Banana

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Il banano è una pianta della famiglia delle Musaceae.

Il termine banana è applicato al frutto della pianta, che si sviluppa (nella specie e nelle varietà commestibili) in una serie di grappoli. Le banane pesano tipicamente 125 – 200 g, benché questo peso vari considerevolmente fra le differenti cultivar. Il frutto è commestibile per circa l'80%, il restante 20% è buccia; può essere consumato crudo o cotto.

Quasi tutte le moderne banane partenocarpiche utilizzate a scopo alimentare provengono dalle specie Musa acuminata e Musa balbisiana. Il nome scientifico delle banane è Musa acuminata, Musa balbisiana o l'ibrido Musa acuminata × balbisiana, a seconda della costituzione del loro genoma. I vecchi nomi scientifici Musa sapientum e Musa paradisiaca non sono più in uso.

Nella cultura popolare e nel commercio "banana" di solito si riferisce alle morbide e dolci banane utilizzate come frutta. Invece le cultivar di Musa con frutti più duri e ricchi d'amido vengono chiamate platani. Questa distinzione è puramente arbitraria e platano e banana sono qualche volta intercambiabili, a seconda del contesto.

In Italia possono sopravvivere alcune cultivar di banana. In particolare la cultivar comune di Sicilia è abbastanza rustica in Sicilia dove riesce a portare a maturazione i frutti [1]. Indice

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   1 Etimologia
   2 Biologia
       2.1 Descrizione
       2.2 Sistematica
       2.3 Parassiti e malattie della banana
       2.4 Valori nutrizionali
           2.4.1 Aspetti medici
       2.5 Possibile estinzione
   3 Storia
   4 Utilizzi
   5 Commercio
       5.1 Dati statistici
   6 Cultura
       6.1 Leggende metropolitane
   7 Note
   8 Bibliografia
   9 Voci correlate
   10 Altri progetti

Etimologia [modifica]

Alcune fonti affermano che il genere delle banane, Musa, deve il suo nome ad Antonio Musa, medico dell'imperatore Augusto.[2] Altri dicono che Linneo, che istituì il genere nel 1750, semplicemente adattò la parola araba per banana, mauz.[3] La stessa parola banana potrebbe venire dall'arabo banan, che significa "dito",[3] o forse dalla parola wolof banaana.[4]

Intorno al 1516 la pianta di banana fu introdotta dai portoghesi in America dall'Africa. In quell'occasione la parola entrò a far parte della lingua portoghese e della lingua spagnola.[5] La banana, che non era ancora stata scoperta ed importata in Europa, veniva descritta nel 1601 come il frutto che profuma di rosa. Biologia [modifica] Pianta di banana: si osserva lo pseudofusto che porta un casco, ed un pollone. Descrizione [modifica]

La pianta di banana è la più grande pianta erbacea dotata di fiore.[6] Le piante sono generalmente alte e robuste e spesso sono scambiate per alberi ma il loro fusto principale è in effetti uno pseudofusto che cresce fino a 6-7 metri, e che cresce da un bulbo-tubero. Ogni pseudofusto può produrre un singolo casco di banane. Dopo la fruttificazione lo pseudofusto muore ma polloni laterali possono svilupparsi. Molte varietà di banane sono perenni.

Le foglie sono disposte a spirale e possono crescere fino a 2,7 metri di lunghezza e 60 centimetri di larghezza[7]. Sono facilmente lacerate dal vento, col risultato di apparire spesso sfrangiate.[8] Infiorescenza di banana; si osservano le brattee (rosse) i fiori (gialli) e le future banane (verdi)

Ogni pseudofusto generalmente pruduce una singola infiorescenza, nota anche come cuore di banana (Qualche volta ne vengono prodotte di più; una pianta eccezionale nelle Filippine ne ha prodotte cinque.)[9]. L'infiorescenza contiene molte brattee (a volte chiamate scorrettamente petali) tra le proprie file di fiori. I fiori femminili (che possono svilupparsi in frutti) appaiono in file più in alto sul fusto, rispetto a dove spinteranno i fiori maschili. L'ovario è infero, significa quindi che i piccoli petali e le altri parti del fiore sono situate in cima all'ovario.

