Nonno Fiorucci: differenze tra le versioni

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==Opere==
==Opere==

*[http://it.youtube.com/watch?v=f347kJ03v94 La parabola dei 5.000 euro]
*[http://it.youtube.com/watch?v=f347kJ03v94 La parabola dei 5.000 euro]
*[http://it.youtube.com/watch?v=Mwlci89s3xU L'unghio incarnito]
*[http://it.youtube.com/watch?v=Mwlci89s3xU L'unghio incarnito]

Versione delle 01:11, 4 dic 2007

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Questo utente offende il Signore ed i suoi seguaci!
Lascialo perdere, o sarai scomunicato, arso vivo
e messo sotto sale per compiacere il Signore.

PORCO DIO!!!

Papa Germano Primo ha personalmente benedetto (a suo modo) questa voce.
Alleluia! Alleluia! Alleluia!
Nonno Fiorucci assiso in cattedra.


« Dio lupo manaio! »
(Nonno Fiorucci su Dio)
« En pochi! »
(Nonno Fiorucci in merito al numero di bestemmiatori in Italia)


Nonno Fiorucci è stato e sarà sempre il più grande innovatore della Bestemmia Tradizionale.


Vita

Al secolo Vincenzo Gagliardoni Proietti, Nonno Fiorucci nasce in una data imprecisata del secolo scorso. La leggenda narra che al momento della sua nascita la statua della madonna del duomo di Foligno abbia pianto.

Benchè autoditatta e privo dei mezzi teconlogici oggi disponibili per apprendere e praticare la nobile arte della Bestemmia riesce comunque a raggiungerne i più alti livelli, modficando in maniera sostanziale le concezioni dei suoi ascoltatori che si trasformano inevitabilmente in discepoli. La sua arte pur non discostandosi dai temi classici riesce comunque a rinnovarli rinvigorendoli con gioia e fantasia.

Ultimo, ma solo in ordine di apparizione, dei Grandi della bestemmia è stato tramandato ai posteri grazie all'amorevole lavoro dei suoi diletti nipoti (Lorenzo detto "lorè" e la di lui innominata sorella) che, immortalando le sue orazioni tramite videofonino, lo hanno consegnato alla storia.

Purtroppo il nonno si spegne prematuramnete il 14 febbraio 2007, privando il mondo di un barocco artigiano della Bestemmia. Il nostro più grande rammarico è che la parte più consistente del suo lavoro non sia stato tramandato ai suoi discepoli che sono ora impegnati a trarre ed interpretare gli insegnamenti del Nonno dalle poche pagine che ci ha lasciato.

Tecnica

Il cardine fondamentale su cui si basa l'intera arte bestemmiatoria del Nonno è la rabbia: tutte le sue bestemmie sono infatti pronunciate con una carica di rabbia talmente elevata che sovente sembra esulare dal contesto stesso che l'ha generata. I piccoli scherzi architettati dai nipoti infatti possono apparire al neofita come innocui giochi adolescenziali e quindi indurre a valutare le sue reazioni bestemmiatorie come eccessive o fuori luogo. Alcuni critici hanno perfino maliziato su tale aspetto, ipotizzando l'artificiosità di certi video, come se il tutto fosse stato architettato appositamente per creare scalpore nello spettatore. Per controbattere queste accuse sul Nonno occorre indagare in maniera più approfondita il suo insegnamento, elencandone le peculiarità, le innovazioni e le similitudini con altri grandi bestemmiatori contemporanei. Solo in questo modo è possibile congliere le sfumature sublimi dell'arte bestemmiatoria del Nonno e rendersi conto di trovarsi di fronte ad un Maestro.

