Croce Rossa
La Croce Rossa Italiana (nota anche come CRI oppure come Croce Rossa all’Italiana, Croce in Rosso o ancora come Cosa Rossa o Croce Rocca) è un'associazione per delinquere di stampo burocratico-mafioso che vorrebbe essere l'associazione italiana appartenente alla Federazione della Croce Rossa Internazionale, ma in realtà, come è facile capire, l'apposizione dell'aggettivo "italiana" dopo qualsiasi cosa che indichi organizzazioni non nate in Italia fa subito intendere che queste non c'entrano assolutamente una ceppa con le organizzazioni originali e con i loro scopi, bensì sono un modo come un altro per farci lucrare sopra i soliti politichetti e mafiosucci di casa nostra (o cosa nostra).
La storia della CRI
La Croce Rossa (all’)Italiana è stata una delle prime al mondo ad essere fondate e riconosciute al solo fine di guadagnare tempo prezioso per infilarci dentro il maggior numero possibile di mafiosi, falliti, parenti, futuri assessori comunali e altre figure retoriche simili tipiche della nostra cultura popolare.
Nasce una domenica d’agosto mentre cadeva tanta di quella neve e Gigi D’Alessio era inchiodato sul cesso del ristorante vicino casa sua per essersi abbuffato di cozze e frutti di mare avariati. Sfortunatamente visti i suoi legami con la camorra, il boss locale gli inviò (gratuitamente!) una delle ambulanze della USL che controllava permettendo di salvargli la vita. Sconvolti da questo triste evento alcuni reduci delle cinque giornate di Milano, Camillo Mercedes-benz di Cavour, la signora Pina delle tagliatelle e un gruppo di alcolisti anonimi della provincia di Reggio Calabria decisero di impegnarsi per evitare che in futuro potessero verificarsi di nuovo episodi simili. Crearono la CRI e imposero che solo le sue ambulanze potessero effettuare servizio di soccorso sanitario nel paese. Naturalmente nelle zone controllate dai boss delle varie mafie queste ambulanze continuarono ad operare e a intervenire (gratuitamente!) per salvare la vita a qualunque cantante neomelodico amico degli amici che si trovasse in pericolo di vita; i restanti poveri stronzi, invece, le ambulanze continuarono a pagarsele loro quando dovevano intervenire per aiutarli. Nel resto della penisola invece i comitati locali della CRI furono una vera fucina di idee su come spillare soldi ai contribuenti e su come organizzare moleste simulazioni di catastrofi alla domenica mattina, catastrofi che nella nostra bella Italia non mancano davvero mai, quindi erano giustificati tutti quelli che dicevano: “ma perché cazzo bloccate di domenica mattina tutto il paese per ste cazzate se tanto quando succede qualcosa i soccorsi intervengono a cazzo di cane?”
I Sette Principi della Croce Rossa Italiana
A differenza delle organizzazioni nazionali ed internazionali di Croce Rossa e Mezza Luna Rossa del resto del mondo e dell'universo (come non ricordare la Croce Rossa Marziana e la Mezzaluna Rossa Sovietica) per la CRI non valgono assolutamente, e anzi sono respinti con sdegno e vigore, come una canzone dei Gazzosa, i sette principi universali della Croce Rossa (Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità), in compenso sono stati elaborati da insigni umanisti, giuristi, scienziati, medici e soprattutto dal salumiere dietro l'angolo e da un numero imprecisato di ausiliari del traffico a cui stava per scadere il contratto di lavoro a termine, i Sette Principi della Croce Rossa (all’) Italiana:
- I Principio: Corruzione Come fondamento dello stato italiano non poteva non estendersi anche alla CRI, ma solo per ragioni di coerenza, non certo per una presa di posizione di qualcuno in particolare.
- II Principio: Politicizzazione riassumibile nella formula: “se mi fate avere i voti di tutti i soci del vostro comitato (o li date a chi dico io), il/la mio partito/giunta/loggia massonica/cosca poi se ne ricorderà… e magari non vi sfrattiamo nemmeno e vi facciamo avere qualche appalto”.
