Utente:Black Out/Editoriale: differenze tra le versioni

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== Articolo della settimana ==
== Articolo della settimana ==
La settimana appena conclusasi è stata caratterizzata da un serrato testa a testa tra due pagine: Canadafrica e Violenza sugli uomini. La cosa che salta subito all'occhio è la valanga di voti: 27 per uno, 25 per l'altro. Hanno votato infatti niubbi a vita, utenti morti, possibili sockpuppet (vedi: [[Utente:Serena&Felice]]), rosikoni e altra gente a caso che fino a l'altro ieri non sapeva neanche dell'esistenza di un concorso settimanale. Il sottoscritto, in tutto ciò, ha ritenuto opportuno cambiare voto a favore dell'articolo "rivale" illudendo tutti fino alle 23:52 circa, salvo poi fare marcia indietro. Perché? Perché l'AdS della scorsa settimana è stato una barzelletta. Sospetto che molta gente non abbia neanche letto gli articoli che ha votato. Ora, il mio collega Eeeeeee (sì, proprio lui, il panzone), sta indagando per trovare una spiegazione razionale al mio cambio di voto. Strano, però, che non si indaghi anche sulla valanga di cambi di voto di altri utenti, che hanno ritenuto opportuno votare il secondo articolo con più voti dopo Canadafrica. Ancora più strane, poi, le accuse (alcune velate, altre meno) di brogli, favori e cose simili. Già, perché il sottoscritto, dopo aver scritto già 16 articoli finiti in Prima Pagina, sente l'irrefrenabile bisogno di "imbrogliare" e di chiedere voti pur di ottenerne un riconoscimento che, lo dico a scanso d'equivoci, non mi frutta né soldi né gnocche, né altri beni materiali. La sintesi della mia riflessione è: vinco, non vinco, arrivo primo, secondo o ultimo, non me ne può fregare di meno. A ulteriore conferma di questo voglio confidare una cosa: ultimamente non mi diverto più a scrivere, è per questo che cerco sempre collaboratori con i quali dividere i compiti per la stesura di nuove pagine. Non mi diverto più perché in questo posto, come nel resto d'Italia dopotutto, la nomea è tutto, e ho la sensazione che negli ultimi mesi gli utenti votino le cose che scrivo perché le ho scritte io e non perché siano effettivamente valide. Certo questo non toglie il fatto che io sia tra i migliori autori del sito. Lo dico con la dovuta umiltà, avendo scritto, attualmente, appena 69 pagine su quasi 13.000: in pratica una percentuale irrisoria sul totale. L'unica cosa che posso garantire è la qualità delle pagine. Le scrivo, le candido, fine della storia. Le chiacchiere che fanno da contorno a tutto ciò stanno a zero. --{{Utente:Black Out/firma}} 16:05, nov 7, 2011 (CET)
La settimana appena conclusasi è stata caratterizzata da un serrato testa a testa tra due pagine: Canadafrica e Violenza sugli uomini. La cosa che salta subito all'occhio è la valanga di voti: 27 per uno, 25 per l'altro. Hanno votato infatti niubbi a vita, utenti morti, possibili sockpuppet (vedi: [[Utente:Serena&Felice]]), rosikoni e altra gente a caso che fino a l'altro ieri non sapeva neanche dell'esistenza di un concorso settimanale. Il sottoscritto, in tutto ciò, ha ritenuto opportuno cambiare voto a favore dell'articolo "rivale" illudendo tutti fino alle 23:52 circa, salvo poi fare marcia indietro. Perché? Perché l'AdS della scorsa settimana è stato una barzelletta. Sospetto che molta gente non abbia neanche letto gli articoli che ha votato. Ora, il mio collega Eeeeee (sì, proprio lui, il panzone), sta indagando per trovare una spiegazione razionale al mio cambio di voto. Strano, però, che non si indaghi anche sulla valanga di cambi di voto di altri utenti, che hanno ritenuto opportuno votare il secondo articolo con più voti dopo Canadafrica. Ancora più strane, poi, le accuse (alcune velate, altre meno) di brogli, favori e cose simili. Già, perché il sottoscritto, dopo aver scritto già 16 articoli finiti in Prima Pagina, sente l'irrefrenabile bisogno di "imbrogliare" e di chiedere voti pur di ottenerne un riconoscimento che, lo dico a scanso d'equivoci, non mi frutta né soldi né gnocche, né altri beni materiali. La sintesi della mia riflessione è: vinco, non vinco, arrivo primo, secondo o ultimo, non me ne può fregare di meno. A ulteriore conferma di questo voglio confidare una cosa: ultimamente non mi diverto più a scrivere, è per questo che cerco sempre collaboratori con i quali dividere i compiti per la stesura di nuove pagine. Non mi diverto più perché in questo posto, come nel resto d'Italia dopotutto, la nomea è tutto, e ho la sensazione che negli ultimi mesi gli utenti votino le cose che scrivo perché le ho scritte io e non perché siano effettivamente valide. Certo questo non toglie il fatto che io sia tra i migliori autori del sito. Lo dico con la dovuta umiltà, avendo scritto, attualmente, appena 69 pagine su quasi 13.000: in pratica una percentuale irrisoria sul totale. L'unica cosa che posso garantire è la qualità delle pagine. Le scrivo, le candido, fine della storia. Le chiacchiere che fanno da contorno a tutto ciò stanno a zero. --{{Utente:Black Out/firma}} 16:05, nov 7, 2011 (CET)


