Alberto Ascari: differenze tra le versioni

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== In Formula uno ==
== In Formula uno ==
=== Il 1950: I primi piazzamenti===
=== [[Il 1950]]: I primi piazzamenti===
Nel suo primo anno Alberto deve fare conto con l' inadeguatezza del mezzo meccanico. Il suo rivale numero uno, l' argentino <s>Lionel Messi</s> [[Juan Manuel Fangio]], dispone di una potentissima [[Alfa Romeo]] da oltre 400 cavalli, mentre il nostro si deve accontentare di una [[Fiat Tipo]], oltretutto priva degli specchietti retrovisori e del blocco marce. Al primo appuntamento iridato, sul circuito di [[Silverstone]], Ascari si rifiuta di prendere il via ma approfitta della trasferta pagata per broccolare le tedesche venute in terra inglese a conoscere l' arte italiana dei baci alla francese. Per la seconda gara sul circuito di Monaco, Ascari ormai rassegnato all' inferiorità del mezzo - ma anche dell' intero - ricorre ad un astuto stratagemma per riequilibrare le sorti della gara, mandando la [[fidanzata]] a mostrare le [[tette]] agli avversari alla curva del Tabaccaio. Al primo giro metà dei concorrenti si schianta così sui muretti, mentre l'altra metà ne approfitta per comprare le [[sigarette]]: l'unico a non farsi fregare è proprio Fangio, che non fumava ed era notoriamente [[gay]]. Alberto conquistò quindi un {{citnec|meritatissimo}} secondo posto. Il resto della stagione prosegue tra alti e bassi fino all' ultima gara, sul circuito di casa a Monza, Ascari ha finalmente una nuova macchina a disposizione, la 375 F1, così denominata per via dei metri che percorreva con un litro di [[benzina|carburante]]. Costruita scopiazzando chiaramente l'[[Alfa 75]], era originariamente stata progettata con tre ruote, prima di perderne una uscendo dal [[parcheggio]]. Sfortunatemente la macchina a disposizione è solo una e [[Ferrari]] furbescamente la affida all'{{citnec|asso del volante|e=senza fonte}} [[Dorino Serafini]], che al secondo giro accusa soli tre giri di distacco dalla testa della corsa. Ascari, però, non si perde d'animo e direttosi alla Curva del Vialone, rovescia un barile d'[[olio]] sulla pista, costringendo Serafini alla sosta, e quindi lo scalza dall'abitacolo a colpi di [[chiave inglese]] sul casco, prima di rendersi protagonista di un'entusiasmente rimonta fino al secondo posto assoluto. Nella classifica finale del Mondiale è quinto, alle spalle dei tre piloti Alfa Romeo e di una [[Talbot]] ma davanti alle temibilissime [[Trabant]] e ad un [[risciò]].
Nel suo primo anno Alberto deve fare conto con l' inadeguatezza del mezzo meccanico. Il suo rivale numero uno, l' argentino <s>Lionel Messi</s> [[Juan Manuel Fangio]], dispone di una potentissima [[Alfa Romeo]] da oltre 400 cavalli, mentre il nostro si deve accontentare di una [[Fiat Tipo]], oltretutto priva degli specchietti retrovisori e del blocco marce. Al primo appuntamento iridato, sul circuito di [[Silverstone]], Ascari si rifiuta di prendere il via ma approfitta della trasferta pagata per broccolare le tedesche venute in terra inglese a conoscere l' arte italiana dei baci alla francese. Per la seconda gara sul circuito di Monaco, Ascari ormai rassegnato all' inferiorità del mezzo - ma anche dell' intero - ricorre ad un astuto stratagemma per riequilibrare le sorti della gara, mandando la [[fidanzata]] a mostrare le [[tette]] agli avversari alla curva del Tabaccaio. Al primo giro metà dei concorrenti si schianta così sui muretti, mentre l'altra metà ne approfitta per comprare le [[sigarette]]: l'unico a non farsi fregare è proprio Fangio, che non fumava ed era notoriamente [[gay]]. Alberto conquistò quindi un {{citnec|meritatissimo}} secondo posto. Il resto della stagione prosegue tra alti e bassi fino all' ultima gara, sul circuito di casa a Monza, Ascari ha finalmente una nuova macchina a disposizione, la 375 F1, così denominata per via dei metri che percorreva con un litro di [[benzina|carburante]]. Costruita scopiazzando chiaramente l'[[Alfa 75]], era originariamente stata progettata con tre ruote, prima di perderne una uscendo dal [[parcheggio]]. Sfortunatemente la macchina a disposizione è solo una e [[Ferrari]] furbescamente la affida all'{{citnec|asso del volante|e=senza fonte}} [[Dorino Serafini]], che al secondo giro accusa soli tre giri di distacco dalla testa della corsa. Ascari, però, non si perde d'animo e direttosi alla Curva del Vialone, rovescia un barile d'[[olio]] sulla pista, costringendo Serafini alla sosta, e quindi lo scalza dall'abitacolo a colpi di [[chiave inglese]] sul casco, prima di rendersi protagonista di un'entusiasmente rimonta fino al secondo posto assoluto. Nella classifica finale del Mondiale è quinto, alle spalle dei tre piloti Alfa Romeo e di una [[Talbot]] ma davanti alle temibilissime [[Trabant]] e ad un [[risciò]].