De bello gallico: differenze tra le versioni

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[[File:Busto_Cesare_Maglia_Roma.jpg|thumb|right|250px|[[Gaio Giulio Cesare]], scrittore de il "''De bello gallico''".]]{{cit2|Gallia est omnis divisa in partes tres: pettum, alam et cosciam|Incipit de il de bello gallico, [[Gaio Giulio Cesare]]}}
{{cit2|Perdutatis! Ma qui si parla male del nostro druido!|[[Asterix]] leggendo il capitolo "''Tu quoque, druido, fili de na mignottam''"}}
{{cit2|Queo sporco laziale de [[Pompeo]] m'aveva già rubato l'idea de 'e calze...nonnun me potevo fammi rubàfregà anchepure 'sta genialata...!|[[Gaio Giulio Cesare]] risponde in diretta alla domanda: "''Perché hai scritto il de bello gallico?''"}}
{{TOC}}
Il "'''De bello gallico'''" è lo scritto più famoso del condottiero romano [[Gaio Giulio Cesare]]. In origine il de bello gallico sarebbe dovuto essere un libro di ricette in cui Giulio Cesare insegnava a cucinare i [[gallina|galli]] e i polli ai popoli romani; il tiro venne corretto in seguito da Cesare -ad opera già cominciata- quando scoprì che i Galli erano un popolo non proprio incline a farsi spennare. Decise dunque di scrivere una guida turistica del posto dove descrivere tutte le bellezze e i monumenti dell'antica [[Francia]], anche questo progetto fallì perché la [[Gallia]], non essendo ancora stata conquistata, non aveva nessun arco di trionfo o acquedotto o qualsivoglia [[grande opera]] monumentale degna di nota. Cesare, deluso dal fatto che le sue idee venissero tutte irrimediabilmente bocciate, ripiegò sull'autobiografia, da sempre ultima spiaggia di scrittori senza idee e [[vip|personaggi famosi]] semisconosciuti.
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Altro punto di forza dell'esercito italico erano gli armamenti. Ad ogni legionario il governo centrale forniva una maglietta leggera e un paio di braghette di cuoio;[[File:Formazione_Roma.png|left|thumb|250px|La tipica formazione dell'[[esercito romano]], la testuggine a due punte.]] solamente dopo la riforma di [[Gaio Mario]] vennero aggiunti, al modico prezzo di 99 euro [[IVA]] inclusa, gli optional qui sotto elencati:
* Vestiti rinforzati in stecche di cuoio disegnati per l'occasione da stilisti italiani, rigorosamente [[gay]], e direttamente cuciti su misura.
* Sandali di [[Prada]], resistenti a [[millemila]]un migliaio di migliose miglia di marcia. Ogni 400 miglia il legionario invertiva il sandalo destro col sinistro in modo da consumarli uniformemente sui bordi, più suscettibili a usura durante le curve.
* Un ''pilum'', arma lunga da lancio, utile anche per grattarsi la schiena, laddove non si arrivava con il semplice utilizzo delle mani. Ogni soldato personalizzava il proprio con frasi incise sul manico indirizzate al nemico del tipo: "''Spero ti entri in un occhio"'', "''Là dove non batte il sol''" e "''Spese sanitarie a carico del destinatario"''
* Una ''daga'', una spada più corta delle altre e poco ingombrante, ma ben affilata e bilanciata. Secondo gli scritti di Cesare, questa spada veniva spesso riposta ''"in vagina"'', anche se non possiamo garantire la traduzione visto che, per colpa di tagli al personale, ci siam dovuti avvalere degli studenti di prima del [[liceo scientifico]] qua a fianco per la traduzione.