== Umorismo nero ==
== Umorismo nero ==

Versione delle 17:10, 7 nov 2011

Buongiorno.
A partire da lunedì 24 ottobre cercherò di aggiornare questa sottopagina una volta a settimana per riflettere su quanto avviene di rilevante. Va da sé che la pagina è aperta a tutti, ma che ovviamente la modificherò soltanto io in quanto è una sottopagina del namespace utente. Prima che qualche genio particolarmente perspicace lo faccia notare, sì, ho copiato l'idea a Giallo Antracite e alle sue perle di Insaggezza.

ATTENZIONE! Segue una breve lista di cose che devi sapere prima di iniziare a leggere:

  • Se trovi che questa pagina sia inutile, non leggerla
  • Se non sei d'accordo con me, puoi lasciare un commento costruttivo nella discussione, oppure un insulto, fa lo stesso. Tanto non prenderò in considerazione nessuno dei due.
  • No, stavo scherzando, sono accettati commenti e opinioni.
  • Se ti senti irrefrenabilmente attratto da quello che scrivo, puoi leggere altri miei articoli cliccando qui
  • Se invece sei una ragazza e ti senti irrefrenabilmente attratta da me, puoi lasciare una tua foto e numero di cellulare: se sei gnocca ti richiamo io.

Articolo della settimana

La settimana appena conclusasi è stata caratterizzata da un serrato testa a testa tra due pagine: Canadafrica e Violenza sugli uomini. La cosa che salta subito all'occhio è la valanga di voti: 27 per uno, 25 per l'altro. Hanno votato infatti niubbi a vita, utenti morti, possibili sockpuppet (vedi: Utente:Serena&Felice), rosikoni e altra gente a caso che fino a l'altro ieri non sapeva neanche dell'esistenza di un concorso settimanale. Il sottoscritto, in tutto ciò, ha ritenuto opportuno cambiare voto a favore dell'articolo "rivale" illudendo tutti fino alle 23:52 circa, salvo poi fare marcia indietro. Perché? Perché l'AdS della scorsa settimana è stato una barzelletta. Sospetto che molta gente non abbia neanche letto gli articoli che ha votato. Ora, il mio collega Eeeeee (sì, proprio lui, il panzone), sta indagando per trovare una spiegazione razionale al mio cambio di voto. Strano, però, che non si indaghi anche sulla valanga di cambi di voto di altri utenti, che hanno ritenuto opportuno votare il secondo articolo con più voti dopo Canadafrica. Ancora più strane, poi, le accuse (alcune velate, altre meno) di brogli, favori e cose simili. Già, perché il sottoscritto, dopo aver scritto già 16 articoli finiti in Prima Pagina, sente l'irrefrenabile bisogno di "imbrogliare" e di chiedere voti pur di ottenerne un riconoscimento che, lo dico a scanso d'equivoci, non mi frutta né soldi né gnocche, né altri beni materiali. La sintesi della mia riflessione è: vinco, non vinco, arrivo primo, secondo o ultimo, non me ne può fregare di meno. A ulteriore conferma di questo voglio confidare una cosa: ultimamente non mi diverto più a scrivere, è per questo che cerco sempre collaboratori con i quali dividere i compiti per la stesura di nuove pagine. Non mi diverto più perché in questo posto, come nel resto d'Italia dopotutto, la nomea è tutto, e ho la sensazione che negli ultimi mesi gli utenti votino le cose che scrivo perché le ho scritte io e non perché siano effettivamente valide. Certo questo non toglie il fatto che io sia tra i migliori autori del sito. Lo dico con la dovuta umiltà, avendo scritto, attualmente, appena 69 pagine su quasi 13.000: in pratica una percentuale irrisoria sul totale. L'unica cosa che posso garantire è la qualità delle pagine. Le scrivo, le candido, fine della storia. Le chiacchiere che fanno da contorno a tutto ciò stanno a zero. --BlackOut(Blitzkrieg?) 16:05, nov 7, 2011 (CET)

