Battaglia di Vienna: differenze tra le versioni

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== Prima parte della battaglia: l'assedio di Vienna ==
== Prima parte della battaglia: l'assedio di Vienna ==


[[File:uomorobusto.jpg|right|thumb|300px|Giannizzero, provato dal lungo assedio.]]
[[File:uomorobusto.jpg|right|thumb|400px|Giannizzero, provato dal lungo assedio.]]


Al loro arrivo gli Ottomani misero sotto assedio la città. I Viennesi erano comandati dal '''Generale Kazzenbergen''', data l'indisponibilità dell'imperatore Leopoldo I, che ufficialmente era a caccia fino alla fine della guerra e potevano schierare a difesa delle mura:
Al loro arrivo gli Ottomani misero sotto assedio la città. I Viennesi erano comandati dal '''Generale Kazzenbergen''', data l'indisponibilità dell'imperatore Leopoldo I, che ufficialmente era a caccia fino alla fine della guerra e potevano schierare a difesa delle mura:

Versione delle 20:42, 10 lug 2011

« Maestà, i turchi ci hanno dichiarato guerra. »
( Ambasciatore asburgico porta la bella notizia a Leopoldo I.)
« Che palle, occupatevene voi, io vado a caccia. »
( Leopoldo I, su politica estera. E anche su tutto il resto...)
« Maestà, i turchi ci stanno stringendo d'assedio. »
( Generale Kazzenbergen su situazione militare.)
« Ok, io esco un attimo a prendere le sigarette. »
( Leopoldo I su sangue freddo.)
« Cara, vado un attimo a Vienna che Leo ha dei problemi con qualche turco (Sì, 200.000!), torno per cena. »
( Re di Polonia su ottimismo.)
« Caro, divertiti. E ricordati di metterti la maglia di lana, che se no prendi freddo. »
( Regina di Polonia su importanza dei preparativi in guerra.)

La Battaglia di Vienna è stato un lungo scambio di cannonate e insulti tra i Viennesi aiutati da alleati vari da tutta Europa[1] e l'Impero Ottomanico, venuto a requisire tutte le gnocche, i travestiti, e gli eunuchi presenti in Europa per l'Harem del sultano Mimmo IV sempre a corto di elementi per la sua smodata e creativa foga amorosa.

Antefatto storico

File:Leopoldoprimo.jpg
Leopoldo I alla notizia dell'arrivo dei turchi.

Nel 1683 (o giù di lì) l'impero Ottomanico venne a trovarsi al centro di una grave crisi demografica ed economica, dovuta al numero spropositato di esseri di sesso femminile (donne, pecore, cavalli e cammelli) e non, necessari a soddisfare i bisogni dell'Harem del sultano. Annoiato da questa situazione insostenibile, il sultano ordinò al Gran pz. di mrd. pz. di str. Visir Caro Mustafà di occuparsene e se ne andò a caccia. Il Visir capì subito che l'unica soluzione era quella di conquistare la casta città di Roma[2] al tempo sotto il duro bastone del Papa Silvio I. C'erano due possibili direzioni per attaccare Roma: una via mare utilizzando la potente flotta di pedalò da battaglia dell'impero Ottomanico e l'altra via terra passando per la Slavonia e per un piccolo stato dal nome ridicolo di Impero Asburgico, che aveva come capitale una piccola insignificante città chiamata Vienna. Dato che Mustafà soffriva il mal di mare, ma non il mal di cammello scelse la seconda possibilità. Per velocizzare le operazioni logistiche Mustafà dovette anche scegliere se portare in guerra la sua collezione di film a luci rosse o i cannoni di grosso calibro per l'assedio, e ovviamente fece la scelta più sensata.

Mustafà : E che sarà mai? Ma credi proprio che per assediare una città con mura spesse un metro e mezzo e alte una sessantina di metri mi servano dei cannoni?
Capo degli artiglieri : Non saprei signore.
Mustafà : Basterà che vedano quanti siamo e ci apriranno le porte, o li sommergeremo a forza di sputi.
Capo degli artiglieri : Non saprei signore.
Mustafà : Non sei forse d'accordo con me? E perchè continui a guardarti le scarpe e a tastarti il collo?