Genesi e Fenomenologia

Innanzitutto è bene inquadrare correttamente il contesto in cui le testimonianze video immortalano il Nonno. Risulta subito evidente l'ambiente agreste in cui molte scene hanno luogo. È facile supporre come Nonno Fiorucci sia un uomo cresciuto nel Lavoro e dal Lavoro, quel Lavoro con la L maiuscola che sta ad indicare la fatica fisica subita sui campi agricoli, lavoro manuale, che mina il corpo e l'anima. Tutta la sottocultura contadina quindi sublima nel Nonno, con i tipici connotati di rozzezza, scontrosità e burberità. Non è quindi strano trovarsi di fronte a reazioni apparentemente eccessive e plateali seppure generate da semplici scherzi e richieste. Il suo gergo, i suoi modi, la sua eccessività fanno parte del bonario mondo contadino. Gli antichi retaggi di questa cultura povera portano inevitabilmente a scagliarsi contro le divinità e le entità a loro collegate, fenomeno questo dovuto alla tradizione secondo la quale tali divinità colpiscano i raccolti e la vita stessa degli agricoltori con carestie, maltempo e malattie. Si noti come una tale scuola di pensiero sia trasversale a tutte le civiltà in tutto il globo e in tutti i tempi, sia in contesti monoteistici che in contesti politeistici. Il Nonno non sfugge quindi a questo quadro analitico e anzi se ne fa portavoce contemporaneo, principe di una schiera di nonni che lavorano nell'ombra con la stessa arte, ma che non hanno avuto la fortuna di essere scoperti dal grande pubblico. Ecco spiegata quindi la genesi dell'arte bestemmiatoria del Nonno e la sua veemenza applicativa.

L'applicazione della rabbia

La rabbia e l'impeto tipici del Nonno sono formalmente individuabili nell'uso rafforzativo di certe lettere. Egli generalmente produce frasi in cui alcune consonanti vengono pronunciate con vigore o vengono sottolineate soffermandocisi maggiormente. Un tipico caso è la celeberrima frase: Dio serpente avvelenato ove il Maestro incalza fortemente le consonanti D, V e si sofferma sulla R.

Le malattie infettive

La principale innovazione del Nonno è rappresentata dall'uso delle malattive infettive per identificare le varie divinità a lui nemiche, ed ecco quindi apparire le varie madonna tubercolosa, sta sifilitica, madonna sverminata, ed il più controverso madonna arrabbiata qui da intendersi nel senso di rabbiosa, cioè idrofoba. Ovviamente gli stessi epiteti possono riferirsi a Dio. La scelta di tali epiteti in riferimento alle divinità può apparire scontata. Per quanto semplicistica come soluzione diffamatoria in letteratura non ne troviamo precedenti utilizzi. Magnotta e Mosconi infatti, i principali predecessori del Nonno, incentrano la loro arte sull'utilizzo di forme bestemmiatorie tradizionali.

Pluralità di soggetti cooperanti

Il Nonno è poi solito usare non una sola bestemmia, ma simpatiche filastrocche in cui più entità avverse vengono allegramente canzonate assieme: Sto porco de Gesù, Giuseppe e Maria, con tutti gli angeli in compagnia. Se ne deduce anche che divinità minori come angeli e apostoli vengano frequentemente tirati in ballo. A tale proposito si noti anche come queste filastrocche possano essere accostate ad una sorta di litanie che il Nonno è solito produrre. L'utilizzo di quest'ultima tecnica trova spesso applicazione nelle pause del normale dialogo. Il Maestro in questi casi, come a voler evitare uno spreco di tempo, riempe tali silenzi con una sequela monotona di bestemmie o aggettivi ripetuti. Sembra a tratti un atto involontario il suo, quasi come se lasciasse libero sfogo ad un proceso inconscio di generazione di bestemmie. Tale caratteristica eleva enormemente la figura del Nonno Fiorucci sul panorama mondiale. Troviamo un elegante esempio di questa tecnica nella filmato Le Scorze de Fichi in cui il Nonno accompagna l'atto di salire le scale con la seguente litania: dio salvatico, dio sbudellato, dio sto porco, dio sto maiale, zozzo, lurido.

Utilizzo del dialetto

Nonno Fiorucci arriva da una realtà povera, la campagna umbra. Il dialetto umbro non è eccessivamente complesso nei termini. La zona in cui è nato e cresciuto il Nonno risente di influenze marchigiane, toscane e umbre e dunque si fa forza di tutte queste culture tradizionalmente prolifiche nell'ambito della bestemmia. Il Nonno fa uso del dialetto con mirabile effetto in molte delle sue proposizioni. I risultati sono sempre entusiasmanti ed illuminanti. Eccone alcuni:

  • dio lupo manaio dove la parola mannaro viene storpiata in manaio con ottimo risultato fonetico.
  • dio salvatico in cui la parola selvatico viene connotata essa stessa di una componente di selvaticità ulteriore con la sostituzione delle lettera e con una a.
  • dio fragio dove la parola frocio viene modificata in uno sbilenco quanto enormemente infamante fragio con una a pronunciata in modo magnificamente sguaiato.