- III Principio: Sprechi Assicura che qualsiasi attività svolta, o spesa fatta, sia il più irrazionale ed infruttuosa possibile.
- IV Principio: Statalità Garantisce che lo stato ed il suo governo di turno possano usare come proprio esclusivo strumento la CRI e tutto ciò che ad essa è collegato per i loro affari, anche e soprattutto personali.
- V Principio: Assunzioni illegali Sono la risposta italiana al volontariato e garantiscono che degli scalda poltrona infilati nella CRI dagli amici degli amici prendano uno stipendio per il lavoro svolto a titolo gratuito dai volontari che proprio per questo sono considerati dei “mangia merda che tanto si lamentano e si lamentano ma sempre là restano”.
- VI Principio: Divisione Non una sola Croce Rossa ma tante Croci Rosse; così ognuno può aderire alla CRI che più gli garba: sei così un fallito che ti hanno scartato persino alle selezioni come militare? C’è il corpo militare; volevi studiare medicina ma lavori come commessa e sei frustrata? Ci sono le Infermiere volontarie; non sai bene nemmeno tu stesso cosa vuoi dalla vita? Ci sono i volontari del soccorso; sei una vecchia rincoglionita con la puzza sotto il naso? C’è il comitato femminile; vuoi cercare un’alternativa agli scout cattolici che ti dia preservativi gratis? Ci sono i Pionieri!
- VII Principio: Inconcludenza Ogni attività deve essere finalizzata a non cambiare assolutamente niente di qualsiasi cosa esistente fuori ma soprattutto dentro la CRI.
Come diventare un volontario della CRI
Requisiti minimi d’ingresso
La CRI si sa che è un’organizzazione assai selettiva e professionale che punta unicamente all’eccellenza ed alla preparazione dei suoi volontari, per cui sono richiesti i seguenti requisiti per gli aspiranti crocerossini:
- Avere secondi fini, specie di lucro o di affermazione personale.
- Non avere titoli di studio oltre la terza media, se si hanno si verrà sbattuti fuori perché gli altri si sentiranno in soggezione.
- Conoscere almeno il dialetto locale.
- Esser capaci di leggere o di scrivere (così almeno quando si è in due si riesce a essere operativi)
- Avere problemi comportamentali o psichici.
- Parlare alle spalle degli altri.
Perché diventare volontari CRI
Da un’indagine fatta dall’ispettore Gadget su un campione di 100mila volontari CRI provenienti da tutte le componenti è risultato che:
- Il 60% circa, si trova nella CRI senza sapere bene il perché magari solo perché ignora che esistano altre realtà di volontariato: questa percentuale si divide in un approssimativo 40% che dopo pochi mesi/anni abbandona disgustata la CRI per via dei soggetti che girano ed un 60% circa che rimane lamentandosi di continuo senza risolvere niente perché vedono il volontariato come un passatempo da fare per sport quando capita e come vogliono loro;
- Il 27% circa, è composto da ignoranti frustrati che nella vita di tutti i giorni vengono trattati di merda da tutti e che quando indossano la divisa credono di essere indispensabili per l’umanità e di poter mettere i piedi in testa a gente che in nessun altra circostanza potrebbero neanche guardar male;
- Il 3% o anche meno, è costituito da persone soddisfatte di sé e della propria vita che hanno reali intenzioni umanitarie nei confronti degli altri e non abbandonano la CRI solo perché non vogliono lasciarla in mano alle categorie precedentemente riportate.
L’addestramento
Grazie al loro addestramento fuori dal comune e a una preparazione teorica maturata in minuti e minuti di sessioni formative, i volontari quando escono per la prima volta in servizio sono così preparati che se succede qualcosa non sanno nemmeno cosa fare e finiscono loro per aver bisogno di soccorso.
