Strage di Ustica
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La strage di Ustica è uno dei misteri italiani ancora irrisolti come la morte dell'anarchico Pinelli, la bomba alla stazione di Bologna e se Borriello, sotto sotto, ami ancora Belén.
Le indagini sulla vicenda hanno avuto così tanti depistaggi e depistaggi dei depistaggi ufficiali, che a un certo punto si è confuso perfino Travaglio.
Il fatto
Il 27 giugno 1980, un aereo di linea dell'Itavia diretto da Bologna a Palermo precipita al largo di Ustica, dove il fondale supera i 3000 metri, e gli 81 passeggeri muoiono perchè la compagnia di bandiera si era dimenticata di dargli le tute da palombaro.
Immediata l'apertura dell'inchiesta da parte della Procura di Palermo, seguita da quella del Ministero dei Trasporti e da quella del Processo del lunedì che risulterà essere la più celere sfociando in una condanna senza appello verso il designatore degli arbitri dopo il solito pacato dibattito di sole quattro ore nelle quali prevalse il punto di vista di Ivan Zazzaroni.
Le inchieste
L'inchiesta di Biscardi non fu tenuta in debito conto e le altre due proseguirono per i cazzi loro[senza fonte] dando più o meno, dopo soli trent'anni, gli stessi risultati.
Inizialmente il governo presieduto da Francesco Cossiga pensò che la scomparsa dell'aereo dai radar fosse dovuta a una magia di Silvan poi, vista l'insistenza del prestidigitatore[citazione necessaria] nel negare e il ritrovamento di una quarantina di cadaveri galleggianti, dovette ammettere che sì, effettivamente l'aereo poteva essere precipitato ma la colpa era senz'altro del pilota che invece di guidare si stava facendo fare un pompino dall'hostess, per giunta l'hostess di un aereo che volava accanto al suo, e che casualmente era libico.
L'avvocato Taormina, difensore della salma del pilota, con un'arringa delle sue[1] riuscì a scagionarlo dando la colpa a un piccione viaggiatore di dimensioni eccezionali: il colonnello Muhamar Gheddafi.
Il processo d'appello, celebrato a Forum vide la prevalenza dei sassolini bianchi rispetto a quelli neri, decretando l'innocenza di Gheddafi.
Arrivati a questo punto di stallo, le opzioni erano due:
- Mettere in galera l'avvocato Taormina[2]
- Incolpare qualcun altro a casaccio.
La Cassazione optò per questa seconda ipotesi, facendo propria la tesi di Gheddafi che sosteneva il coinvolgimento degli USA.
Gli americani, chiamati in causa dalla terribile Cassazione italiana, si spaventarono a morte e la mandarono a fare in culo non commentando neppure.
Il silenzio e la rivelazione
La giustizia italiana soddisfatta per aver emesso un verdetto definitivo, i parenti delle vittime felici di non avere più tra i piedi i loro cari, i telegiornali impegnati con ben altre priorità (gli esodi e i controesodi estivi, le temperature al di sopra o al di sotto della media stagionale), Ustica conobbe anni e anni di silenzio, interrotto solo dalle periodiche grida di dolore di Giuliano Ferrara, peraltro non connesse alla strage, ma al fatto che un ippopotamo lo stesse sodomizzando.
Finalmente, nel febbraio 2008, l'emerito rincoglionito Presidente Cossiga svelò, senza che nessuno glielo chiedesse, che finora su Ustica erano state dette solo cazzate[3] e lui è finalmente in grado di svelare il mistero: era stato l'allora Presidente della repubblica francese, Giscard d'Estaing, ad abbatterlo mentre si divertiva con quello che credeva essere un videogioco di guerra.
La riapertura dell'inchiesta
Dopo le ultime rivelazioni di Cossiga, la magistratura ha deciso di riaprire l'inchiesta. Su Cossiga[4].
Curiosità
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- L'Itavia esisteva davvero, non è un errore di battitura.
- Anche Gheddafi esiste davvero, ma non ditelo a nessuno.
- Giscard d'Estaing è invece frutto dell'immaginazione dell'autore di questo articolo e di quel mattacchione di Cossiga.