Semantica delle pause

Fondamentale tecnica caratteristica del dialogare fiorucciano è quella dell'utilizzo delle pause. Il Nonno alterna frasi diffamatorie con piccole pause ad effetto, con lo scopo di attribuire alla frase una semantica anche ritmica. È una sorta di metalivello ulteriore quello creato. Una prima lettura della sua Parola ci indica la semantica diffamatoria tipica di ogni bestemmia, mentre la seconda lettura ci regala una ritmicità che rafforza il significato stesso delle bestemmie prodotte. Un esempio classico: sei stupido ...(pausa)... porca madonna. Qui il Nonno inveisce prima in modo semplicistico contro il nipote Lorenzo dadogli dello stupido. Poi aggiunge una breve pausa carica di effetto per poi chiudere il dialogo con una conclusiva porca madonna.

Complemento di specificazione

Altra importante innovazione è l'uso del genitivo che trasforma il soggetto della bestemmia in complemento di specificazione. È il caso di porca bbesctia della madonna, dove sintatticamente la frase sembrerebbe indicare come soggetto una fantomatica bestia di cui la madonna sarebbe padrona. È chiaro invece come l'intento del Nonno sia quello di posticipare la comparsa del vero soggetto della frase (la madonna) facendolo precedere da una serie arbitraria di aggettivi o pseudo-soggetti di connotazione negativa (porca bestia). Per attuare una simile tecnica quindi, il vero soggetto viene trasformato in un complemento di specificazione fittizio. L'effetto è duplice: suspance nell'attesa di scoprire a chi sono indirizzate le diffamazioni e intrinseco rafforzamento delle stesse.

Le maledizioni

Una curiosa caratteristica del Nonno è quella di mescolare un odio assoluto verso le divinità ad una ricerca di collaborazione con le stesse a fronte di un nemico comune. In questo caso il Nonno cerca l'appoggio delle stesse divinità bestemmiate in modo da augurarsi che queste gli facciano il favore di inviare una maledizione precisa a qualche malcapitato. Una maggiore analisi di questo fenomeno però ci porta agli occhi un fatto evidente. Vittima preferita di tali maledizioni è lo stesso nipote Lorenzo. Questo suggerisce una letura diversa. Pare infatti improbabile che il seppur burbero Nonno possa tenere un comportamenteo così disdicevole verso un consanguineo. La lettura più corretta sembra dunque essere quella che inquadra l'utilizzo delle maledizioni come un semplice slang tipico del Nonno e forse della stessa zona geografica in cui viveva. Alcuni simpatici esempi:

  • che t'pia un canchero dal signore.
  • che te piasse na paralisi prima de notte dio maiale con un simpatico accenno temporale che indica in maniera ancora più precisa la maledizione augurata.

Rarità

Alcune bestemmie del Nonno sono tanto belle quanto uniche nel loro genere poiché nelle testimonianze fino ad ora arrivate compaiono pochissime volte se non una soltanto. Eccone alcune:

  • dio scannato
  • dio svergognato
  • dio diavolo
  • dio serpente bove animale mitologico mezzo serpente e mezzo bove che riassume le caratteristiche negative di entrambe le bestie.
  • madonna arrabbiata da intendersi come madonna infettata dalla rabbia e quindi idrofoba.
  • madonna tubercolosa 1000 volte in cui fa la comparsa una simpatica tecnica moltiplicativa. Con ogni probabilità questa tecnica era ancora in via di sviluppo e se non fosse stato per la prematura morte del Maestro sarebbe diventata un'altra grande innovazione introdotta nell'arte bestemmiatoria mondiale.

Casi di studio

  • mannaggia a tutti i santi apostoli con sta sverminata della madonna.