Ecco come si svolgono le classiche sessioni formative di un volontario che si sta (de)formando:
Lezione di tipo A:Corsivo La lezione o per ritardo dell’istruttore o degli allievi (o più spesso di entrambi) inizia con venti o trenta minuti di ritardo; dovrebbe essere una lezione pratica per imparare ad usare le attrezzature specifiche ma o perché l’istruttore ha paura che i novellini scassino qualcosa o perché chi ha le chiavi del magazzino non ha voglia di andare ad aprire, la lezione si trasforma in una pallosissima lezione teorica in cui cercano di spiegare cosa dovreste fare se aveste adesso le attrezzature tra le mani. La metà degli allievi si addormenta dopo i primi cinque minuti l’altra metà guarda l’istruttore non capendo un cazzo e sperando di aver chiuso il gas a casa. Alla fine, alla consueta domanda rivolta al suo pubblico dall’istruttore: “è tutto chiaro, ci sono domande?” dopo che decine di occhi sbarrati hanno fatto cenno negativo, l’istruttore cerca di salutare ma prima che abbia finito tutti sono già in macchina sulla via di casa pensando ai cazzi loro.
Lezione di tipo B:Corsivo La lezione dovrebbe essere pratica e stranamente, o perché l’istruttore ha una coscienza o perché il comitato non vuole far figure di merda, gli allievi si trovano davanti davvero le attrezzature che devono imparare a usare. Solo che l’istruttore ha i cazzi suoi da fare oppure la sede non può rimanere aperta troppo perché consuma troppa corrente e non ci sono i soldi per pagare, oppure gli allievi sono troppi e le attrezzature poche e quindi ognuno prova una volta sola una a caso tra le attrezzature disponibili e per le altre si fa dare spiegazioni da un amico che magari ha usato un’altra cosa oppure s’arrangia. La lezione pratica termina dopo quaranta minuti, rispetto ai centoventi previsti, in cui le attrezzature vengono frettolosamente conservate, alcune volte rimane anche qualcuno legato alla barella spinale e lo scoprono morto in magazzino dopo qualche settimana, e in linea di massima nessuno è realmente capace di usare una qualsiasi attrezzatura.
Lezione di tipo C:Corsivo l’istruttore è una checca frustrata che parla con un tono ridicolo di voce e metà degli ascoltatori ride sotto i baffi l’altra metà gli ride apertamente in faccia. Risultato, nessuno segue la lezione e nessuno capisce niente. Alla fine la checcona se ne va sbattendo la porta e qualcuno tra le risate generali gli urla dietro: “Spiegavi meglio come si usava il vibratore!”
Lezione di tipo D:Corsivo l’istruttore è uno zoticone mezzo ubriaco che sta in ansia che in serata gioca la sua squadra del cuore e vuole essere sufficientemente ubriaco per godersi meglio lo spettacolo. Arriva barcollando e puzzando di “vodka-ammazza caffè”, sbuffa seccato in faccia agli allievi attoniti e inizia chiedendo: “avete mai visto questa?” indicando un’attrezzatura, se qualcuno dice “si” la sua risposta è : “bene, allora non c’è bisogno che ve lo spiego, andiamo avanti.” Poi inizia una litania veloce e incomprensibile in cui secondo lui è concentrato tutto il sapere del mondo del soccorso condensando il tutto in una lezione lampo. Dopo circa quindici-venti minuti la lezione è finita e l’istruttore soddisfatto se ne va barcollando e magari tirando un bel rutto sonoro.
Lezione di tipo E:Corsivo l’istruttore è insidiato da un altro volontario o che è in CRI da pochissimo e non capisce un cazzo o che non ha fatto il corso da istruttore perché non aveva tempo o perché analfabeta ma ciò non ostante è convinto di essere un medico. Ogni cosa che l’istruttore dice agli allievi è immediatamente contestata dal molestatore che non perde occasione per introdurre le sue rivoluzionarie teorie. Alla terza o quarta intrusione nella lezione i due litigano e spesso finisce a pugni con uno che dice all’altro: “sono io l’istruttore, vatteneeeeeeeee!” e l’altro che risponde: “Istruttore di sto cazzo, non capisci niente glie le imparo meglio io le cose a questi,(poi girandosi sanguinante verso gli allievi) non date retta a questo qua.” Gli allievi anche qui rimangono interdetti e come risultato la lezione porta gli allievi a non aver capito un cazzo. Il molestatore non viene mai rimproverato o perché è parente del commissario o perché ha fatto favori a qualcuno o perché ha litigato con il commissario accoppandolo quando gli è stato fatto notare che non doveva intromettersi nelle lezioni.