I frutti di banana si sviluppano dal cuore di banana, in una grande massa pendula, fatto di file di frutti (chiamate mani), con fino a 20 frutti per fila. La massa dei frutti è nota come casco, comprendendo 3–20 mani, e può pesare 30–50 kg. I singoli frutti maturano con il fiore rivolto verso l'alto, non verso il basso.

I frutti individuali di banana (comunemente noti come banane o dita) pesano in media 125 grammi, dei quali circa il 75% è acqua e il 25% materia secca. C'é uno strato protettivo esterno (una buccia o pelle) con numerosi lunghi e sottili fili (il floema), che corrono lungo tutta la lunghezza tra la buccia e la parte interna commestibile. La parte interna della comune varietà di banane da dessert si divide facilmente lungo la sua lunghezza in tre parti distinte che corrispondono alle parti interne dei tre carpelli.

Il frutto è stato descritto come una bacca cuoiosa.[10] Nelle varietà coltivate i semi sono piccoli fino quasi al punto della non esistenza; il loro resti sono piccoli puntini neri all'interno del frutto. Due banane con pera e mela. Le piccole macchie marroni sulla buccia mostrano che questi due frutti sono ad uno stadio perfetto di maturazione ed ideali per il consumo.

Il sapore e la struttura di molti tipi di banane sono influenzati dalla temperatura a cui maturano, e dal grado di maturazione: i frutti fatti maturare per più tempo e a temperature maggiori avranno minore consistenza e saranno più dolci rispetto a quelli più acerbi e cresciuti in ambiente più rigido o ventilato, che saranno quindi più turgidi e meno saporiti. Il colore della polpa evolve dal verde verso il giallo e, in avanzato stato di maturazione, tende a manifestare chiazze marroni corrispondenti ad accumuli di zuccheri. Il livello di maturazione è visibile anche dal colore della buccia: tendente al verde nelle banane acerbe, al giallo scuro con piccole chiazze marroni in quelle molto mature, al giallo acceso nelle altre (quelle di maggior diffusione in ambito commerciale).

Le banane maturano generalmente nella stagione primaverile/estiva del luogo in cui si trovano (l'emisfero meridionale). È nota la tendenza di questo frutto a maturare anche dopo essere stato colto dalla pianta: questo processo è dovuto all'emissione di etilene da parte della banana stessa e caratterizza in generale tutti i cosiddetti frutti climaterici (anche se nel caso della banana il fenomeno è particolarmente marcato). Il fenomeno è accelerato dalle temperature elevate, che influiscono sulla maggiore produzione di etilene, dalla ridotta ventilazione e dalla presenza di altri frutti climaterici, quali mele, pomodori o altre banane, nelle vicinanze. In alcuni processi industriali, le banane vengono messe in ambiente non ventilato e a contatto con etilene prodotto artificialmente proprio per velocizzare la maturazione e ottenere così frutti più dolci in minor tempo.

Le banane sono naturalmente lievemente radioattive,[11] più di quanto lo siano generalmente gli altri frutti, a causa del loro alto contenuto di potassio, e di conseguenza del relativamente abbondante contenuto di potassio-40, che si trova naturalmente mischiato col potassio.[12] Qualche volta ci si riferisce alla dose equivalente ad una banana di radiazione per far comprendere i livelli di rischio della radioattività.[13] Sistematica [modifica] Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Gruppi di cultivar di Banana. Frutto di banana selvatica: sono visibili i numerosi semi.

Il genere Musa è situato nella famiglia delle Musaceae. La classificazione APG II, del 2003 (non modificata rispetto a quella del 1998), assegna le Musaceae all'ordine delle Zingiberales. Il genere contiene molte specie; diverse producono frutti commestibili, mentre altre sono coltivate come piante ornamentali.[14]

La classificazione delle banane è stata a lungo un problema per i tassonomi a causa del modo in cui Linneo originariamente classificò le banane in due specie (basandosi principalmente sulla loro modalità di consumo): Musa sapientum per le banane utilizzate come frutta e Musa paradisiaca per i platani. Comunque questa classificazione semplicistica si è mostrata inadeguata per gestire l'ampio numero di cultivar (gran parte delle quali sinonimi) che esistono nel centro di diversità delle banane, il sud est asiatico.[15]