In questo emblematico esempio confluiscono ben quattro tecniche: l'utilizzo della filastrocca composta, la pluralità di soggetti cooperanti nell'atto diffamatorio (i santi apostoli e la madonna), la diffamazione ottenuta con le malattie infettive (la madonna risulta sverminata) e la tecnica del complemento di specificazione. Uno studio più approfondito ci porta a notare come gli apostoli vengano definiti esplicitamente santi. Tale aggettivo potrebbe essere facilmente sottointeso (del resto non viene nominata santa anche la madonna). Il perché va ricercato nella volontà di creare una netta contrapposizione nel quadretto idilliaco prodotto dalla frase. La madonna in questa situazione è la parte certamente negativa poiché sverminata. Gli apostoli dal canto loro probabilmente osservano la scena della sverminazione quali candidi (santi) spettatori, quasi ignari dell'abominio che si sta compiendo. Il Nonno però inveisce contro tutti con un sommario e globale mannaggia.

  • sto maiale porco avvelenato del signore con tutti i santi.

Qui siamo di fronte alla massima espressione dell'arte fiorucciana. In primo luogo è facile notare come venga applicata la tecnica del complemento di specificazione. Il vero soggetto è ovvimente il Signore a cui vengono affibbiati gli aggettivi negativi di maiale, porco e avvelenato. In tale situazione l'aggettivo maiale si riferisce probabilmente al simpatico animale da cortile tanto spesso associato alle figure divine, mentre di conseguenza il porco si riferisce ad una devianza sessuale implicita di Dio. L'aggettivo avvelenato è quasi una costante del repertorio fiorucciano. Occorre prestare attenzione all'uso che il Nonno fa di tale termine. Dio risulta essere al contempo sia avvelenato che velenoso. Dunque il Maestro qui intende prima farsi cinicamente beffa di un Dio vittima di un avvelenamento (il che implicitamente ne diminuisce drasticamente l'Onnipotenza e Infallibilità) e successivamente allerta tutti noi che Dio stesso è probabilmente venefico, portatore sano o meno dello stesso veleno di cui è vittima. È una visione bilaterale molto complessa che ci testimonia la grandezza dell'arte del Nonno. Si noti poi come la parte finale della citazione includa nella diffamazione anche tutti i santi i quali, a differenza dell'esempio precedente, sono parte integrante delle visione negativa creata, alla stessa stregua di Dio (infatti non sono più santi).

  • che te piasse na paralisi da ste porc de crist.

Questa citazione è probabilmente l'esempio più complesso di utilizzo della tecnica della maledizione. Viene utilizzato il cliché della paralisi come malaugurio, grande cavallo di battaglia del Nonno. Tuttavia unisce questa tecnica con quelle del complemento di specificazione. Infatti il Nonno si augura che l'artefice della maledizione sia ste porc de crist. Come precedentemente spiegato l'accezione da associare è ovviamente quella che il Nonno si augura che Cristo, in quanto porco, possa mandare una maledizione concernente una paralisi.

  • dio maiale el porc del signore.

Citiamo questo esempio quale simbolo dell'ultima fase artistica del Maestro. Nel periodo subito precedente la sua triste dipartita la produzione del Nonno assume connotati di rassegnazione verso le divinità che stanno evidentemente vincendo la loro battaglia sulla sua persona. La frase qui riportata viene infatti pronunciata con un tono di tale arrendevolezza che il Nonno risulta quasi irriconoscibile.

Guida alle opere

Lo scopo di questa sezione è quello di far apprezzare a pieno l'arte del Nonno attravesso un'attenta critica ed una doverosa parafrasi di tutte le sue opere. Attenzione: le opere non son poste in ordine cronologico, ma seguono un ordine stilistico particolare; si comincia dalle più semplici per poi arrivare ai pezzi più complessi e dibattuti di tutta la sua produzione. Al neofita è consigliata la visione dei video durante la lettura.

