Augusto Minzolini (Roma, 1958) è un giornalistaitaliano, ovvero un giornalista come lo si fa in Italia. Perché da un lato esistono i giornalisti, ve li ricordate? Provate a chiedere ai vostri nonni: quei tipi col taccuino in mano, che tentano di capire la verità delle cose, quelli che indagano, che riportano fedelmente le notizie, che fanno domande scomode. E poi ci sono i giornalisti italiani, grazie ai quali tra poco per sapere cosa è successo a Montecitorio dovremo andare a informarci di persona.
Ecco, visto da questa prospettiva Minzolini è un ottimo giornalistaitaliano così come Pinochet è stato un ottimo uomo di stato, visto dalla prospettiva di un fabbricante d’armi.
Lo sport è una pericolosa epidemia virale organizzata e ideata dagli alieni comunisti e da Maurizio Mosca per ridurre l'umanità a una condizione di schiavitù perpetua. L'infezione si propaga in luoghi isolati e protetti da varie forze dell'ordine, chiamati "stadi", e si manifesta fin da piccoli sotto forma di frenetica e convulsa iscrizione a corsi sportivi.
I sintomi dello sport sono:
Esecuzione maniacale di gesti inutili e ripetitivi fino allo sfinimento (nonché spesso dolorosi).
Corsa ininterrotta e inutile per vari chilometri in luoghi dove l'aria è fortemente inquinata (come a Milano).
Nei casi più gravi i sintomi sono collettivi, si parla allora di sport di squadra.
Il popolo della rete è una stirpe soprannaturale che abita le virtuali pianure del web, che non esistono. Del resto anche il popolo della rete non esiste. Tuttavia, nonostante la sua inesistenza, tale popolo riesce a influenzare la vita degli esseri umani, proprio come fa il buon Dio. Il fatto che non esista lo rende la più grave minaccia per i poteri forti, che non riescono a colpire o a mettere in carcere cose come tweet, video di YouTube o profili Facebook (alcuni carabinieri hanno comunque provato a sparare lacrimogeni contro la schermata, senza però riuscire a disperderli). Questo non sarebbe un grave problema se il popolo della rete si limitasse a non esistere; invece produce (o meglio defeca) sui social network un flusso persistente di slogan, invettive, proclami, immagini e contenuti apprezzati dall'utenza quanto il rumore di fondo in una registrazione audio.
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