Ernest Cheesman per primo scoprì che Musa sapientum e Musa paradisiaca, descritte da Linneo, erano in effetti cultivar e discendenti di due specie selvatiche dotate di semi, Musa acuminata e Musa balbisiana, entrambe descritte da Luigi Aloysius Colla.[16] Egli propose l'abolizione dei due generi istituiti da Linneo per permettere la riclassificazione delle banane in base a tre cultivar distinte morfologicamente - quelle che mostravano principalmente caratteristiche di Musa balbisiana, quelle che mostravano principalmente le caratteristiche botaniche di Musa acuminata, e quelle con caratteritistiche di entrambe.[15]

I ricercatori Norman Simmonds e Ken Shepherd nel 1955 propose il sistema nomenclaturale basato sul genoma. Questo sistema elimina praticamente tutte le difficoltà e le incoerenze del sistema nomenclaturale basato su Musa sapientum e Musa paradisiaca. Nonostante questo, Musa paradisiaca è ancora riconosciuto da alcuni ancor oggi[quando?], cosa che crea confusione.[16][17]

Generalmente la classificazione moderna delle cultivar di banana segue il sistema di Simmond e Shepherd. I nomi botanici accettati per le banana sono Musa acuminata, Musa balbisiana o Musa acuminata × balbisiana, a seconda del loro retaggio genetico.

I sinonimi riscontrabili che si riferiscono alla vecchia classificazione includono:

   Musa × sapientum L.
   Musa paradisiaca L.
   Musa × paradisiaca L.
   Musa paradisiaca L. subsp. Musa sapientum J. G. Baker
   Musa rosacea N. J. von Jacquin
   Musa violacea J. G. Baker
   Musa cliffortiana L.
   Musa dacca P. F. Horaninow
   Musa rosacea N. J. von Jacquin
   Musa × paradisiaca L. subsp. sapientum(L.) C. E. O. Kuntze
   Musa × paradisiaca var. dacca (P. F. Horaninow) J. G. Baker ex K. M. Schumann

Per una lista di cultivar classificate col nuovo sistema vedi: Gruppi di cultivar di Banana. Comparazione tra i due antenati selvatici delle banane nella tabella di Simmonds e Shepherd (1955) Species Musa acuminata Musa balbisiana Colore dello pseudofusto Nero o con macchie grigio marroni Non macchiato o leggermente macchiato Canale del picciolo Bordi eretti, con foglie inferiori segnate, staccate dallo pseudofusto Bordi chiusi, senza foglie, addossate allo pseudofusto Gambi Coperti di lieve peluria Lisci Pedicello Corto Lungo Ovum Due file regolari nel loculo Quattro file irregolari nel loculo Gomito della brattea Alto (< 0.28) Basso (> 0.30) Piegatura della brattea La brattea si piega indietro all'apertura La brattea si solleva senza piegarsi all'indietro all'apertura Forma della brattea A forma di lancia o d'uovo, restringendosi marcatamente dopo la piegatura Ampiamente a forma d'uovo Punta della brattea Acuta Ottusa Colore della brattea Rossa scura o gialla fuori, porpora scura o gialla dentro Marrone porpora fuori, cremisi dentro Decolorazione L'interno della brattea è più chiaro verso la base L'interno della brattea è uniforme Scarificazione della brattea Prominente Non prominente Tepali liberi del fiore maschile Corrugati Raramente corrugati Colore dei fiori maschili Bianchi o crema Rosa Colore delle perforazioni Arancione o giallo chiaro Crema, giallo o rosa chiaro

Mentre le banane originarie contenevano molti semi, varietà senza semi e triploidi sono state selezionate per il consumo umano. Queste si propagano asessualmente dai rami della pianta. Questi rami sono chiamati follower o sucker nel commercio, e uno o due di essi sono la fonte per il nuovo ceppo di frutta che la pianta produce, perché questa è normalmente abbattuta al momento della raccolta.

Nelle regioni tropicali questo tipo di frutto è disponibile per tutto l'anno, il che spiega il motivo per cui la quasi totalità delle banane proviene proprio da questi paesi. Nel commercio globale, la più importante varietà di banana coltivata è la Cavendish. Parassiti e malattie della banana [modifica]

A causa della limitata diversità genetica, le banane coltivate sono soggette a varie malattie e attacchi di parassiti come la Sigatoka Nera, e nuovi ceppi della malattia di Panama, causata dal fungo Fusarium.

