Fumettista

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Il fumettista è quell'essere[citazione necessaria] che ha talmente poco da fare nella vita che passa il suo tempo a disegnare esserini altrettanto vuoti e inutili. Il suo ego è talmente tanto elevato da credere che importi a qualcuno dei suoi disegnetti da due soldi. In caso di poserismo a volte si definiscono anche artisti e nei casi gravi definiscono il loro anche un mestiere.

Storia del fumettista

Originariamente la parola fumettista era direttamente proporzionale all'essere dei soggetti rinchiusi alla neuro da circa metà della loro vita, tuttavia il significato dell'essere un fumettista nella società è variato molto.
In principio il fumetto nasce come forma alternativa di letteratura, una letteratura illustrata in poche parole, il fumettista invece nasce come essere da disprezzare di cattiva famiglia, povera, che non sa fare di meglio nella vita che volare nella sua fantasia e perdercisi all'interno.
Il fumettista è divenuta poi una forma di espressione del proprio delirio ideologico (vedi Tiziano Sclavi). Assume un importanza notevole al momento della globalizzazione come messaggi pubblicitari o creazione di personaggi noti nel mondo della grafica in modo da diventare tormentoni pubblicitari grafici. Una specie di tortura visiva.
Il fumettista in seguito raggiunge uno scopo ludico per pensanti e non. Lo scopo educativo per i bambini è quello di insegnar loro la guerra le esplosione e l'esistenza dell'uomo ragno. Quello per gli adulti è quello che esprime Milo Manara.

Giornata media del fumettista

  • Sveglia alle 12 (il fumettista non dorme mai)
  • Colazione con uova e abbondante fancazzismo.
  • Seconda colazione (i fumettisti mangiano come porci e sono stecchetti che paiono morti di fame)
  • Abbiocco del dopo colazione
  • Pranzo (non leggero)
  • Abbiocco del dopo pranzo con dormita a carico
  • Sveglia
  • Lettura di fumetti altrui
  • Merenda
  • Merenda
  • Merenda