Le attività della CRI
Da sempre attiva nel soccorrere, e nel farsi soccorrere (con fondi pubblici naturalmente), la CRI grazie ai suoi volontari e dipendenti è impegnata in molte e utilissime attività per la società italioide:[[1]]
- Organizzare simulazioni di catastrofi e incidenti credibili come una puntata di Centovetrine e capaci di fare passare per coglioni tutti i volontari, soprattutto quelli capaci [2]
- Scoraggiare in ogni modo possibile e anche impossibile l’ingresso di persone convinte o motivate spingendoli verso associazioni più piccole ma che prosperano e sono efficienti
- Sopprimere i propri volontari con la burocrazia
- Usare i mezzi della CRI per scopi personali compreso l’andare con la propria signora al supermercato a fare la spesa
- Appropriarsi illegalmente di aiuti sanitari per migliaia di euro [3]
- Farsi commissariare dal Governo di turno
- Difendere i diritti umani e l’uguaglianza tra gli individui salvo poi abolire ogni forma di democrazia all’interno
- Far quadrare il cerchio per disegnare in modo corretto la Croce Rossa
- Dare importanti cariche a ex terroristi dei NAR che hanno passato anni della propria vita in carcere per banda armata, incendio doloso, lesioni personali, porto illegale di armi ma “adesso si sono reinseriti nel tessuto sociale” [4]
- Andare a parare il culo alla Protezione Civile che è pagata per fare ciò che non fa
- Far usare alle grandi industrie italiane e al ministero della difesa un simbolo tutelato dalle convenzioni di Ginevra per i loro affari privati
- Raccogliere soldi per scopi imprecisati
- Fare politica per la politica
- Fare politica per la Chiesa
- Diffondere tra i popoli l’importanza umanitaria del Gioca Jouer
- Far scappare a gambe levate il maggior numero possibile di volontari dopo qualche mese
- Scendere a compromessi con loschi figuri per motivi ancora più loschi
- Promuovere la pace duratura tra i popoli, soprattutto se costituenti civiltà estinte come i Sumeri o i Fenici
- Servire gli interessi statali con marziale e religiosa obbedienza
- Organizzare gare interne per stabilire chi è il più incompetente e ottuso tra i capi e capetti
- Organizzare convegni sui Teletubbies e sul loro ruolo come tutori del diritto internazionale umanitario
Le Componenti
Come ogni ente pubblico che si rispetti nel Belpaese questo deve essere complicato e diviso il più possibile in modo da far aumentare enormemente il numero dei posti di comando o comunque importanti in modo poi da scambiarli con favori elettorali e non. A questo scopo la CRI ha addirittura 6 componenti, di cui due nientepopodimenochè "militari":
Corpo Militare della CRI (CMCRI)
Sono la risposta della CRI al soft air e ai boyscout messi insieme.