La propagazione vegetativa (essenzialmente dovuta alla mancanza di semi vitali nelle banane commercializzate) ha provocato la diffusione di malattie virali lungo le aree di coltivazione delle banane. Le malattie virali delle banane commercialmente rilevanti includono i badnavirus che sono responsabili della malattia delle righe nere o cercosporiosi. Si pensava che questa malattia derivasse dal DNA di un virus integrato nel genoma della specie Musa balbisiana, una delle specie selvatiche che ha contribuito a molte delle specie attualmente[quando?] coltivate. La malattia dalle righe nere della banana può presentare vari sintomi, oppure può averne pochi o addirittura nessuno sulla pianta di banana infettata se sono curate e trattate con abbondante fertilizzante. Il Banana Bunchy Top Virus (BBTV) è il virus più distruttivo in Asia e ci sono solamente due metodi per controllarlo: sradicamento delle piante infette e controllo degli afidi vettori che diffondono l'infezione. Valori nutrizionali [modifica]

Le banane contengono circa il 75% di acqua, il 23% di carboidrati, l'1% di proteine, lo 0,3% di grassi, e il 2,6% di fibra alimentare (questi valori variano a seconda delle diverse coltivazioni di banane, del grado di maturazione e delle condizioni di crescita).

La polpa della banana, essendo ricca di vitamina A, vitamina B1, vitamina B2, vitamina C, vitamina PP e, seppur in misura minore, di vitamina E, di sali minerali (calcio, fosforo, ferro e potassio) e di carboidrati, ha proprietà nutrienti, ri-mineralizzanti e stimolanti per la pelle. La banana contiene anche la vitamina B6, che favorisce il metabolismo delle proteine. E' opinione comune che la banana sia un cibo particolarmente ricco di potassio, in realtà il contenuto medio di potassio della banana è di circa 350 mg per ogni 100 g di parte edibile [18], molto inferiore ad esempio ai 570 mg [19] di una patata lessa o al forno. Aspetti medici [modifica]

Per la presenza di proteine allergizzanti nel frutto (Ba 1, Ba2 e Mus XP 1), la banana può dare luogo ad allergie alimentari [20]. Possibile estinzione [modifica]

Entro il prossimo decennio, la banana commestibile potrebbe estinguersi. La banana Cavendish, consumata in tutto il pianeta, pecca di scarsa diversità genetica che la rende vulnerabile a malattie quali:

   Malattia di Panama, causata da funghi terricoli, che cancellò la varietà Gros Michel (Big Mike) negli anni '50.
   Sigatoka Nera, un'altra malattia provocata da funghi che ha raggiunto le proporzioni di un'epidemia mondiale.
   Peste che invade le piantagioni e le fattorie in America Centrale, Africa e Asia.

Una nuova variante patogena, razza tropicale 4, affligge le coltivazioni di Cavendish nel sudest asiatico ed è per questo alla radice dei problemi riguardanti i commerci di esportazione. La diffusione della razza tropicale 4 in America richiederebbe che i sucker delle banane infette oppure che la terra infestata sia importata dall'Asia, ma fortunatamente entrambe le cose sono strettamente proibite sia nei paesi produttori che in quelli esportatori.

La varietà Gros Michel (Big Mike) è stata una delle prime ad essere coltivata. Come già detto, fu cancellata dalla malattia di Panama negli anni cinquanta. La Gros Michel era molto adatta ad essere esportata nei paesi extra-tropicali. Maggiore cura è richiesta per il trasporto della Cavendish.. Storia [modifica] Banano nei Giardini di Kew, Londra

La diffusione del banano avvenne nell'Asia sud-orientale in epoca preistorica. Ancora oggi[quando?] si trovano molte specie di banane selvatiche in Nuova Guinea, Malesia, Indonesia e Filippine.

Recenti prove archeologiche e paleoambientali nelle paludi del Kuk, nella Western Highlands Province della Papua Nuova Guinea suggeriscono che la coltivazione della banana risalga almeno al 5000 a.C. e forse anche all'8000 a.C. Ciò farebbe degli altopiani della Nuova Guinea il luogo in cui il banano fu domesticato. È probabile che altre specie di banani selvatici siano stati domesticati successivamente in altre zone dell'Asia sud-orientale.