Questa mossa doveva portare a esiti imprevisti per l'andamento della battaglia.

Prima parte della battaglia: l'assedio di Vienna

File:Uomorobusto.jpg
Giannizzero, provato dal lungo assedio.

Al loro arrivo gli Ottomani misero sotto assedio la città. I Viennesi erano comandati dal Generale Kazzenbergen, data l'indisponibilità dell'imperatore Leopoldo I, che ufficialmente era a caccia fino alla fine della guerra e potevano schierare a difesa delle mura:

  • 10.000 cittadini Viennesi, che non erano riusciti a scappare prima dell'arrivo dei turchi;
  • 5.000 studenti tedeschi arrivati per la festa di primavera, sospesa per assedio;
  • 2.000 pasticceri di varie nazionalità arrivati per una convention sulle palle di Mozart (i cioccolatini ovviamente);
  • 3.000 Ottomani che allo svincolo Vienna\Klagenfurt avevano sbagliato strada.

Gli assediati potevano contare sulle imponenti mura di torrone di Vienna, che i pasticceri avevano rafforzato con innesti di pastafrolla e torta salata. Le artiglierie potevano sparare potenti praline da 1 tonnellata ripiene di zabaione e cacao, mentre alle porte erano fissati calderoni di cioccolato fuso da scaricare sugli assalitori. I turchi da parte loro potevano schierare un esercito di circa 200.000 unità formato da:

  • 50.000 giannizzeri;
  • 30.000 sergiozzeri;
  • 10.000 carlozzeri;
  • 20.000 truppe cammellate;
  • 10.000 tartari e carie;
  • 70.000 componenti l'Harem del Gran Visir;
  • 1.000 studenti tedeschi che allo svincolo Vienna\Klagenfurt avevano sbagliato strada.

Non avendo cannoni da assedio i turchi si dovettero accontentare di cingere Vienna con un imponente muro fatto con i dvd della collezione del Gran Visir e sopravvissero mangiando le munizioni di cioccolato usate dal nemico, con effetti devastanti sul loro fisico e salute mentale. I generali di Caro Mustafà gli chiesero di finire gli ultimi 10 metri di muro del campo con i dvd rimasti ma il Visir rifiuto sdegnosamente.

Mustafà : E che sarà mai? Ma credi proprio che mentre assediamo Vienna con questo enorme esercito qualcuno ci venga a disturbare?
Generale : Non saprei signore.
Mustafà : Basterà che vedano quanti siamo e scapperanno a gambe levate, e poi la mia collezione di video per solo uomini di Selen non si tocca sono dei classici!
Generale : Non saprei signore.
Mustafà : Non sei forse d'accordo con me? E perchè continui a guardarti le scarpe e a tastarti il collo?

Questa decisione doveva portare a esiti imprevisti per l'andamento della battaglia.

Intervallo

Mentre Vienna era sotto assedio il Papa, che aveva capito che aria tirava, cercò in tutti i modi di trovare degli alleati per aiutare Leopoldo I. Il problema era che Leopoldo per una cosa o per l'altra stava antipatico a mezza Europa, e all'altra non stava comunque simpatico. Per dirla tutta anche al Papa stava sui cosidetti, ma bisognava far buon viso a cattiva sorte, e il santo padre mandò il suo uomo migliore a raccattare truppe dai regnanti di tutta Europa con qualunque mezzo dalla scomunica al ricatto: Marco d'Aviano, detto il Cappuccino volante, per le sue imprese in deltaplano. Marco d'Aviano andò prima dal Re sole a chiedergli aiuto, ottenendo un netto rifiuto:

Luigi XIV : Neanche per sogno quando eravamo piccoli mi faceva i dispetti.
Marco d'Aviano : E che sarà mai.
Luigi XIV : All'ultima battuta di caccia mi ha impallinato la carrozza.
Marco d'Aviano : E che sarà mai.
Luigi XIV : Mi ha invaso l'Alsazia e si è ciulato la Lorena.
Marco d'Aviano : Ci rinuncio.

Alla fine il povero cappuccino riusci a convincere ad aiutarlo solo il Re di Polonia Ian Sobieski.

