Giulia Tofana: differenze tra le versioni

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* [[antimonio]] (a strafotte<ref>senza parsimonia</ref>);
* [[antimonio]] (a strafotte<ref>senza parsimonia</ref>);
* [[belladonna]] (ad avercene);
* [[belladonna]] (ad avercene);
* [[qualcos'altro]].
* [[qualcos'altro]] (un po meno di Quanto Basta).


Un'opinione scientifica potrebbe essere quella del [[medico]] personale di [[Carlo VI d'Austria]], che descrisse il contenuto dell'acqua tofana come ''una soluzione di anidride arseniosa in acqua distillata aromatica, addizionata con piombo e alcoolato di cantaridi''. Ma lo disse per fare bella figura col sovrano, in realtà ne sapeva di chimica quanto [[Renzo Bossi]] di [[meccanica quantistica]].<br /> L'assenza di sapore e odore faceva di questa miscela il veleno ideale da propinare con cibi o bevande, escludendo ovviamente la [[cucina francese]] (già velenosa di suo). Veniva venduta camuffandola a volte come cosmetico, altre volte come oggetto di devozione nei confronti di [[San Nicola]] (imbottigliata in fialette recanti la sua immagine). Durante quegli anni, il santo barese veniva bestemmiato in rapporto di 6:1 rispetto la media degli altri Santi (e nel conteggio non furono inseriti quelli che riuscirono solo a proferire ''"Mannaggia San Nic..."''). In ogni caso, la vendita del veleno era sempre accompagnata dal [[Foglietto illustrativo|bugiardino]] con le istruzioni per l'uso, allo scopo di evitare avvelenamenti accidentali. Nel capitolo ''[[Effetto collaterale|Effetti collaterali]]'' c'era scritto chiaramente "può avere effetti letali".<br /> Ai nostri giorni, Giulia Tofana sarebbe stata assolta e vivrebbe immensamente ricca.
Un'opinione scientifica potrebbe essere quella del [[medico]] personale di [[Carlo VI d'Austria]], che descrisse il contenuto dell'acqua tofana come ''una soluzione di anidride arseniosa in acqua distillata aromatica, addizionata con piombo e alcoolato di cantaridi''. Ma lo disse per fare bella figura col sovrano, in realtà ne sapeva di chimica quanto [[Renzo Bossi]] di [[meccanica quantistica]].<br /> L'assenza di sapore e odore faceva di questa miscela il veleno ideale da propinare con cibi o bevande, escludendo ovviamente la [[cucina francese]] (già velenosa di suo). Veniva venduta camuffandola a volte come cosmetico, altre volte come oggetto di devozione nei confronti di [[San Nicola]] (imbottigliata in fialette recanti la sua immagine). Durante quegli anni, il santo barese veniva bestemmiato in rapporto di 6:1 rispetto la media degli altri Santi (e nel conteggio non furono inseriti quelli che riuscirono solo a proferire ''"Mannaggia San Nic..."''). In ogni caso, la vendita del veleno era sempre accompagnata dal [[Foglietto illustrativo|bugiardino]] con le istruzioni per l'uso, allo scopo di evitare avvelenamenti accidentali. Nel capitolo ''[[Effetto collaterale|Effetti collaterali]]'' c'era scritto chiaramente "può avere effetti letali".<br /> Ai nostri giorni, Giulia Tofana sarebbe stata assolta e vivrebbe immensamente ricca.