5000 euro

È sicuramente questa l’opera che permette al neofita di avvicinarsi più facilmente alle teorie del maestro: presenta infatti tutti gli aspetti tipici dell’arte fiorucciana. L’opera apre con una bellissima bestemmia, che poi diverrà un caposaldo dell’intera sua predicazione, cioè il celeberrimo dio serpente avvelenato, che da sola occupa quasi un terzo dell’intero passo. Da notare come la semplice richiesta di soldi da parte del nipote scatenino una rabbia che poi si ripercuote con drammaticità su tutto il resto dell’opera. Segue il dio lupo manio, anch’esso parte integrante della sua opera che, sebbene sia da considerare una rarità, è molto apprezzato sia dal pubblico che dalla critica. Dopo poche ma sentite bestemmie tra cui spiccano per importanza dio scannato e madonna tubercolosa il passo si chiude con una delle migliori litanie proposte dal nonno cioè: sto porco de gesù Giuseppe e maria con tutti gli angeli in compagnia. Conclusione a sorpresa in cui si sente la moglie del nonno pronunciare un simpaticissimo: fatte sentì, come a dimostrare l’originalità del maestro anche di fronte ai suoi contemporanei. In conclusione possiamo affermare con sicurezza che quest’opera appare come un ottimo sunto di buona parte delle teorie fiorucciane che vengono con maestria messe in pratica.

Unghio Incarnito

Anche quest'opera,conosciuta anche come piede pestato, non pone grossi problemi di interpretazione e si presta ottimamente allo studio della tecnica bestemmiatoria del Nonno. Anche se meno carica di rabbia rispetto ad altri passi, il pezzo si apre con una magnifica madonna tubercolosa che, come vedremo, ricorre molto spesso nelle varie imprecazioni del Nonno. Segue una delle figure più note cioè sto maiale porco avvelenato del signore con tutti i santi, quindi la motivazione di tale affermazione. Da notare che dall'insulto doloroso iniziale alla sua precisazione son passati ben 15 secondi, peraltro occupati da splendide bestemmie, che ci possono dimostrare la grande professionalità nel campo della blasfemia del Nonno. Dopo due splendide rarità come dio svergognato e dio serpente bove il pezzo si chiude con la celebre litania mannaggia a tutti i santi apostoli con sta sverminata della madonna, sta maiala, sta troia, sta zingara. IL tutto si chiude con un dio cane che dona all'opera intera una drammaticità in crescendo-decrescendo.

Racchettata al Nonno

Considerata da molti l'opera prima del Nonno. Questa breve opera ci mostra come in seguito ad un innocente scherzo si scateni tutta la collera contro le divinità del Nonno. Il passo si apre con il famoso porca bestia della madonna che viene pronunciato con l'accentuazione delle b e delle sc per conferirgli maggior enfasi; seguono una serie di imprecazioni, sempre rivolte alla madonna con una conclusione in cui le si da della puttana. Degni di nota sono sia il fato che la prima parola detta dal Nonno dopo essere stato svegliato dalla racchettata sia stata una bestemmia, sia che l'intero pezzo abbia un unico protagonista, cioè la madonna.

Sassata al Nonno

Continua la serie di lavori in cui i nipoti attentano alla pace spirituale del Nonno. Il Maestro è infatti intento ad orinare, quando la sua serafica pace viene disturbata dal nipote Lorè con una sassata diretta al fondo schiena. Ecco quindi il nonno dar sfogo a tutta la sua rabbia, che va da bestemmie composite iniziali, vedi appunto dio tubercoloso fragio, per poi proseguire con delle bestemmie farfugliate di difficile comprensione fino a giungere al meraviglioso puttana arrabbiata della madonna che conclude la prima parte. Da notare come in pochi secondi si sia già mostrata buona parte delle tecniche utilizzate dal Maestro. La seconda parte dell' opera apre con una splendida maledizione con tanto di indicatore temporale, testualmente: te potesse piasse un canchero prima de notte. La conclusione, mai scontata, è costituita da una splendida madonna arrabbiata, giusto per riconfermare la grande fantasiosità del nonno nel suo campo.

Pistolettata al Nonno

Quest'opera segue il clichè della precedente ma le temtiche affronate raggiungono l'apice della drammaticità. Il Nonno è intento a riposarsi dopo una giornata di fatiche fisiche ed intellettuali quando viene raggiunto da un piombino sparato da una pistola. In pochi Secondi l'ira del Nonno si scatena generando una produzione artistica veramente notevole. In preda all'ira il Maestro dice: dio madonna, dio scannato, te pia un canchero dal signore. Poi inquadrato l'oggetto della sua ira nella nipote si scaglia nei confronti di quest'ultima con ingiurii, "scema!!". Sicuramente ci troviamo di fronte ad una delle opere più complesse del Nonno, a cui non è possibile dare una spiegazione univoca.

Opere