Re di Polonia : Non ci penso neanche. Ha tentato di fregarmi il regno.
Marco d'Aviano : Se non lo aiuti di scomunico.
Re di Polonia : All'ultima battuta di caccia mi ha impallinato il cavallo.
Marco d'Aviano : Se non aiuti ti tolgo il parcheggio gratis a San Pietro.
Re di Polonia : Ha tentato di insidiare mia moglie.
Marco d'Aviano : Se non lo aiuti ti tolgo la Playstation.
Re di Polonia : Frate, con te non si può proprio discutere.
Marco d'Aviano : Amen.

Questo per parlare dell'abilità di persuasione del povere Frate.

Seconda parte della battaglia: l'attacco del Monte Calvo

Gli ussari alati.

Alla fine, mentre Vienna era sotto assedio, dopo essersela presa comoda per visitare i dintorni, arrivarono Ian Sobieski e le sue truppe che si accamparono in un posto in culo al mondo, davanti Vienna, chiamato Monte Calvo (niente doppi sensi per favore!). Formavano l'esercito polacco i seguenti contingenti:

  • 30.000 fanti polacchi;
  • 20.000 fanti bavaresi che si erano persi all'ultimo Oktoberfest;
  • 1.000 studenti tedeschi che allo svincolo Vienna\Klagenfurt avevano sbagliato strada;
  • 4.000 ussari alati;
  • 10.000 cavalieri polacchi;
  • 1.000 Ottomani che allo svincolo Vienna\Klagenfurt avevano sbagliato strada.

Molto quotati erano soprattutto gli Ussari alati che stranamente facevano parte della cavalleria polacca e non dell'aviazione anche se potevano planare sul campo di battaglia. Alle prime luci dell'alba il prode Ian ordinò la carica di tutta la sua fanteria, che però fu bloccata dalle truppe avversarie con un fitto lancio di salami e cammelli. Mentre la battaglia infuriava, Sobieski vide che cera un buco di una decina di metri nel muro del campo avversario e ci si infilo dentro con tutta la sua cavalleria, vincendo la battaglia. I resti dell'esercito ottomanico scapparono verso le coste albanesi, da cui attraverso zattere d fortuna e pedalò arrivarono in Italia dove ancor oggi i loro discendenti vendono collanine, orologi e asciugamani sulle spiagge estive.


Conseguenze della battaglia

File:Ian solo.jpg
Foto ricordo della battaglia. Da destra a sinistra: Ian, Marco d'Aviano, il Generale Kazzenbergener e Bubu il cane da caccia dell'imperatore.
Casto ritratto dell'imperatrice d'Austria.

Come per la maggior parte delle battaglie, questa non servi assolutamente a niente, o quasi. Leopoldo I rimase sempre il più odiato dei monarchi europei, e come se niente fosse continuò ad andarsene a caccia. Anche Mimmo IV continuò ad andare a caccia, fancedosi però accompagnare dal Gran Visir vestito da beccaccia. I pasticceri che avevano difeso Vienna festeggiarono lo scampato pericolo inventandosi il cornetto, come omaggio non tanto alla vittoria contro gli Ottomani ma al fatto che il Generale Kazzenbergenera era andato in buca con l'imperatrice mentre il marito era a caccia e ormai aveva due corna come un cervo. Il buon Marco d'Aviano potè tornare al suo sport preverito, e cioè il deltaplano. Sembra che al frate dopo l'assedio fosse offerto del caffè trovato nel campo turco, e che non lo trovasse di suo gradimento dato che la bevanda era troppo leggera. Aggiunta una quantità consistente di grappa, la bevanda incontrò il suo gradimento. Da allora è d'uso tra tutti i conterranei di Marco d'Aviano bere caffe corretto dal superalcolico preferito a tutte le ore[3] . Ovviamente Ian Sobieski riebbe la sua Playstation.







Collegamenti

Note

  1. ^ Sostanzialmente solo i polacchi furono così fessi da abboccare;
  2. ^ Casta rispetto ai nostri giorni, leggete la storia di Marozia, figlia, madre e amante di papi;
  3. ^ Guardate dovè Aviano e capirete.