Ebreo

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia liberamente ispirata all'Osservatore Romano.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Ebrei Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Questa voce o sezione sull'argomento religione è priva o carente di note e riferimenti bibliografici puntuali. Sebbene vi siano una bibliografia e/o dei collegamenti esterni, manca la contestualizzazione delle fonti con note a piè di pagina o altri riferimenti precisi che indichino puntualmente la provenienza delle informazioni. Puoi migliorare questa voce citando le fonti più precisamente. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento. Ebrei (יהודים,Yehudim)

Albert Einstein • Maimonide • Golda Meir • Emma Lazarus Sottogruppi Sefarditi, Ashkenaziti, Ebrei orientali, Mizrahi, Italkim, Romanioti, Falasha

Luogo d'origine Medio Oriente, Europa, Americhe Popolazione 13,428,300 [1] Lingua lingue parlate maggioritarie: ebraico · inglese · russo · lingue dei paesi della diaspora ebraica

lingue storiche: Yiddish · Lingua giudeo-spagnola · Lingue giudeo-arabe · Lingue giudaiche

lingue sacre: ebreo biblico · aramaico

Religione ebraismo Distribuzione

Israele	5,703,700 [1][2]
Stati Uniti d'America	5,275,000[1]
Francia	483,500[1]
Canada	375,000[1]
Regno Unito	292,000[1]
Russia	205,000[1]
Argentina	182,300[1]
Germania	119,000[1]
Australia	107,500[1]
Brasile	95,600[1]
Ucraina	71,500[1]
Sudafrica	70,800[1]
Ungheria	48,600[1]
Messico	48,600[1]
Belgio	30,300[1]
Paesi Bassi	30,300[1]
Italia	28,400[1]
Cile	20,500[1]

altri stati 250,200[1] Gli ebrei (in ebraico: יְהוּדִים[?] עברי, ʿivrîˈ, anche in ebraico: יְהוּדִים[?] ISO 259-3, Yhudim o jehuˈdim), anche detti popolo ebraico, sono un gruppo etnoreligioso che prende origine dagli Israeliti dell'Antico Medio Oriente. L'etnia, nazionalità e religione ebraiche sono strettamente correlate e l'ebraismo è la fede tradizionale della nazione ebraica.[3][4][5] Gli ebrei non hanno quasi mai praticato il proselitismo (se non in poche occasioni storiche o nel caso del Ghiur) quindi l'ebraismo è considerato anche, se non soprattutto, un carattere culturale ereditario, secondo le norme halakhiche. Nella parola "ebreo", al senso di popolo come gruppo parentale, etnico, si aggiunge quindi un peculiare senso di comunione religiosa. Tuttavia i convertiti all'ebraismo, il cui status come ebrei nella nazione ebraica è identico a quello di coloro che vi sono nati all'interno, sono stati assimilati al popolo ebraico attraverso i secoli. Nell'accezione comune moderna, vengono indicati come "ebrei": le persone di origine ebraica (non necessariamente matrilineare) che praticano la religione ebraica le persone di origine non ebraica convertite al giudaismo ogni appartenente alla discendenza ebraica che, pur non praticando il giudaismo come religione, può considerarsi ebreo in virtù della propria discendenza, identificando nella parola soprattutto un senso familiare, storico o culturale. Nello Stato di Israele è in vigore la Legge del Ritorno, in forza della quale chiunque sia in grado di dimostrare di essere figlio o nipote di un ebreo per via matrilineare o patrilineare, o sia convertito all'ebraismo ha diritto alla cittadinanza israeliana. Il fatto che la possibilità di fruire della legge del ritorno non sia riservata ai soli ebrei secondo la legge halachica - ovvero ai figli di madre ebrea o ai convertiti al giudaismo - ha creato in Israele una grande controversia tra chi - avendo una concezione laica dello stato ebraico - è favorevole ad una definizione più allargata di "ebreo" per quel che concerne il diritto alla cittadinanza, e il rabbinato ortodosso che vorrebbe far coincidere Halakhah e legge del ritorno. Indice [nascondi] 1 Ebrei, Israeliti, Giudei 2 Diaspora 3 Sionismo e Stato d'Israele 4 Lingua ebraica 5 "Chi è veramente ebreo?" 6 Accezioni particolari del termine "ebreo" 7 Note 8 Voci correlate 9 Bibliografia 10 Altri progetti 11 Collegamenti esterni Ebrei, Israeliti, Giudei [modifica]


