Grande rapina al treno del 1855

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« La grande rapina al treno del 1855 è avvenuta nel 1855! »
(Capitan Ovvio alla riscossa)
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. La grande rapina al treno

La Grande rapina al treno del 1855, conosciuta in Gran Bretagna come The Great Gold Robbery of 1855, in Cina come The Great Gold Robbery of 1855 (si sa che i cinesi copiano sempre) e in Sicilia con nessun nome perchè là nessuno ha visto o sentito niente, fu un'audace rapina realmente non avvenuta.
Di questo funambolico colpo ai danni delle casse di Sua Maestà si sa ben poco; l'unico testimone oculare ancora in vita, il facchino ultracentenario Neutro Roberts, ha recentemente dichiarato:

« Non credo affatto che quella rapina sia stata grande. Anzi, forse non è stata neppure una rapina. E di sicuro non era il 1855. Massimo massimo il 1994. José, dov'è il mio Piña Colada? »

Dopodiché il signor Neutro Roberts ha preso a spalmarsi in testa cucchiaiate di zuppa di semolino.

Il fatto

Il 22 maggio 1855 dodicimila sterline in lingotti d'oro e banconote da 0 euro, destinate all'esercito britannico impegnato in una missione di pace (leggasi: manganellare i pacifisti) in Crimea, furono caricate sul sorvegliatissimo espresso della tratta Londra-Parigi-Secondigliano.
Quando però il treno giunse a destinazione, con sole quindici ore di ritardo a causa dello scontro con un branco di pendolari allo stato brado, si scoprì che le casseforti contenevano soltanto pallini da caccia. Pallini da caccia, e un approssimativo ma inequivocabile ritratto della regina Elisabetta II, inspiegabilmente penemunita e impegnata a praticare sesso anale al suo corgi Pier Attilio.

Le indagini furono affidate al funzionario di Scotland Yard Harranby, considerato la mente più brillante del dipartimento dopo la donna delle pulizie, una ragazza down di nome Bruno. Harranby era molto noto in Inghilterra; seppur con prove tutt'altro che schiaccianti, era riuscito a catturare e a far impiccare il famigerato Jack lo squartatore, che si era rivelato essere sua suocera, un donnone irascibile che ogni domenica serviva in tavola polpettoni immangiabili.
La rapina al treno si rivelò un caso ancor più insidioso. Harranby provò ad arrestare il suo vicino di casa, che aveva il maledetto vizio di tagliare l'erba durante il suo sonnellino pomeridiano, ma il vicino oppose un alibi di ferro: il giorno della rapina stava copulando sulla lavatrice con la moglie di Harranby, come lei stessa testimoniò durante il processo in mondovisione.

L'Inghilterra vittoriana

« Dio Santo, come puzza quel barbone! »
(celebre aforisma di Oscar Wilde)

Gli scarsi progressi nelle indagini erano dovuti a una certa mentalità comune nelle classi sociali più elevate, secondo la quale un'impresa criminale come la grande rapina al treno non poteva essere opera di plebei di basso rango. I pezzenti avevano le loro capannucce sugli alberi e il pollice opponibile, in alcuni casi anche due, non certo l'intelligenza per progettare un'azione più complicata del battere due pezzi di selce tra loro!
Aristocratici, banchieri e imprenditori erano d'accordo nell'affermare che le classi sociali più umili potevano essere usate soltanto in tre mansioni:

  • Come manodopera nell'industria tessile.
  • Come tappeti umani su cui camminare per non inzaccherarsi le scarpe in caso di pioggia.
  • Come combustibile alternativo per i treni a vapore quando veniva a scarseggiare il carbone.

Il tasso di denunce in Inghilterra era pari a zero: quando un lord cadeva vittima di un raggiro o un'aggressione da parte di un popolano, l'orgoglio e la paura che Alfonso Signorini ne scrivesse su Visto lo spingevano a insabbiare la notizia.