Attività quotidiane e istituzionali del CMCRI:
- far spendere soldi ai contribuenti sottraendoli al ministero della Difesa
- mandare in confino in Siberia i suoi appartenenti che cercano di rendere pubblici e contrastare le porcate dei soliti noti [5]
- giocare con i soldatini]
- pregare la Madonna di Lourdes di non far chiudere il Corpo Militare della CRI altrimenti loro perdono in una sola volta autorità e stipendio e dovranno trovarsi un vero lavoro
- malmenare quelli che dovrebbero aiutare [6]
- scimmiottare il modo di fare, di parlare, di camminare dei veri soldati
- vantarsi con gli altri volontari CRI di fare un addestramento che i marines gli fanno giusto una pugnetta
- vantarsi di qualcosa in genere
- non conoscere la differenza tra quintali e tonnellate
- gare di assenteismo agonistico (solo per quelli che nel CMCRI sono dipendenti statali)
- provarci con tutte sperando nel fascino della divisa o più fortemente in problemi di vista della "preda"
- stare nei centri di reclutamento o nelle sedi della CRI a fare mega-tornei di briscola, tre sette e grattamento ballistico
- lamentarsi dei mezzi in dotazione (scarti delle forze armate italiane che non vorrebbero nemmeno i boyscout)
- vantarsi di essere pubblicamente elogiati dalle vere forze armate
- chiudere le orecchie e fare "uauauauauauau" quando li prendono per il culo i militari veri
- rispondere sdegnati, dall'alto della loro qualifica di "pubblici ufficiali della repubblica delle banane", quando li prendono per il culo gli altri volontari CRI
- lamentarsi della poca disciplina dei volontari di tutte le altre componenti
- lamentarsi che nella CRI ormai prendono tutti: checche, capelloni, rasta, comunisti, atei bestemmiatori, napoletani, froci, scartati dal Grande Fratello, immigrati e a volte si lamentano anche indirettamente della loro stessa presenza
Personaggi famosi del CMCRI:
- ”Colui che ha fatto “toccare il fondo” alla CRI”: Celeberrimo è quell’allegro chirurgo-torturatore, ufficiale medico del Corpo Militare della CRI ligure, che durante il G8 di Genova si distinse come aguzzino/dottore-folle alla caserma di Bolzaneto. Probabilmente le numerose e documentate violazioni dei diritti umani da lui compiute in quella caserma solo i malpensanti possono vederle come contrastanti con la sua appartenenza alla CRI, infondo non ha mai considerato le sue vittime come “umani”, quindi non era tenuto a tutelarne i diritti o ad applicare il diritto umanitario.
- ”Il Maresciallo Lo Zito”: diventato famoso perché aveva scoperto che la sorella del politico Gianni Letta, Maria Teresa, capoccia nella CRI abruzzese, si appropriava di fondi dell’associazione e faceva altre porcate varie e la aveva denunciata. Per la sua condotta immorale c’è stata una pronta punizione… stiamo parlando del maresciallo Lo Zito, naturalmente, mica della sorella di un grosso politico, che è stato sbattuto in Umbria e ora vive in un camper.
Infermiere volontarie (IIVV)
Siccome nel corpo militare le donne non possono accedere altrimenti potrebbero far commenti sulle dimensioni degli organi riproduttivi dei valorosi militari d'acqua dolce sottolineando il meccanismo compensativo che li ha portati nel corpo militare, ecco che c'è un corpo comunque militare-soft anche per loro. Una raccolta di represse e frustrate che fa dell'acidità e della spocchia l'unico scopo di vita e solo perché hanno fatto un corso che gli ha insegnato a giocare con l'allegro chirurgo. L'esame per diventare poi infermiere consiste nel saper cantare a memoria la celebre canzoncina della pubblicità dell'allegro chirurgo.
Attività quotidiane e istituzionali delle IIVV:
- attentare alla salute delle persone che aiutano
- chiedere se corsi o esami che fanno come IIVV gli daranno dei crediti formativi all'università e quanti (solo se universitarie)
- lamentarsi di essere vestite come delle suore stitiche
- lamentarsi di dover imparare a marciare
- lamentarsi che con quanto hanno studiato per diventare Operatori Socio Sanitari (quindi infermiere NON PROFESSIONALI… cioè non infermiere) tutti gli altri volontari CRI dovrebbero prostrarsi ai loro piedi e chiamarle "vostre maestà"
- fare a gara a chi è la più acida
- fare a gara a chi ha avuto più lontano nel tempo l'ultimo rapporto sessuale
- prendersi a insulti in pubblico davanti a persone estranee alla CRI
- vantarsi con gli altri volontari che loro sono le uniche che sanno fare qualcosa
Volontari del Soccorso (VdS)
Sono la componente più numerosa, quindi anche quella con il maggior numero di casi umani e disturbati psichici (sono in aperta competizione con il Corpo Militare e con le Patronesse per chi ne ha di più) che vanno da quelli che credono di essere poliziotti solo perché usano mezzi con la sirena a quelli che invece si credono dei piccoli dr. House e cercano di sostituirsi a medici e infermieri veri.
