico una cosa simile è altrimenti detta "mandare tutto a [[puttane]]".<br />
Particolarmente denso di significato è il capitolo finale, durante il quale '''sembra''' che effettivamente i tanto agognati Tartari stiano per arrivare.<br />A questo punto però Drogo ha la brillante idea di ammalarsi (del resto a forza di aspettare è diventato un vecchio artritico) e viene spedito in città per curarsi, vanificando così il lavoro di una vita: in gergo tecnico una cosa simile è altrimenti detta "mandare tutto a [[puttane]]".<br />
Vi sta venendo voglia di leggere questo capolavoro della letteratura italiana, eh?
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== Capitoli ==
== Capitoli ==
[[Immagine:Silo.jpg‎ |left|thumb|200px|La Fortezza Bastiani in un'elaborazione grafica al computer.]]
[[Immagine:Bossrai.jpg|left|thumb|Giovanni Dorigo mentre scruta fervidamente l'orizzonte alla ricerca dei Tartari.]]
===Capitolo I===
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===Capitolo V===
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Drogo è di sentinella sui bastioni della Fortezza e medita di chiedere il trasferimento in un'altra zona, quando dei gemiti provenienti dal deserto interrompono la sua riflessione. Incuriosito, il tenente sui arma di binocolo e vede che Jessica e il maggiore Matti stanno [[scopare|copulando]] selvaggiamente nella sabbia. Che sporcaccioni. Drogo decide comunque di restare alla Fortezza.
Drogo è di sentinella sui bastioni della Fortezza e medita di chiedere il trasferimento in un'altra zona, quando dei gemiti provenienti dal deserto interrompono la sua riflessione. Incuriosito, il tenente sui arma di binocolo e vede che Jessica Fletcher e il maggiore Matti stanno [[scopare|copulando]] selvaggiamente nella sabbia. Che sporcaccioni. Drogo decide comunque di restare alla Fortezza.


===Capitolo VI===
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===Capitolo IX===
===Capitolo IX===

Viene avvistato un polverone nel deserto, segno inequivocabile che qualche anima viva c'è e si sta avvicinando alla Fortezza. Tutti i soldati festeggiano, ma Drogo viene colto da un'appendicite di dimensioni colossali.<br /> Il suo superiore, da buon bastardo, decide di mandarlo in città.


===Capitolo X===
===Capitolo X===

Mentre tutta la guarnigione si prepara per la battaglia il fortunato Giovanni Drogo viene condotto in città su di un calesse trainato da facoceri.<br />Il libro si chiude con la sua auspicabile morte in uno squallido motel e con le sue ultime parole famose: "Che vita di [[merda]]".


== Accoglienza ==
== Accoglienza ==
[[Immagine:Bossrai.jpg|thumb|Giovanni Dorigo mentre scruta fervidamente l'orizzonte alla ricerca dei Tartari.]]
[[Immagine:Silo.jpg‎ |thumb|200px|La Fortezza Bastiani in un'elaborazione grafica al computer.]]


== Controversie ==
== Controversie ==

Versione delle 11:35, 7 ago 2008

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« Credetemi, è un libro noioso. Io me ne intendo di libri noiosi. »
(Stephen King su Il Deserto dei Tartari.)

Il deserto dei Tartari è un romanzo ricco di azione e continui colpi di scena scritto dal giornalista Dino Buzzati nel 1939.

Trama generale

Dino Buzzati dopo aver ultimato la stesura del deserto dei Tartari.

Il libro narra dell'arrivo del tenente Giovanni Drogo in un avamposto militare (la Fortezza Bastiani) posto nel bel mezzo del deserto più assoluto, e degli spassosi giochi che l'intera guarnigione si inventa per ingannare il tempo.
Il gioco più apprezzato dai soldati è quello di vivere in costante attesa che un fantomatico esercito nemico dalla scarsa igiene orale (i Tartari) possa sbucare fuori dal deserto e attaccare.
Inutile precisare che nel deserto non c'è anima viva (si chiama pur sempre deserto per un motivo, no?) e che quindi i soldati aspettano per il cazzo.

Particolarmente denso di significato è il capitolo finale, durante il quale sembra che effettivamente i tanto agognati Tartari stiano per arrivare.
A questo punto però Drogo ha la brillante idea di ammalarsi (del resto a forza di aspettare è diventato un vecchio artritico) e viene spedito in città per curarsi, vanificando così il lavoro di una vita: in gergo tecnico una cosa simile è altrimenti detta "mandare tutto a puttane".
Vi sta venendo voglia di leggere questo capolavoro della letteratura italiana, eh?

Capitoli

File:Bossrai.jpg
Giovanni Dorigo mentre scruta fervidamente l'orizzonte alla ricerca dei Tartari.

Capitolo I

Capitolo introduttivo che descrive minuziosamente l'attività escrementizia mattutina del giovane tenente Drogo (il cui cognome testimonia una certa predisposizione alla tossicodipendenza).

Capitolo II

Giovanni Drogo viene assegnato di stanza alla Fortezza Bastiani, che riesce a trovare con gran difficoltà in quanto essa è raggiungibile solo con l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Giunto a destinazione fa la conoscenza del maggiore Matti, del capitano Ortiz e di Jessica Fletcher. La prima impressione è quella di avere a che fare con degli autentici idioti, e come sappiamo bene la prima impressione è quella che conta.

Capitolo III

Giovanni compie il suo primo giro della Fortezza, e dopo pochi metri si perde. Gli altri soldati della guarnigione lo trovano dopo tre ore rannicchiato in un angolo che piange e dice di voler tornare a casa.

Capitolo IV

Giovanni Drogo viene iniziato ai passatempi della Fortezza: aspettare i Tartari, lavare il cane e fare scherzi telefonici a "La Prova del Cuoco".

Capitolo V

Drogo è di sentinella sui bastioni della Fortezza e medita di chiedere il trasferimento in un'altra zona, quando dei gemiti provenienti dal deserto interrompono la sua riflessione. Incuriosito, il tenente sui arma di binocolo e vede che Jessica Fletcher e il maggiore Matti stanno copulando selvaggiamente nella sabbia. Che sporcaccioni. Drogo decide comunque di restare alla Fortezza.

Capitolo VI

Drogo trova una lattina vuota in mezzo al deserto. Comincia a prenderla a calci perchè si annoia. Trascorrono così quindici anni.

Capitolo VII

Accurata descrizione di un'unghia incarnita che affligge il tenente Drogo.

Capitolo VIII

Capitolo IX

Viene avvistato un polverone nel deserto, segno inequivocabile che qualche anima viva c'è e si sta avvicinando alla Fortezza. Tutti i soldati festeggiano, ma Drogo viene colto da un'appendicite di dimensioni colossali.
Il suo superiore, da buon bastardo, decide di mandarlo in città.

Capitolo X

Mentre tutta la guarnigione si prepara per la battaglia il fortunato Giovanni Drogo viene condotto in città su di un calesse trainato da facoceri.
Il libro si chiude con la sua auspicabile morte in uno squallido motel e con le sue ultime parole famose: "Che vita di merda".

Accoglienza

La Fortezza Bastiani in un'elaborazione grafica al computer.

Controversie