Conclave: differenze tra le versioni

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Fu Alessandro III a decidersi a cambiare le carte in tavola. Noto per la sua onestà - era un avvocato che, non eletto papa, si fece incoronare in un'altra città - e per la sua generosità - ordinò che chi non pagasse in anticipo la decima allo Stato Pontificio fosse scomunicato - cambiò le regole dell'elezione, affidandola, finalmente, al collegio cardinalizio. Da quel momento, la Chiesa si ammodernò sempre più velocemente, tant'è che la cosa non è cambiata dal 1179.
Fu Alessandro III a decidersi a cambiare le carte in tavola. Noto per la sua onestà - era un avvocato che, non eletto papa, si fece incoronare in un'altra città - e per la sua generosità - ordinò che chi non pagasse in anticipo la decima allo Stato Pontificio fosse scomunicato - cambiò le regole dell'elezione, affidandola, finalmente, al collegio cardinalizio. Da quel momento, la Chiesa si ammodernò sempre più velocemente, tant'è che la cosa non è cambiata dal 1179.


Nel 1268, a Viterbo, sopraggiunse un problema. I cardinali non trovavano un accordo su chi eleggere da ben 19 mesi, tanto che la gente cominciava a pensare che dentro al palazzo si stesse tenendo una [[entconsulta|ent]]. La popolazione non ne poteva più: i vecchietti non combinavano niente, e in più consumavano le scorte di cibo della città, oltre che a ciulare il wi-fi del vicino. Così, mossi dall'esasperazione, i cittadini scoperchiarono il tetto del palazzo dove i cardinali si erano riuniti e li misero a pane e acqua finché non avessero preso una decisione. I porporati, allora, inferociti come faine, resistettero a oltranza: muniti di mantelli, coperte, razioni di cibo militare e parecchie videocassette di film di [[Pippo Franco]] (''Giovannona d'arco coscialunga arsa viva con onore'' andava per la maggiore all'epoca), tennero duro per 1006 giorni prima di eleggere un papa, Gregorio X. Egli, per ricompensarli, modificò le regole dell'assemblea per renderla più confortevole: i cardinali non avevano diritto a stanze singole, niente servitori, un solo pasto al giorno e dopo cinque giorni di insuccesso, solo pane e acqua.
Nel 1268, a Viterbo, sopraggiunse un problema. I cardinali non trovavano un accordo su chi eleggere da ben 19 mesi, tanto che la gente cominciava a pensare che dentro al palazzo si stesse tenendo una [[ent|entconsulta]]. La popolazione non ne poteva più: i vecchietti non combinavano niente, e in più consumavano le scorte di cibo della città, oltre che a ciulare il wi-fi del vicino. Così, mossi dall'esasperazione, i cittadini scoperchiarono il tetto del palazzo dove i cardinali si erano riuniti e li misero a pane e acqua finché non avessero preso una decisione. I porporati, allora, inferociti come faine, resistettero a oltranza: muniti di mantelli, coperte, razioni di cibo militare e parecchie videocassette di film di [[Pippo Franco]] (''Giovannona d'arco coscialunga arsa viva con onore'' andava per la maggiore all'epoca), tennero duro per 1006 giorni prima di eleggere un papa, Gregorio X. Egli, per ricompensarli, modificò le regole dell'assemblea per renderla più confortevole: i cardinali non avevano diritto a stanze singole, niente servitori, un solo pasto al giorno e dopo cinque giorni di insuccesso, solo pane e acqua.