Umorismo nero

« La battuta su Marco Simoncelli non è humor nero, è solo cattivo gusto »
(Paladino della giustizia part-time)

L'espressione umorismo nero (o humor nero) si riferisce a un sottogenere di satira e di comicità che tratta di eventi o argomenti generalmente considerati molto seri o addirittura tabù.[1]

Allora, stando a questa definizione piuttosto oggettiva, qualsiasi battuta fatta su un morto può essere considerata umorismo nero. Se tu muori cadendo da uno sgabello e io scrivo "Nome utente si suicida gettandosi da uno sgabello", allora sto facendo umorismo nero. Cioè, tu muori e io ci ricamo sopra una battuta. Il che non vuole necessariamente dire che la tua morte mi faccia piacere. Diciamo che, siccome non ti conosco, la cosa mi lascerebbe indifferente. Si può discutere sul fatto che la battuta sia divertente o meno (il che resta, sempre e comunque, un discorso soggettivo), ma non sul fatto che sia legittima. Perché è legittima? Perché lo stabilisce la legge.

Ma allora perché la gente si scandalizza e se la prende con Nonciclopedia? La risposta è semplice: è tutta una questione di empatia. Supponiamo per un attimo che i telegiornali avessero dato questa notizia: Una persona è morta in un incidente durante una gara motociclistica e qualcuno avesse scritto su Nonciclopedia: Una persona cade per l'ennesima volta dalla motocicletta, ma ha promesso che questa è l'ultima. Qualcuno si sarebbe indignato? No, eppure la sostanza non sarebbe cambiata di una virgola. Avremmo avuto ugualmente un incidente durante una gara di motociclette, un ragazzo morto a 24 anni e una battuta di humor nero su questo sito. L'unica cosa assente sarebbe stata il livello di empatia. È proprio questo che rende furiosi i paladini della giustizia che attaccano Nonciclopedia. C'è una enorme differenza, sebbene solo formale, tra il dire:

  • è morta una persona
  • è morto un ragazzo di 24 anni
  • è morto Marco Simoncelli

Nel primo caso vengo a sapere che è morta una persona e penso: <<Capirai, muoiono milioni di persone ogni giorno.>>
Nel secondo caso si aggiunge un'informazione e il pensiero cambia: <<Diamine, aveva solo 24 anni. Mi dispiace, nessuno dovrebbe morire così giovane.>>
Nel terzo caso vengo a sapere che a morire è stato un pilota professionista. Italiano, ventiquattrenne, simpatico, famoso. Allora cambia tutto. Avrebbe potuto essere un mio amico! Avrebbe potuto essere mio fratello maggiore, o mio figlio, o mio nipote. Avrei potuto essere io stesso! La notizia mi lascia sconvolto. Non perché è morta una persona, ma perché è morta una persona con la quale adesso in qualche modo mi identifico. Il livello di empatia sale vertiginosamente perché è la forma della notizia che mi fa provare empatia, mi fa diventare triste, mi lascia senza parole. Così perdo completamente il senso della misura e inizio ad indignarmi se qualcuno resta indifferente alla tragedia. Se poi qualcun altro si permette addirittura di fare ironia, e quindi mostrare poco rispetto verso questo dolore e questa tristezza che adesso sono anche miei e che pretendo siano di tutti, allora perdo completamente la ragione. Questo perché sono un uomo medio, non ho opinioni vere e proprie, non ho tempo per riflettere, sono un contenitore semivuoto e mi lascio riempire all'occorrenza dalla tv, dai giornali, da internet, con i contenuti del momento. --BlackOut(Blitzkrieg?) 15:35, ott 31, 2011 (CET)