- Garzone di bottega: “State bene, signore? Quel mariuolo vi ha scippato?”
- Lord: “Numi del Cielo! Certo che no! Quel bravo giovine mi ha appena sfiorato e io ho messo un piede in fallo sul marciapiede scivoloso. Cose che capitano. Grazie per l'interessamento, ma non è niente di grave.”
- Garzone di bottega: “Ma... ma... avete un coltello conficcato nell'addome!”
- Lord: “Che sciocchezze, ragazzo! Non mi sono mai sentito meglio in vita mia. Mi sono impolverato le ghette, ma questo è tutto.”
- Garzone di bottega: “E le budella stanno fuoriuscendo dallo squarcio!”
- Lord: “Oh, queste? Queste sono... umh... la sciarpa che mi ha regalato mia moglie lo scorso Natale, sì!(Si annoda con nonchalance le budelle attorno al collo) Ha paura che prenda freddo. Ah, le donne, sempre così timorose! Beh, ti saluto ragazzo, e buona giornata! (Si avvia per la strada fischiettando)

La banda

Nessuno poteva immaginare che il colpo fosse stato messo in atto dai peggiori scalzacane d'Albione:

  • Edward Pierce
  • Robert Agar
  • Clean Willy Williams
  • Teddy Burke
  • Burgess
  • Miriam
  • Barlow

I colpevoli vennero scoperti solo a causa di un passo falso di un membro della banda: Robert Agar pagò la consumazione di due spritz e un rum e pera con un lingotto da cinque chili, dicendo alla cassiera di tenere pure il resto.

Arrestato e sottoposto allo schiacciamento dei pollici e a ceretta inguinale, Agar non potè fare altro che spifferare i nomi di Pierce e degli altri complici.
Il 5 novembre 1856, grazie a un'abile operazione di intelligence diretta da Bruno, la donna delle pulizie down, la banda venne arrestata mentre assisteva a un incontro di pugilato stradale, il nuovo sport che appassionava l'Inghilterra in quel periodo: due pugili che si bastonavano l'un l'altro con un cartello di divieto di sosta.

Il processo, equo e imparziale quanto una telecronaca di Carlo Pellegatti, si svolse il 12 luglio 1857: i manigoldi dovette rispondere delle accuse di furto, peculato, signoraggio, crimini contro la corona britannica, terrorismo informatico, caricatura oltraggiosa, pelle grassa e punti neri.
Ognuno dei protagonisti della vicenda ebbe un diverso destino:

  • Clean Willy Williams fu condannato a sette anni di reclusione, o in alternativa a una cena romantica con Emma Bonino. Scelse la reclusione.
  • Robert Agar fu condannato a vent'anni. Quando uscì di galera emigrò in Australia, dove, pieno di soldi (aveva nascosto la propria parte del bottino nell'intestino tenue), si comprò Sidney e fece buttare giù l'Ayers Rock perché gli faceva ombra.
  • Burgess, ritenendosi una vittima del sistema giudiziario, iniziò uno sciopero della fame, della sete e del porno, portandolo avanti con stoicismo per diciotto minuti.
  • Teddy Burke provò a scampare al carcere invocando una fantomatica immunità diplomatica, ma venne manganellato fino a che la materia cerebrale non iniziò a colargli dalle orecchie. E anche un po' dopo.
  • Bruno continuò a lavare per terra, peraltro male.
  • Il signor Harranby, ottenuta la promozione, morì nel 1879, colpito in testa dal calcio di un cavallo a cui aveva rivolto profferte sessuali poco consone a un galantuomo.
  • Pierce, Miriam e Barlow scapparono dal carcere in taxi e di loro si persero le tracce. Prima di sparire Pierce si concesse una fugace comparsata a Pomeriggio Cinque:
- Barbara D'Urso: “Potresti raccontarci, caro Edward, qual è stato il motivo che ti ha spinto a rubare quelle dodicimila sterline in lingotti d'oro?”
- Edward Pierce: “Volevo i soldi.”
- Barbara D'Urso: “Incredibile, davvero incredibile! Adesso un po' di pubblicità, e subito dopo il drammatico caso di due gemelline siamesi nate con un unico iPod. Restate con noi, amici!”

Influenza nella cultura popolare

Alla Grande rapina al treno del 1855 sono ispirati:

  • Un gioco da tavolo prodotto da Ravensuburger.
  • Una filastrocca popolare, poi arrangiata e registrata da Little Tony nel suo 33 giri Be-Bop-A-Lula, ma chi te s'incula.
  • La grande rapina al treno, un romanzo scritto dal cervello criogenizzato di Michael Crichton. Il libro ha fornito la base per un film, che a sua volta ha ispirato uno sceneggiato teatrale, da cui è stato tratto un altro film con Sean Connery nella parte di Edward Pierce e Beppe Fiorello nella parte di un tirannosauro alto sedici metri.