La banana è menzionata per la prima volta nella storia scritta in testi buddhisti del 600 a.C. Alessandro Magno scoprì il sapore della banana nelle valli dell'India nel 327 a.C. L'esistenza di una coltivazione organizzata di banane è stata riscontrata in Cina almeno dal 200 d.C. Nel 650, i conquistatori islamici portarono la banana fino alla Palestina. I mercanti arabi diffusero successivamente le banane in quasi tutta l'Africa.

Nel 1502, i coloni Portoghesi iniziarono le prime piantagioni di banane nei Caraibi e in America Centrale. Utilizzi [modifica]

Oltre ai frutti, nella cucina del Bengala e del Kerala (in India) si usano i fiori del banano, crudi o cotti. Negli stessi paesi e anche in Birmania si usa pure il cuore tenero del tronco del banano.

Un altro modo per consumare il frutto è l'essiccazione. Le banane essiccate hanno un colore marrone scuro e un sapore tipico e intenso.

Le banane sono state anche usate per produrre marmellate. Tuttavia, al contrario di altri frutti, le banane sono state usate solo recentemente per preparare succhi e spremute. Malgrado l'85% di contenuto d'acqua, è stato storicamente difficile estrarre il succo dal frutto perché, quando viene pressata, una banana diventa semplicemente polpa. Nel 2004, scienziati del “Bhabha Atomic Research Centre” (BARC, India), hanno brevettato una tecnica per estrarre il succo trattando la polpa di banana in un recipiente con una reazione che impiega da 4 a 24 ore.

Le foglie di banana, grandi, flessibili e impermeabili, sono come ombrelli e sono usate per avvolgere cibi.

La superficie interna della buccia di banana, infine, può essere strofinata sull'irritazione provocata dall'edera del Canada per abbatterne i sintomi. Inoltre, la pelle della banana veniva utilizzata come medicinale per il trattamento della psoriasi. È possibile inoltre utilizzare la buccia di banana come lucido per scarpe ecologico[21]. Commercio [modifica] Principali nazioni produttrici di banane – 2005 (in milioni di tonnellate) bandiera India 16.8 bandiera Brasile 6.7 bandiera Cina 6.4 bandiera Ecuador 5.9 bandiera Filippine 5.8 bandiera Indonesia 4.5 bandiera Costa Rica 2.2 bandiera Messico 2.0 bandiera Thailandia 2.0 bandiera Colombia 1.6 bandiera Burundi 1.6 Totale Mondiale 72.5 Fonte: FAO[22]

Le banane sono tra i frutti più consumati al mondo. Tuttavia, i coltivatori di banane ricavano esigui guadagni. Per questa ragione le banane sono disponibili come articoli del commercio equo in alcuni stati. La banana ha una storia commerciale che inizia con la fondazione della United Fruit Company alla fine del XIX secolo. Per gran parte del XX secolo, le banane e il caffè hanno dominato le esportazioni dell'America Centrale. Negli anni trenta, le banane e il caffè hanno contribuito per il 75% al volume delle esportazioni regionali. Più tardi, nel 1960, i due raccolti hanno realizzato il 67% delle esportazioni della regione. Sebbene i due prodotti crescano nelle stesse regioni, non hanno la tendenza a disturbare il mercato a vicenda. La United Fruit Company basava i suoi affari quasi interamente sul commercio di banane, visto che il commercio di caffè era troppo difficile da controllare. Il termine banana republic è stato largamente utilizzato per i paesi della regione centro americana, ma in senso strettamente economico è applicabile solo a Costa Rica, Honduras e Panama, che sono state effettivamente repubbliche delle banane, ossia paesi la cui economia è guidata dal commercio delle banane.[23] Dati statistici [modifica]

Nel 2002, sono stati raccolti oltre 68 milioni di tonnellate di banane, di cui 12 milioni di tonnellate sono stati commercializzati nel mondo.

In base ai dati della FAO relativi alla media del periodo 2000 – 2004, il maggior produttore mondiale di banane è l'India (circa il 23% della produzione mondiale); Brasile, Ecuador, Cina e Filippine producono ciascuno l'8 – 9% della produzione mondiale.

Il commercio mondiale è però dominato (come paesi esportatori) dall'Ecuador (quasi il 30% del totale delle esportazioni), seguito da Costa Rica, Filippine e Colombia. In totale questi quattro paesi alimentano circa i 2/3 del totale mondiale delle esportazioni di banane.

