Caravaggio: differenze tra le versioni

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== Stile pittorico-pugilistico ==
== Stile pittorico-pugilistico ==
[[File:Gatto morto.jpg|thumb|250px|Celebre natura morta caravaggesca.]]
La particolare tecnica pittorica e combattiva di Caravaggio fu la chiave principale del suo successo, se si esclude il trascurabile fatto che il cardinal Del Monte gestiva il più grande traffico di [[Corruzione|incontri clandestini truccati]] del Belpaese.<br />Fino al suo avvento nella nobile arte della pugna, lo stile che caratterizzava la maggior parte degli altri boxeur era estremamente pulito e accademico, con forti influssi derivati dai grandi protagonisti rinascimentali della boxe, su tutti le figure di [[Primo Carnera]], [[Rocky Marciano]], [[Michelangelo]] e [[Raffaello]].<br />La rivoluzione di Caravaggio consistette proprio nella geniale intuizione di portare la sua esperienza di attaccabrighe da locanda nel mondo platinato del pugilato: i suoi trucchetti da [[guappo]], il suo torpiloquio, le sue scorrettezze da carcere a vita, la sua fulminea agilità temprata dopo anni a scansare coltellate nelle risse da strada a Roma si rivelarono armi micidiali e misero in difficoltà anche i campioni più affermati.<br />Caravaggio e Del Monte arrivarono addirittura a pagare un complice affinché sabotasse l'impianto di illuminazione durante gli incontri più difficili. Nel corso delle scazzottate notturne infatti il pugile lombardo aveva via via sviluppato una vista perfetta anche al [[Appuntamento al buio|buio]] che gli permetteva di massacrare facilmente i suoi avversari, inermi nell'oscurità. Lo stratagemma fu ampiamente dibattuto dai maggiori cronisti sportivi dell'epoca, tra cui [[Vittorino Andreoli]] che nel suo ''Storie di brutta gente da Caravaggio ad [[Annamaria Franzoni]]'' (Rizzoli, 2003) si espresse come segue:
La particolare tecnica pittorica e combattiva di Caravaggio fu la chiave principale del suo successo, se si esclude il trascurabile fatto che il cardinal Del Monte gestiva il più grande traffico di [[Corruzione|incontri clandestini truccati]] del Belpaese.<br />Fino al suo avvento nella nobile arte della pugna, lo stile che caratterizzava la maggior parte degli altri boxeur era estremamente pulito e accademico, con forti influssi derivati dai grandi protagonisti rinascimentali della boxe, su tutti le figure di [[Primo Carnera]], [[Rocky Marciano]], [[Michelangelo]] e [[Raffaello]].<br />La rivoluzione di Caravaggio consistette proprio nella geniale intuizione di portare la sua esperienza di attaccabrighe da locanda nel mondo platinato del pugilato: i suoi trucchetti da [[guappo]], il suo torpiloquio, le sue scorrettezze da carcere a vita, la sua fulminea agilità temprata dopo anni a scansare coltellate nelle risse da strada a Roma si rivelarono armi micidiali e misero in difficoltà anche i campioni più affermati.<br />Caravaggio e Del Monte arrivarono addirittura a pagare un complice affinché sabotasse l'impianto di illuminazione durante gli incontri più difficili. Nel corso delle scazzottate notturne infatti il pugile lombardo aveva via via sviluppato una vista perfetta anche al [[Appuntamento al buio|buio]] che gli permetteva di massacrare facilmente i suoi avversari, inermi nell'oscurità. Lo stratagemma fu ampiamente dibattuto dai maggiori cronisti sportivi dell'epoca, tra cui [[Vittorino Andreoli]] che nel suo ''Storie di brutta gente da Caravaggio ad [[Annamaria Franzoni]]'' (Rizzoli, 2003) si espresse come segue: