Enzo Biagi

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Enzo Biagi (Predappio, 1920 - Sofia, 2002) è stato un giornalista, saggista e vittima di continui scippi quando andava a ritirare la pensione alle Poste. Fu testimone e narratore dei principali avvenimenti dell'umanità, dalla Rivoluzione Francese al crollo del Muro di Berlino, dall'estinzione dei dinosauri alla nascita del figlio di Flavio Briatore e Elisabetta Gregoraci.
Suo anche il primo scoop della Storia, concernente la comparsa dei primi organismi viventi:

« Svolta nell'evoluzione della vita: arrivano i procarioti. Si sospetta un loro coinvolgimento in Tangentopoli. »
(Da Il Resto del Carlino di 4 miliardi di anni fa)

Enzo Biagi aveva tre figlie, una delle quali, Bice, ha un nome orribile.

Enzo Biagi cresce sull'appennino emiliano, che lui stesso ha costruito, masso su masso, col sudore della sua fronte. Di salute cagionevole (è affetto da vecchiaia fin dall'età di settant'anni), decide di non lasciare mai la terra natìa. La scelta sembra un ostacolo insormontabile per la sua carriera, ma Biagi, dimostrando un fiuto da cronista navigato, rimedia al problema inventandosi interviste e reportage. Questo nuovo modo di concepire l'informazione farà proseliti e verrà adottato da tutte le testate giornalistiche italiane.
Nel 1943 si unisce ai partigiani e, in virtù del suo fisico gracile e del suo alto livello di istruzione, il comando gli affida il compito di risolvere i cruciverba e di unire i puntini da 1 a 25. Biagi viene comunque coinvolto in uno scontro a fuoco, durante il quale spara al repubblichino Indro Montanelli, asportandogli metà calotta cranica e rendendolo così l'acuto pensatore che tutti apprezziamo. Negli anni a venire nasce tra i due un'affettuosa amicizia, tanto che Montanelli dichiara:

« Solo a Biagi e a mia moglie ho concesso il sommo privilegio di spararmi. »

Biagi passa alla direzione dei più importanti giornali: il Corriere della Sera, La Stampa, Playboy, Amici a Quattro Zampe, Scarpe & Scarpiere. In un editoriale dimostra con prove inoppugnabili che il Subcomandante Marcos altri non è che Giorgio Mastrota, ma l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e Mondial Casa lo mettono a tacere minacciandolo di morte. E regalandogli un set di casseruole perfette per cucinare l'abbacchio.

Nel frattempo Enzo Biagi finisce nel mirino delle Brigate Rosse, che decidono di farlo fuori. Le BR però sbagliano persona e uccidono il giuslavorista bolognese Marco Biagi. La settimana seguente ci riprovano e uccidono Gianfranco Biagi, il titolare di un elettrauto.
Le BR continuano a colpire a casaccio e a ridurre sensibilmente il numero di Biagi in Italia fino al 1989, anno in cui vengono smantellate. Non dovendo più temere per la propria incolumità, Enzo può finalmente uscire dal barile di alici marinate in cui si era nascosto durante gli anni di piombo.

Con lo pseudonimo di Biagio Zen,

Per debellare una brutta forma di stitichezza che lo accompagna fin dagli anni '80, Enzo Biagi si abbandona all'abbraccio tentatore delle supposte di glicerina. Come ampiamente dimostrato da recenti studi, dalle supposte all'eroina il passo è breve e Biagi diventa tossicodipendente, tanto che negli ambienti RAI le malelingue gli affibbiano il soprannome Il Fatto. In una spirale di degrado psicofisico e pulsioni autodistruttrici,

Biagi si asserraglia negli studi di Saxa Rubra.

« Non mi avrete vivo. Ho un fucile, tre bombe a mano e un fiasco di Lambrusco, e non ho paura di usarli. »