Si occupano di tantissime attività che una persona con un minimo di buon senso non farebbe mai gratuitamente e meno che mai dovendoci spesso rimettere di tasca propria. Ora hanno ricevuto la nuova divisa rosso Gabibbo che sostituisce quelle vecchie blu da spazzini.
Attività quotidiane e istituzionali dei VdS:
- trasporti sanitari, magari intascando qualche “mancia” dai trasportati
- usare le sirene dell'ambulanza anche quando rispondono a un codice verde o vanno a pranzo
- lamentarsi di come va la gestione della CRI
- lamentarsi del commissario straordinario di turno
- minacciare di uscire dalla CRI salvo poi rimanere non sapendo dove altro andare
- lamentarsi della politica nella CRI
- lamentarsi della stagnazione dei vertici locali
- lamentarsi del commissario straordinario precedente
- lamentarsi di tutti i commissari precedenti
- lamentarsi di se stessi
- litigare durante le riunioni su chi ce l'ha più lungo o sta nella CRI da più tempo
- parlare alle spalle dei propri colleghi e dei capi e capetti locali
- leccare platealmente il culo ai su citati capi e capetti senza mai criticarli apertamente
- autocommiserarsi
- lamentarsi che la CRI a breve chiuderà i battenti
- lamentarsi perché loro stessi sono capaci solo di lamentarsi ma non muovono un dito per cambiare le cose
- lamentarsi per varie ed eventuali
Pionieri (Pio)
Sono la gioventù della CRI, se non esistessero… nessuno se ne accorgerebbe, salvo quando si tratta di pulire o sturare i cessi nei campi della CRI, unica mansione delicata e di rilievo assegnata a questi baldi giovani.
Hanno un’età compresa tra gli 8 e i 25 anni ma spesso si fa fatica a capire chi ne ha più di 15. Sono subito riconoscibili grazie alla loro divisa costituita da una tuta arancione-evidenziatore così fosforescente che i dischi volanti dei marziani che si vedono di tanto in tanto vengono sulla Terra semplicemente a dire ai pionieri di non indossarle di giorno altrimenti il riflesso arancione li disturba sul loro pianeta d’origine.
Da poco anche loro hanno ricevuto la nuova divisa rosso Gabibbo.
Spesso si vedono alla guida di potenti ed efficienti mezzi di trasporto quali biciclette, apecar, furgoncini dei puffi Piaggio o Vespa 50 truccate con ferite lacero-contuse approntate da quelli di loro che hanno fatto il corso per truccatori.
Attività quotidiane e istituzionali dei Pionieri:
- essere ignorati dai volontari più grandi
- essere scambiati per spazzini/operai anas/uomini delle pulizie dalle persone esterne (e a volte anche da qualche patronessa)
- sentirsi male in caso di emergenze
- essere irreperibili in caso di necessità
- fare servizio di 118 in ambulanza guidando come ubriachi e cercando di far aumentare il numero dei feriti (almeno in alcune zone della Calabria)
- lamentarsi che nessuno se li incula
- minacciare di uscire dalla CRI salvo poi rimanere non sapendo dove altro andare
- non rispettare le norme di sicurezza che loro vanno a insegnare nelle scuole
- lamentarsi della politica nella CRI
- lamentarsi della stagnazione dei vertici locali
- lamentarsi che il proprio commissario non è un pioniere
- lamentarsi del commissario straordinario precedente
- lamentarsi di tutti i commissari precedenti
- lamentarsi di tutti quelli più grandi di loro
- chiamare "maestra" la loro commissaria (se si hanno meno di 10 annI)
- fare attività per i bambini passando per dei cretini
- fare attività per i cretini passando per bambini
- essere presi per il culo perfino dai boyscout che anche se vanno in giro a trenta anni in calzoni corti almeno non sembrano degli evidenziatori col cappellino
- fare campagne di prevenzione contro l'AIDS nelle scuole non potendo parlare però di preservativi o di sessualità
- aiutare gli altri volontari a montare tende e gazebi per poi essere travolti dai giornalisti che intervistano quelli che sono stati al bar a scroccare la colazione mentre venivano montate le tende
- fare la clown terapia negli ospedali (che consiste nel molestare e infastidire chi è malato spingendolo a guarire prima possibile per non dover più assistere a simili spettacolini)
Comitato Femminile (CF)
Composto di ottantenni arteriosclerotiche e permalose chiamate patronesse si occupa di raccogliere tutte quelle donne che nella CRI non possono (o in realtà non vogliono) avere a che fare con sangue, feriti, barboni, pionieri, ecc. Molte non si vedono mai in sede e si è spesso indecisi se darle per morte vista l'età avanzata oppure aspettarsi che si facciano vive quando arrivano i giornalisti o le autorità per farsi vedere dalle amiche esterne alla CRI e vantarsi. Alcune sono invece delle amabili vecchiette che sembrano uscite appena da messa e vanno a costituire delle suppellettili aggiuntive nelle sedi dei comitati senza avere nessuna funzione attiva.
