Pontida: differenze tra le versioni

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Da allora la padania è fiera e indipendente, a discapito di certi comunisti che ci vogliono fare credere il contrario.
Da allora la padania è fiera e indipendente, a discapito di certi comunisti che ci vogliono fare credere il contrario.

[[Categoria:Paesini]]
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Versione delle 17:34, 13 mar 2010

Template:Bossiapprova Pontida è un luogo della mitologia padana: alla fine dei tempi Bossi vi ascenderà al cielo per lo scontro finale con quel bastardo palestinese.

Storia

La preistoria

I primi insediamenti nella zona risalgono a 4 milioni di anni fa: infatti, mentre la maggior parte degli ominidi attuali discende dal terronissimo Australopitecus Afarenis, la gloriosa razza padana discende dal Settentriopitecus Calderonensis, di cui ancora oggi si possono ammirare degli esemplari.

Lo scontro con Roma

Nel 51 a.C. le truppe di Roma Ladrona, guidate da Cesare di ritorno dalla gallia, si persero tra le paludi dell'alta Padania e decisero di attaccare Pontida, difesa da Borgheziotorige. Dopo tre mesi di assedio, la città fu costretta a capitolare e accettò il federalismo con Roma. Come tributo per la sconfitta, Cesare pretese la figlia del capo Borgheziotorige. Alla richiesta del generale romano di depilarsi almeno sulla faccia, la coraggiosa principessa gli sferrò un potente calcio nei maroni. Cesare allora ordinò la ritirata e giurò di non mettere mai più piede a Pontida. Portò con sé solo dei dadi per il brodo locali, poi abbandonati nel Rubicone.

Il medioevo

La città divenne sempre più potente e fondò le colonie di Verona e Ponte di Legno. Decise quindi di allearsi con i Longobardi, fondando la Lega Longobarda e riunificando tutta la Lombardia. Nel 1176, però, le truppe di Federico Vonproden (detto barbarossa per via dei suoi ideali politici), signore della vicina Emila-Romagna, occuparono Milano approfittando del derby annuale Milan-Inter. Pontida mandò la sua migliore ronda a combattere i comunisti. Barbarossa e il suo staff furrono arrestati nello strip-club di Legnano, nel Milanese. Lasciato libero, andò a fare il ministro delle infrastrutture in Terronia.

Il Risorgimento

Nel 1859 Pontida si ritrovò ancora a combattere per la propria indipendenza. Un criminale comunista, coi suoi 33 "cacciatori delle alpi", voleva attraversare territorio della città per raggiungere il Trentino. Ancora prima dell'intervento delle truppe regolari pontidesi, un gruppo di contadini bergamaschi, al grido di "Bossi è grande e Castelli è il suo profeta", fracassarono le teste degli invasori con pesanti calderoni per la polenta valsugana, "convincendo" così Garibaldi ad andare a sfogarsi nel Regno di Napoli.

Da allora la padania è fiera e indipendente, a discapito di certi comunisti che ci vogliono fare credere il contrario.