Le ultime modifiche al regolamento risalgono ad anni recenti. Paolo VI escluse dal conclave i cardinali sopra gli ottant'anni, perché continuavano a sbavare sui tavoli e a raccontare le loro memorie passate, facendo addormentare il gran cerimoniere e metà dei loro colleghi. A oggi la maggioranza dei voti deve essere dei 2/3 fino al 34° scrutinio; dopodiché sono [[cazzi acidi]].
Le ultime modifiche al regolamento risalgono ad anni recenti. Paolo VI escluse dal conclave i cardinali sopra gli ottant'anni, perché continuavano a sbavare sui tavoli e a raccontare le loro memorie passate, facendo addormentare il gran cerimoniere e metà dei loro colleghi. A oggi la maggioranza dei voti deve essere dei 2/3 fino al 34° scrutinio; dopodiché sono [[cazzi acidi]].

Versione delle 10:59, 19 set 2013

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Conclave è un termine tecnico che indica l'assemblea durante la quale i cardinali della Chiesa S.p.a. eleggono il loro amministratore delegato.

Storia

Nei primi anni di vita del Cristianesimo, ovvero pochi anni dopo la risurrezione del figlio del padrone di casa, i primi fedeli si trovarono di fronte all'atroce dilemma: come fare a tenere in piedi la baracca, visto che il capo è andato in pensionamento anticipato? Dapprima si adottò la soluzione più semplice, ovvero l'indicazione diretta del successore da parte del precedente amministratore. Ma faceva brutto. Sembrava una successione da nobiltà, o da governo italiano. E poi non è che i primi papi, dopo Pietro, fossero stati scelti con grandi criteri: il primo si chiamava papa Lino, famoso per l'onnipresente cappello a scodella, e il secondo papa Fabiano, che non ne poteva più perché tutti gli chiedevano in prestito fogli da disegno, scambiandolo per papa Fabriano. Inoltre, papa Fabiano fu eletto in quanto una colomba gli si posò sul capo.

« Sono contento che mi abbiano eletto papa, ci mancherebbe. Ma mai nessuno che ti dia un fazzoletto quando i piccioni ti cagano in testa! »
(Papa Fabiano subito dopo l'elezione)


Fu Alessandro III a decidersi a cambiare le carte in tavola. Noto per la sua onestà - era un avvocato che, non eletto papa, si fece incoronare in un'altra città - e per la sua generosità - ordinò che chi non pagasse in anticipo la decima allo Stato Pontificio fosse scomunicato - cambiò le regole dell'elezione, affidandola, finalmente, al collegio cardinalizio. Da quel momento, la Chiesa si ammodernò sempre più velocemente, tant'è che la cosa non è cambiata dal 1179.

Nel 1268, a Viterbo, sopraggiunse un problema. I cardinali non trovavano un accordo su chi eleggere da ben 19 mesi, tanto che la gente cominciava a pensare che dentro al palazzo si stesse tenendo una entconsulta. La popolazione non ne poteva più: i vecchietti non combinavano niente, e in più consumavano le scorte di cibo della città, oltre che a ciulare il wi-fi del vicino. Così, mossi dall'esasperazione, i cittadini scoperchiarono il tetto del palazzo dove i cardinali si erano riuniti e li misero a pane e acqua finché non avessero preso una decisione. I porporati, allora, inferociti come faine, resistettero a oltranza: muniti di mantelli, coperte, razioni di cibo militare e parecchie videocassette di film di Pippo Franco (Giovannona d'arco coscialunga arsa viva con onore andava per la maggiore all'epoca), tennero duro per 1006 giorni prima di eleggere un papa, Gregorio X. Egli, per ricompensarli, modificò le regole dell'assemblea per renderla più confortevole: i cardinali non avevano diritto a stanze singole, niente servitori, un solo pasto al giorno e dopo cinque giorni di insuccesso, solo pane e acqua.

Le ultime modifiche al regolamento risalgono ad anni recenti. Paolo VI escluse dal conclave i cardinali sopra gli ottant'anni, perché continuavano a sbavare sui tavoli e a raccontare le loro memorie passate, facendo addormentare il gran cerimoniere e metà dei loro colleghi. A oggi la maggioranza dei voti deve essere dei 2/3 fino al 34° scrutinio; dopodiché sono cazzi acidi.

Svolgimento del conclave