Attività quotidiane e istituzionali delle patronesse:
- fare attività socio-assistenziali (raccolte fondi, raccolta cibo, raccolta differenziata, far litigare le altre componenti tra loro)
- distribuire gli alimenti alle famiglie bisognose
- litigare con le famiglie bisognose
- cercare fondi presso le famiglie bisognose
- censire e commiserare i barboni
- litigare tra di loro su chi deve comandare ignorando che esiste una loro ispettrice/commissaria
- non sapere dell'esistenza di almeno 2 a scelta delle 6 componenti della CRI
- lamentarsi dei problemi reumatici
- portare avanti la più ferrea assenza di idee
- parlare alle spalle l'una dell'altra
- fare le grandi amiche quando serve e quel minimo che basta
- litigare con le altre componenti per qualsiasi motivo organizzativo o legato a titoli di studio o onorifici (propri o più spesso dei propri mariti/figli) che dovrebbero porle al di sopra di tutto e di tutti
- lamentarsi della prostata dei propri mariti
- lamentarsi che i propri mariti se la fanno con la badante ventenne rumena mentre loro stanno a litigare con qualche volontario o dipendente tanto per passare il tempo
- perdere le chiavi dei magazzini
- fare incidenti con l'auto di servizio
- litigare con i rappresentanti di altre associazioni di volontari che devono collaborare con la CRI per qualche iniziativa
- minacciare gli altri volontari quando non sono d’accordo con loro dicendo: "tu non sai chi è mio marito/figlio"
Donatori di Sangue (Donatori di Sangue... non sono così fighi da avere un acronimo)
Inizialmente si dovevano chiamare donatori d'organi, donando infatti i loro organi, che sarebbero poi stati venduti sul mercato nero, avrebbero dovuto con i fondi da ciò ricavati colmare il buco miliardario delle casse della CRI creato da decenni di corruzione e cattiva gestione. Poi qualche crumiro nazi-comunista ha fatto notare che non si possono vendere gli organi sul mercato nero ma al massimo il sangue per restare in un clima di legalità. Quindi cambiato il nome si dedicano a donare il loro sangue per colmare il buco di bilancio, mentre capi e capetti della CRI contribuiscono ad allargarlo permettendo nuove assunzioni di amici, parenti e amanti a tempo indeterminato.
I dipendenti (statali) della CRI
La Croce Rossa Italiana si è dimostrata ineguagliata, salvo forse i sindacati, per piazzare gente che poi avrebbe contribuito alla maggior gloria di figure borderline con la politica oppure spudoratamente appartenenti ad essa che hanno da sempre usato la CRI per fare le loro macchinazioni e i loro imbrogli. Migliaia sono i dipendenti civili e “militari” della CRI, presenti in quasi tutte le sei componenti. Questi sono quasi esclusivamente degli scalda-poltrona che si attivano solo per manifestare quando tanti decenni di sprechi hanno lasciato le casse della CRI in rosso e i loro lauti stipendi non si sa più da dove prenderli (e i donatori di sangue sono stati già spremuti abbastanza).
