Andrea Bocelli

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Bocelli sbadiglia a causa della sua interpretazione.

Andrea Bocelli o "blind melon", come lo chiamano negli States, è stato definito da Agamennone la voce del nuovo millennio. Altri ritengono che la sua ugola sia quella di un dio, Morfeo. Ma per tutti, a prescindere, un grandissimo tenore[1]. Si narra che il suo potente canto possa rompere i timpani e gli zebedei dell'ascoltatore. Il timbro è inconfondibile, e lo usa con la ceralacca per sigillare le buste.


« Un cantante così non si è mai visto »
(Bocelli su Bocelli)
« ...ma come fa un cieco a cantare così bene? »
(Una idiota del Fanclub su Bocelli)
« ...maaaaa...muto, no? »
(Pavarotti su Bocelli)
« ...chi, il petomane? »
(Qualcuno su Bocelli)
« Bocelli e il più grande cantante vivente che ci sia oggi a casa sua! »
(L'autore dell'articolo si cautela in caso di denuncia)



La vita

Bocelli nasce a Lajatico in provincia di Sorrento da sua madre e Daredevil. E' affetto sin dalla nascita da un glaucoma che gli preclude la vista ad un occhio. Da bambino vuole diventare un campione di Calcio Balilla. Ma a dodici anni, durante un torneo l'avversario, frullando con la stecca dei centrocampisti, spara un bolide che colpisce Bocelli nell'occhio sano. Il colpo gli toglie completamente la visione del mondo donandogli in cambio la Mondovisione. Tuttora il cantante non sa se maledire o benedire quella palla che lo ha trasformato in tenore, in quanto se lo avresse colpito un metro più in basso sarebbe probabilmente diventato soprano.
Andrea conclude con successo un corso di canto corale in dodici videocassette. Mentre partecipa ad un concorso di kazoo viene notato da Caterina Caselli[2]che lo porta alla "Fiera trentennale del Liscio Nostalgico" dove vince una gara di canto con l'asta; viene ivi premiato da Miss "Porchetta" in persona con una coppa di testa e una bottiglia di Lambrusco.
Assaporata l'ebrezza della vittoria, Bocelli decide di provare con S.Remo; qui incontra il primo ostacolo; il suo posto è già occupato da Alessandro Baldi il quale rivela in un'intervista:"mi hanno detto che c'era un cieco di troppo e che dovevo togliermi dalle balle". Gli proposero di rimanere come chitarrista focomelico ma non se la sentì. Bocelli si presenta, dunque, alla plebaglia in ascolto con una patetica intitolata "Con te partirò". Purtoppo rimane.
La sua vera rampa di lancio, però, è un Tour in Germania durante il quale orde di Celti ubriachi in sandali e calzettoni apprezzano molto il fatto che il cantante che sembri non notare il loro ridicolo abbigliamento.
Un altro Germano importantissimo nella carriera di Andrea, il Robo-Papa Natzinger- Z, membro del Jet Set di Chiesa S.P.A., lo porta con se in vaticano, ove per opera di un signore diventa fervente e devotissimo

Note

  1. ^ Di vita
  2. ^ Quella che cantava la sigla finale di Lupin III