Discussione:Ateismo: differenze tra le versioni

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:Beh, quella sulla conversione all'ultimo minuto è un classico: ironia sull'autenticità dell'ateismo rispetto alle paure religiose. Quella sugli "apostoli più grandi" mostra che Odifreddi, se vuole aver successo, più che scrivere libri deve far riempire la gente di roba a tal punto da dimenticarsi di Dio. E quella che ho riportato qui sopra, a mio avviso, è simpaticissima: basta conoscere un attimo l'apologetica cristiana, con i suoi strampalati tentativi di giustificare l'ingiustificabile, per diventare tutti atei. Non serve altro. Non mi sembra male, no? [[Utente:SenzaSenso|SenzaSenso]] 18:12, feb 20, 2010 (CET)
:Beh, quella sulla conversione all'ultimo minuto è un classico: ironia sull'autenticità dell'ateismo rispetto alle paure religiose. Quella sugli "apostoli più grandi" mostra che Odifreddi, se vuole aver successo, più che scrivere libri deve far riempire la gente di roba a tal punto da dimenticarsi di Dio. E quella che ho riportato qui sopra, a mio avviso, è simpaticissima: basta conoscere un attimo l'apologetica cristiana, con i suoi strampalati tentativi di giustificare l'ingiustificabile, per diventare tutti atei. Non serve altro. Non mi sembra male, no? [[Utente:SenzaSenso|SenzaSenso]] 18:12, feb 20, 2010 (CET)

:Stavo cercando di mettermi "nei vostri panni" per capire dove fosse il punto che non va in quello che ho scritto, e forse ho capito. In queste citazioni – come anche nei lavori che ho fatto il mese scorso – io cerco di graffiare, con l'umorismo. Sinceramente, non sono mai stato un esagerato cultore del riso fine a sé stesso, ma piuttosto di un'ironia che dà modo di riflettere in modo più profondo, a volte anche drammatico. Riporto da it.wikipedia:

Nel saggio [''L'umorismo''] Pirandello ce ne fornisce un esempio:<br />
« Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere. "Avverto" che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto un "avvertimento del contrario" »<br />
L'umorismo, invece, nasce da una considerazione meno superficiale della situazione:<br />
« Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente, s'inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a trattenere a sé l'amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l'umoristico » (da http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Pirandello, GFDL 1.3)

:Ecco la differenza: forse voi cercate il "comico" – che certo è più simpatico e rilassante a prima vista – mentre io cerco l'"umoristico" (certo, nessuno qui è Pirandello). È così? [[Utente:SenzaSenso|SenzaSenso]] 18:21, feb 20, 2010 (CET)