Israeliti si dissetano all'acqua fatta scaturire dalla roccia da Mosè (Agnolo Bronzino) Per approfondire, vedi le voci Ebraismo, Storia degli Ebrei e Torah. La prima apparizione del termine "ebreo" o di una parola assonante, risale agli archivi egizi: i khabiri erano un popolo nomade del territorio a ovest del Giordano, una regione alla quale tali documenti si riferiscono come R-t-n-u (pronuncia Rechenu).[senza fonte] Più esattamente gli ebrei erano coloro che abitavano ever a Jarden, "al di là del Giordano". L'altra espressione ivri, colui che viene da oltre (il fiume), si riferisce ad Avraham inoltre la Bibbia racconta che l'eroe eponimo degli ebrei fu Eber: lui e i suoi figli abitavano il territorio della Mesopotamia. Le parole "ebraico" ed "ebreo" non identificano solo un popolo ma anche chi professa la religione ebraica. Questa professione si fa risalire ad Abramo (da Av Raham, "padre delle genti"), abitante di Ur dei Caldei, in Mesopotamia, con cui Dio (JHWH) fece un patto. JHWH chiese ad Abramo di spostarsi verso Harran per poi scendere fino a Canaan, la "terra promessa". Come sopra accennato, va notata l'origine del termine Ebreo derivante dal verbo avar, che in ebraico significa passare, oltrepassare, andare oltre. Da avar deriva ivrì, passato oltre, con riferimento al viaggio biblico dalla Mesopotamia alla Terra Promessa effettuato da Avraham; importante inoltre la conversione di molti dal politeismo al monoteismo operata da Avraham, considerato il patriarca delle tre grandi religioni monoteiste. È in questo patto che si definiscono i caratteri del popolo ebraico: un popolo, una terra, Dio, una promessa. Altra figura fondamentale fu il nipote di Abramo, Giacobbe, ribattezzato da JHWH stesso Israele (dall'ebraico ישראל, Israel, ministro di Dio, o uomo che vide Dio). Figlio di Isacco, Giacobbe-Israele ebbe dodici figli dai quali si svilupperanno le dodici tribù di Israele, gruppo di pastori: si forma una nazione. Gli ebrei, professanti il culto di JHWH, diventano israeliti, figli della nazione di Israele. Per il susseguirsi di diversi avvenimenti, come scismi religiosi e interventi militari di potenze come l'Assiria, tra le dodici tribù assume non solo il potere regale, ma anche l'egemonia religiosa quella di Giuda (dall'ebraico יהודי yehudi, pl. יהודים yehudim). È proprio di quest'epoca la redazione dei primi libri della Bibbia, nella quale i giudici al potere affermano che gli altri israeliti si sono allontanati da JHWH, ponendo quindi le basi della fase religiosa detta giudaismo: gradualmente le parole ebrei e giudei, ebraismo e giudaismo diventano sinonimi, sebbene non lo siano precisamente. Le altre tribù vengono semplicemente considerate perse, scomparse. In altre lingue si usa la parola corrispondente ad ebraico (inglese Hebrew, francese hébreu, tedesco Hebräisch) per indicare soltanto la lingua (nonché gli ebrei dell'antichità, nell'epoca pre-esilica) e la parola corrispondente a giudaico (Jewish, juif, jüdisch) per indicare la cultura, la religione, il popolo. Diaspora [modifica]

Per approfondire, vedi le voci Diaspora ebraica e Esilio babilonese.


Popolazione ebraica in Europa nel 1939 Nel 607 a.C. parzialmente e nel 587 a.C. in maniera definitiva, i babilonesi, sotto Nabucodonosor, invadono il regno di Giuda, distruggono per la prima volta il Tempio di Gerusalemme, l'intera città e deportano i notabili: è questo l'inizio della prima diaspora ebraica a cui seguì un tempestivo ritorno in patria. La diaspora rappresenta quindi un evento particolarissimo della storia dell'umanità, in cui sono presenti sia l'esodo sia il ritorno. La Bibbia ci racconta di come tutto il popolo di Giuda venga deportato a Babilonia, ma in realtà molti rimasero in patria. Le Sacre Scritture quindi considerano il popolo sempre uno, uno solo e sempre unito indicando con questo l'unità particolare spirituale; con la Diaspora in realtà le comunità ebraiche sparse per il mondo sono diverse: in Egitto, dai tempi di Giuseppe, in Mesopotamia, in Grecia. Da Babilonia molti ebrei tornano a Gerusalemme nel 530 a.C. grazie a Ciro II di Persia e ricostruiscono il Tempio e il Regno andati distrutti. Subiscono diverse dominazioni (Siria ellenistica, Roma), durante le quali in seno al giudaismo nascono diverse correnti religiose e politiche. Ne ricordiamo le principali: Farisei: gruppo molto conservatore delle antiche tradizioni religiose; Sadducei: setta che riteneva vincolante solo la Legge scritta e che era molto prudente sotto le dominazioni seleucide e romana; Zeloti: componente completamente ribelle alle dominazioni; Esseni: una sorta di monachesimo la cui legge prevedeva la povertà, la preghiera e l'umiltà dell'anima.