Il commissariamento e i commissari straordinari
Di seguito una lista dei commissari straordinari che si sono succeduti alla guida della CRI negli ultimi dieci-dodici anni:
E i problemi che hanno risolto:
n.p.
La nuova divisa unica
Se l’abito non fa il monaco allora la nuova divisa rosso-gabibbo della CRI non fa i crocerossini. Un bel giorno per evitare che i volontari delle varie componenti ad un colpo d’occhio di un estraneo sembrassero una cover band mal riuscita dei Villeges People, qualcuno (che aveva qualche amico o parente che produceva in due piccole ditte abiti da lavoro per personale di ristoranti e alberghi) ha avuto la geniale idea di dire a questi amici o parenti che alla CRI servivano TANTE nuove divise e che se aguzzavano un po’ l’ingegno (e magari gli giravano qualche soldino del ricavato sottobanco) potevano iniziare a produrre, da un giorno all’altro e senza alcuna esperienza in merito, divise operative per servizi d’emergenza a costi per la vendita altissimi rispetto la qualità scadente. Naturalmente la CRI non avrebbe neppure pensato di fare una gara d’appalto coinvolgendo le ditte da anni specializzate nel produrre capi altamente tecnici a costi anche più bassi. Entusiasti, si misero all’opera per concepire le futuristiche nuove divise.
I primi tentativi delle nuove divise
No, i primi tentativi delle due ditte di fare divise altamente tecniche per la CRI non andarono troppo bene; la divisa appariva strana, aveva un grembiule bianco davanti e quella dei soccorsi speciali aveva un papillon nero e un porta posate incorporato che si faticava a contrabbandare per una tasca porta tutto. Altre sembravano comuni divise da cameriere a cui era stato aggiunto lo stemma della Croce Rossa ed un poco rassicurante talloncino che indicava la rispondenza del capo a tutti gli standards più elevati di sicurezza ma a un occhio esperto, come quello di un bambino, quella camicetta con il simbolo CRI cucito sopra la scritta “Pizzeria da Mario a Ostia Lido” per coprirla, stando alla dicitura riportata sul talloncino doveva essere ignifuga, impermeabile, antistrappo e antiproiettile ma non sembrava niente di tutto ciò. Alla fine dopo molti rimaneggiamenti e dopo aver del tutto abbandonato la base inizialmente adottata (quella della divisa dei camerieri della Pizzeria da Mario) dovettero mettersi al lavoro per disegnare dei vestiti che almeno a prima vista potessero sembrare fatti apposta per l’impiego per cui erano stati previsti anche se poi il tessuto utilizzato per fabbricarli era quello usato per le sottotovaglie rosse delle trattorie.
La nuova divisa, disegnata dal ragionier Fantozzi in carne e basco, si compose quindi nel seguente modo che è anche quello che conosciamo:
- Giacca 4 tasche in carta velina rossa con bande rifrangenti che dopo il primo lavaggio non rifrangono più un cazzo;
- Pantaloni di chelophane rosso mestruo con bande rifrangenti come sopra con mutandoni ascellari integrati in lana di vetro misto lana d’acciaio;
- Cappellino da baseball stile “vu cumprà”
- Scarpe antinfortunistica (nel senso che sono così scomode che ti infortuni direttamente il piede quando le indossi e non ti devi più preoccupare di farti male in seguito);
- Atroce gilettone arancione radioattivo con bande rifrangenti ovunque;
- Polo bianca o rossa che nessuno ha ancora capito quando si usa una e quando l’altra;
- Cintura in carta igienica riciclata rosso mestruo con fibbia in carta stagnola e rinforzi in tessuto scrotale di scoiattolo.
Vita operativa media di queste nuove divise: 15 giorni (se va bene e se non le lavi) Protezione da sangue, pioggia, acido, merda spruzzo: vicina allo 0 Cifra che hanno guadagnato le due dittarelle da questo magheggio: svariati euri