De bello gallico: differenze tra le versioni

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[[File:Busto_Cesare_Maglia_Roma.jpg|thumb|right|250px|[[Gaio Giulio Cesare]], scrittore de il "''De bello gallico''".]]{{cit2|Gallia est omnis divisa in partes tres: pettum, alam et cosciam|Incipit de il de bello gallico, [[Gaio Giulio Cesare]]}}
{{cit2|Perdutatis! Ma qui si parla male del nostro druido!|[[Asterix]] leggendo il capitolo "''Tu quoque, druido, fili de na mignottam''"}}
{{cit2|Queo sporco laziale de [[Pompeo]] m'aveva già rubato l'idea de 'e calze...nonnun me potevo fammi rubàfregà anchepure 'sta genialata...!|[[Gaio Giulio Cesare]] risponde in diretta alla domanda: "''Perché hai scritto il de bello gallico?''"}}
{{TOC}}
Il "'''De bello gallico'''" è lo scritto più famoso del condottiero romano [[Gaio Giulio Cesare]]. In origine il de bello gallico sarebbe dovuto essere un libro di ricette in cui Giulio Cesare insegnava a cucinare i [[gallina|galli]] e i polli ai popoli romani; il tiro venne corretto in seguito da Cesare -ad opera già cominciata- quando scoprì che i Galli erano un popolo non proprio incline a farsi spennare. Decise dunque di scrivere una guida turistica del posto dove descrivere tutte le bellezze e i monumenti dell'antica [[Francia]], anche questo progetto fallì perché la [[Gallia]], non essendo ancora stata conquistata, non aveva nessun arco di trionfo o acquedotto o qualsivoglia [[grande opera]] monumentale degna di nota. Cesare, deluso dal fatto che le sue idee venissero tutte irrimediabilmente bocciate, ripiegò sull'autobiografia, da sempre ultima spiaggia di scrittori senza idee e [[vip|personaggi famosi]] semisconosciuti.
Utente anonimo