Arco di Tito: il sacco di Gerusalemme. È possibile riconoscere il candelabro a sette bracci, simbolo dell' ebraismo. Nel 70 tuttavia una nuova e definitiva diaspora segue alla distruzione di Gerusalemme e del Tempio da parte delle truppe di Tito, e di queste correnti persistono principalmente i farisei. In questa frangia si forma la figura del rabbino, capo della sinagoga, nata già durante l'esilio babilonese. La diaspora definitiva si verificò nel 135 d.C. a seguito dell'ultima offensiva dell'Impero Romano sotto l'imperatore Adriano. Nuove comunità sparse per il mondo si formano, a fianco delle pre-esistenti. Con il tempo si sono distinti diversi gruppi di ebrei, in base alla loro residenza, ma anche in base al rito (minhag), alla pratica religiosa e all'uso della lingua: In Germania gli ashkenaziti. Per molti secoli hanno parlato yiddish. Esiste un rito (minhag) ashkenazita del giudaismo con alcune particolarità dei libri di preghiere e delle cerimonie ("nosakh" ashkenazita). Nell'Ottocento gli ashkenaziti ben assimilati alla cultura tedesca guardano ai loro fratelli più prossimi, gli ebrei residenti nell'Est Europa, come a "fratelli minori" se non proprio come a "gente inferiore". Tali gruppi erano conosciuti come Ostjude o ebrei orientali. Furono i più colpiti dall'Olocausto.[6] Si diressero principalmente nelle Americhe. In Spagna e Portogallo i sefarditi, (da Sefarad, ebraico medioevale per Spagna). Nel 1492 vengono espulsi dalla neonata monarchia iberica e nel 1496 dalla monarchia portoghese. Gli ebrei sefarditi quindi migrano in Italia e nei Balcani, nonché in tutto il bacino del Mar Mediterraneo, in Marocco, Egitto, Palestina, Turchia, in Olanda, Inghilterra e America. Il centro della cultura ebraica nel tardo Medio Evo fu invece l'Italia a partire dal XIII secolo[7]. Si può vedere ad esempio l'opera di Hillel da Verona. In Vicino Oriente e Africa i mizrahi (da misrach, ebraico per "oriente"), soprattutto in Maghreb, Egitto, Libia, Siria, Mesopotamia, Persia, Yemen, Caucaso, Buhara ecc. La comunità ebraica in Iran è la più importante in Medio Oriente al di fuori di Israele, con circa 20.000 persone. Essa è concentrata in tre città - Tehran, Isfahan e Shiraz. Come per altre minoranze in Iran, anche gli ebrei sono vittime di discriminazioni, particolarmente evidenti in ambito economico. Tuttavia, secondo la maggior parte delle informazioni accumulate nel corso degli ultimi anni, sembra che la maggioranza della comunità ebraica vanti uno standard di vita medio-alto rispetto al resto della popolazione iraniana.[8] In Etiopia gruppi ebraici conosciuti come falasha, che in realtà fanno risalire le proprie origini a Re Salomone e alla regina di Saba. Tuttavia alcuni studi genetici hanno dimostrato che i falasha sono in gran parte convertiti e non ebrei di stirpe.[9] Oggi i matrimoni misti tra ebrei e non-ebrei sono in continuo aumento[senza fonte], come i casi di abbandono del proprio retaggio culturale; vi è anche, in misura minore, un certo interesse di non ebrei per l'ebraismo, con alcune conversioni - anche se il proselitismo non è nel costume ebraico, se non in casi particolari (Ghiur. Nel Sud Italia è in atto una rinascita culturale e religiosa da parte di ex marrani che, venuti a conoscenza delle loro origini, si stanno organizzando in numerose comunità in Puglia come in Calabria e Sicilia.[10] Sionismo e Stato d'Israele [modifica]

Per approfondire, vedi le voci Sionismo e Storia di Israele. Sionismo è il nome scelto da quella corrente di pensiero sorta nella seconda metà dell'800 che voleva risolvere il "caso ebraico" con il ritorno di tutti gli ebrei in Eretz Yisrael e quindi con l'istituzione di un novello Stato d'Israele con Gerusalemme per capitale.[11] In tutte le epoche il senso del ritorno viene rappresentato, in letteratura, come un ritorno al monte di Sion, la collina dove sorse il nucleo più antico di Gerusalemme; Sion è il centro attorno a cui gira la fede, il culto e tutto il mondo ebraico, poiché Sion è il monte di JHWH, la sua casa. « Perché da Sion è uscita la Torah, e la parola del Signore da Gerusalemme » (Preghiera ebraica) Con più detrattori che sostenitori alla sua nascita, dopo la Shoah ha assunto maggior valore agli occhi dei correligionari. Vi sono divergenze halakhiche sulla spiegazione in merito alla concezione attuale dello stato del popolo ebraico quale popolo ancora in Diaspora o giunto alla fioritura Messianica: nel primo caso tutti gli Ebrei sono ritenuti in Diaspora, anche se ve ne sono in Terra d'Israele; nel secondo caso, l'Era messianica ha avuto avvio con il ritorno degli ebrei in Eretz Israel. Lingua ebraica [modifica]

