Diamanda Galás: differenze tra le versioni

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[[File:Diavolo.jpg|left|thumb|250px|Raffigurazione medievale di Diamanda mentre si ciba del suo piatto preferito, il maschio caucasico di mezza età]]
[[File:Diavolo.jpg|left|thumb|250px|Raffigurazione medievale di Diamanda mentre si ciba del suo piatto preferito, il maschio caucasico di mezza età]]


Diamanda, o meglio Guglielmo, naque nelle praterie della Tessalonica da uno spaccatore di pietre di lunga tradizione <ref> altresì chiamato minatore</ref> e una pingue fattucchiera. Il padre volle il figlio da subito avviato al rinomato e difficile impiego familiare. Già durante il primo anno di scuola elementare il giovane Guglielmo fu in grado di smantellare con i denti una parte consistente delle mura della [[scuola]], ovvero quella che dava negli spoglatoi maschili, facendo, nell'ordine, una strage ed un'orgia.
Diamanda, o meglio Guglielmo, naque nelle praterie della Tessalonica da uno spaccatore di pietre di lunga tradizione <ref> altresì chiamato minatore</ref> e una pingue fattucchiera. Il padre volle il figlio da subito avviato al rinomato e difficile impiego familiare. Già durante il primo anno di scuola elementare il giovane Guglielmo fu in grado di smantellare con i denti una parte consistente delle mura della [[scuola]], ovvero quella che dava negli spogliatoi maschili, facendo, nell'ordine, una strage ed un'orgia.


L'entusiasmo di Guglielmo per la disintegrazione delle rocce scemò del resto con l'arrivo della pubertà. All'età di 15 anni le uniche pietre che ancora prendeva in mano erano quelle che usava per stordire i giocatori di [[calcio balilla]] più giovani dopo gli allenamenti, per rinchiuderli poi nello sgabuzzino e approfittare di loro a suo piacere, alimentando la sua nascente propensione per il [[sadismo]] più sfrenato e altre [[Sodomia|amenità imparate dalla mitologia greca]].
L'entusiasmo di Guglielmo per la disintegrazione delle rocce scemò del resto con l'arrivo della pubertà. All'età di 15 anni le uniche pietre che ancora prendeva in mano erano quelle che usava per stordire i giocatori di [[calcio balilla]] più giovani dopo gli allenamenti, per rinchiuderli poi nello sgabuzzino e approfittare di loro a suo piacere, alimentando la sua nascente propensione per il [[sadismo]] più sfrenato e altre [[Sodomia|amenità imparate dalla mitologia greca]].