I più grandi paesi importatori sono gli Stati Uniti e l'Unione Europea; quest'ultima, secondo i dati FAO del periodo 1999 – 2003, assorbe il 34% del totale mondiale delle importazioni di banane.

I paesi latino-americani servono principalmente il mercato nordamericano ed europeo, mentre le Filippine sono il principale fornitore del Giappone. Cultura [modifica]

Le banane sono usate anche in senso umoristico come simbolo fallico (una metafora per il pene umano data la somiglianza in forma e dimensione). In alcune zone del sud-est asiatico (ad es. Malesia e Singapore), banana è un termine dispregiativo per una persona di origine cinese che non conosce molto della cultura cinese e parla inglese fluentemente, molto più del mandarino o di ogni altro dialetto cinese. Il riferimento è dovuto alla somiglianza dei due soggetti: "giallo fuori, bianco dentro".

La rappresentazione di una persona che scivola su una buccia di banana è stata la materia prima della commedia per generazioni, specie di quella slapstick. La registrazione di una commedia del 1906 prodotta dalla Edison Records mostra un famoso personaggio del tempo, Cal Stewart, descrivere un suo incidente dicendo: (EN) « I don't think much of a man what throws a bananer peelin' on the sidewalk, e I don't think much of a bananer what throws a man on the sidewalk, neether. ... my foot hit that bananer peelin' e I went up in the air, e cum down ker-plunk, e fer about a minnit I seen all the stars what stronomy tells about, e some that haint been discovered yit. Wall jist as I wuz pickin' myself up a little boy cum runnin' cross the street e he sed 'Oh mister, won't you please do that agin, my mother didn't see you do it. » (IT) « Non penso molto di un uomo che getta la buccia di banana sul marciapiede. E non penso molto nemmeno di una banana che getta un uomo sul marciapiede... il mio piede ha colpito la buccia di banana e sono volato in aria, e ricaduto a terra violentemente, e per circa un minuto ho visto tutte le stelle dell'astronomia e addirittura qualcuna che non è stata ancora scoperta. Mentre mi stavo rialzando, un ragazzino è arrivato attraversando la strada e dicendo: — Oh signore, non lo farebbe ancora? La mia mamma non vi ha visto —  »

In realtà la buccia di banana non è particolarmente sdrucciolevole. Il suo utilizzo nelle gag è stato introdotto semplicemente per sostituire le feci dei cani, in realtà ben più scivolose, mantenendone la comicità, ma edulcorando la situazione. Leggende metropolitane [modifica]

Negli anni quaranta e cinquanta, una leggenda metropolitana narrava di tarantole nascoste tra i caschi di banana. In realtà le tarantole non si nascondono tra le banane, ma esemplari del genere Phoneutria hanno questa abitudine; questi ragni autoctoni delle esotiche zone dell'America Centrale e Meridionale sono molto velenosi e altamente aggressivi.[24]

Un'altra leggenda metropolitana attribuisce proprietà allucinogene alla buccia essiccata della banana, se fumata. Diversamente da tante leggende metropolitane, l'origine di quest'ultima è stata tracciata. Risale ad un articolo in un giornale studentesco, il Berkeley Barb, del marzo 1967, ispirato alla storia del cantante Country Joe McDonald. Questa storia è stata portata all'attenzione dell'opinione pubblica più tardi, negli anni ottanta, quando un gruppo punk satirico, The Dead Milkmen, pubblicò una canzone riguardante gli effetti della buccia di banana da fumare. Perfino la FDA aprì un'inchiesta.

Come la leggenda sul ragno, anche questa ha un fondo di verità. L'imbrunimento delle banane mature, passando dal giallo al marrone fino ad arrivare al nero, è principalmente dovuto a grandi quantità di serotonina, un importante neurotrasmettitore, prodotta dal triptofano delle bucce di banana. Anche se questa proprietà lascerebbe supporre un naturale effetto antidepressivo delle banane, questo non si verifica. Con l'ingestione, la serotonina è immediatamente spezzata dagli enzimi dello stomaco (in particolar modo la monoammina ossidasi). Dato l'elevato punto di fusione (213 °C), la serotonina non è adatta per essere fumata e si decompone in gas tossici (ossidi di carbonio e azoto) durante la combustione. Inoltre la serotonina non può attraversare la barriera ematoencefalica.[senza fonte]