Per approfondire, vedi la voce Lingua ebraica. Prevalentemente nella diaspora gli ebrei cessarono di parlare la lingua ebraica, conservandone l'uso solo per i rituali religiosi. Il popolo ebraico quindi utilizzò lingue franche di volta in volta diffuse nel loro territorio, aramaico, greco, latino. L'ebraico però sussistette anche in una parlata volgare mescolata con le lingue ed i dialetti dei popoli presso i quali gli ebrei risiedevano: verso il 1400-1500 gli ebrei dell'Europa centrorientale svilupparono l'yiddish, una lingua con ampie acquisizioni lessicali tedesche ma scritta con l'alfabeto ebraico; nell'Africa del nord tra i sefarditi si sviluppò invece il Ladino, una lingua ricca di lessemi spagnoli e arabi; in Italia si sviluppò, a Roma ma anche nelle comunità toscane (e in particolare a Livorno), il bagitto, molto simile ad un dialetto italiano. Alla fine dell'800 il linguista lituano Eliezer Ben Yehuda lavorò per rendere l'ebraico una lingua parlata di uso corrente. La costituzione dello stato d'Israele permise il raggiungimento di questo obiettivo. "Chi è veramente ebreo?" [modifica]


Questa sezione è ancora vuota. Aiutaci a scriverla! Accezioni particolari del termine "ebreo" [modifica]

Per approfondire, vedi le voci Avraham e Eber. Gli ebrei sono stati spesso sottoposti a leggi restrittive emanate dagli stati ospiti. Le leggi degli stati nei quali gli ebrei si trovavano sono sempre state abbastanza restrittive nei confronti delle minoranze in generale e nei confronti della minoranza ebraica nello specifico. In Europa, in particolare, all'ebreo era vietato svolgere numerosi mestieri, conseguentemente la forza reddituale doveva essere incanalata in professioni definite dalla necessità. Il Cristianesimo, fino al Rinascimento, vietava ai propri fedeli il prestito ad interesse, per questioni religiose, un'attività consentita ai non cristiani, tra questi gli ebrei. Il termine "ebreo" divenne immediatamente sinonimo di "usuraio" od anche "bottegaio", in senso palesemente dispregiativo. Attualmente vi è un uso improprio del termine "ebreo", utilizzato non solo come sostantivo ma anche erroneamente come aggettivo al posto del corretto "ebraico", come l'assimilare gli Ebrei di altre nazioni al popolo israeliano, attribuendo spesso le responsabilità politiche (solitamente per quanto riguarda il conflitto arabo-israeliano) del governo israeliano. Note [modifica]

^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t Sergio DellaPergola. World Jewish Population, 2010 (PDF) in Current Jewish Population Reports. North American Jewish Data Bank, 2 novembre 2010. URL consultato in data 3 marzo 2012. ^ Figures for Israel include East Jerusalem, the West Bank and the Golan Heights, per the source. ^ Louis Brandeis. The Jewish Problem: How To Solve It. University of Louisville School of Law, 25 aprile 1915. URL consultato in data 2 aprile 2012. «Jews are a distinctive nationality of which every Jew, whatever his country, his station or shade of belief, is necessarily a member». ^ Edward Henry Palmer, A History of the Jewish Nation: From the Earliest Times to the Present Day, Gorgias Press [First published 1874], 14 ottobre 2002. ISBN 978-1-931956-69-7 URL consultato il 2 aprile 2012. ^ Albert Einstein. How I Became a Zionist in Einstein Papers Project. Princeton University Press, 21 giugno 1921. URL consultato in data 5 aprile 2012. «The Jewish nation is a living fact». ^ Un'autoironica panoramica delle realtà ebraiche esistenti prima della Shoah nei paesi di cultura tedesca è stata scritta da Joseph Roth nel suo Ebrei erranti (Berlino 1927 ISBN 88-459-0608-6) ^ La cultura ebraica, (a cura di P. Reinach Sabbadini), Einaudi, Torino 2000, pp. 109-110. ^ LA SITUAZIONE FINANZIARIA DEGLI EBREI IRANIANI Doron Peskin, Infoprod 16.03.09 ^ Studio genetico dal Ethioguide ^ Shabbat in Calabria, Internazionale, Giugno 2010 ^ Theodor Herzl. Lo stato ebraico. Il Melangolo. Genova, 2003.