Nessuno tocchi Nonciclopedia

Da ieri c'è stata una nuova ondata di vandalisimi sul sito, tuttora in corso, da parte di persone indignate e schifate a causa di alcune battute che avevano come bersaglio il motociclista Marco Simoncelli, morto ieri a 24 anni. I messaggi più frequenti che queste persone inseriscono sono: "Spero che vi muoia un parente a 24 anni così saprete cosa si prova!", "Mi verrebbe voglia di sciogliere nell'acido gli amministratori di quel sito!", "Nonciclopedia fa schifo!" e l'evergreen "Vergognatevi!".
Tutto questo perché qualcuno ha fatto una battuta, cioè qualcosa il cui scopo è far ridere, su questo ragazzo morto a 24 anni. La cosa che mi stupisce di più è la ferocia di alcuni commenti che ho elencato sopra. Gli autori di questi commenti si scagliano con una violenza così cieca contro utenti e amministratori di Nonciclopedia come se fossero stati loro stessi ad uccidere questo ragazzo. E così mi è venuto il dubbio: che stiano praticando uno degli sport preferiti dall'uomo medio qualunquista? Ovvero cercare un capro espiatorio anche in una vicenda in cui non ce ne sono.
In ogni caso, reagire con una tale furia a una battuta, augurare la morte a qualcuno che nemmeno si conosce, lanciare addirittura minacce di violenza fisica, rientra in quella gamma di comportamenti tipici di quelle persone che non intendono convivere e coesistere con coloro che la pensano diversamente, ma eliminarli. Appartengono alla stessa corrente di pensiero che nel medioevo ha portato alla nascita dell'Inquisizione... Tutto ciò, nel XXI secolo, nel secolo delle comunicazioni. E paradossalmente, queste persone che usano social network, iPhone, smart phone, e che credono di essere così all'avanguardia, quando incontrano qualcuno con opinioni diverse dalle loro non trovano altro da dire che augurargli la morte, insultarlo, lanciare pietre alla cieca. Parlano, ma senza avere niente da comunicare.

Nonciclopedia insegna a ridere su tante cose che, erroneamente, sono considerate importanti. Faccio alcuni esempi: ogni domenica vedo, su facebook o su altri social network, le solite pagliacciate in cui i tifosi delle squadre di calcio si insultano a vicenda scrivendo messaggi chilometrici su argomenti così banali da farmi venire la nausea. Del tipo "il fuorigioco non c'era", "la mia squadra è meglio della tua", "il mio idolo è meglio del tuo" e così via. Chiacchiere da social network, scontate e ripetitive proprio come i soliti messaggi di cordoglio e dolore, ipocriti fino al midollo, cui si assiste quando muore un idolo. Muore Michael Jackson e tutti si scoprono suoi fans e corrono a comprare i suoi cd[2]. Muore Steve Jobs e tutti vogliono l'iPhone.[3] Con questo cosa voglio affermare? Che le masse sono come dei grossi animali stupidi e impulsivi, privi di autocoscienza, che agiscono in base agli umori del momento. Oggi sono tutti affranti per un motociclista morto, ieri lo erano per Amy Winehouse, domani lo saranno per qualcun altro. Il problema è che troppe persone non sono dotate del buon senso necessario ad accettare le opinioni degli altri e l'affermazione che si può ridere di tutto, anche dei morti e delle tragedie. Simoncelli è solo il caso di questi giorni, è il morto del momento. E se c'è qualcuno che ritiene opportuno ironizzare sulla sua tragica fine, deve avere tutto il diritto di farlo. In fondo, che cosa c'è di male? Nonciclopedia insegna proprio questo: ironia e autoironia; ridere di sé, dei propri idoli, e, con buona pace dei moralisti e degli indignati, anche degli idoli degli altri. --BlackOut(Blitzkrieg?) 15:43, ott 24, 2011 (CEST)