Aldo Grasso

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"Ed egli verrà a giudicare la Tv...ogni conduttore si piegherà, gli studi televisivi si inabisseranno e gli angeli annunceranno la pubblicità..."- Apocalisse mediatica vv. 14-20.

Aldo Grasso (nome d’arte di Aldo Trippa, Sale sulle ferite, provincia di Pugnodiferro - 1948) è un giornalista e critico televisivo, ovvero una di quelle persone che in 5 parole smonta una trasmissione televisiva costruita in 5 mesi. Per questa sua innata capacità (già quando uscì dal ventre della madre definì l’ostetrica un’amabile incompetente) i personaggi dello spettacolo lo temono come una merda di cane sotto la scarpa o come Klaus Davi, che poi è la stessa cosa.

Dopo essersi laureato in Lettere (ma non sappiamo in quali) insegna Inflessivologia all’Università del Sacro Cuore, dove diventa il supervisore dei film da proiettare agli studenti; Grasso assiste in anteprima a tutti i film ed avvisa il macchinista su quali parti censurare facendo suonare un campanellino. Tra i film censurati da Grasso c’era anche Biancaneve e i sette nani, così per anni nessuno ha mai saputo che Biancaneve aspettava un figlio da Mammolo.

Le critiche

Diciamoci la verità, le critiche di Aldo Grasso sono eccessive e pretestuose, come se la nostra televisione fosse per lo più un contenitore di programmi mediocri dove dominano la volgarità, il cattivo gusto e la maleducazione, il tutto condito da ragazze stupide e svestite messe in bella vista al solo scopo di alzare gli ascolti.
Non è per niente così: pensate alle previsioni del tempo.

Eppure il Grasso critico televisivo si ostina a parlar male dei nostri programmi, il più delle volte accampando ragioni assurde. Ecco alcuni esempi:

Come si fa a parlar male della Tv italiana? Basta accenderla.
  • Grasso ha definito La vita in direttaun rotocalco gossiparo nonché uno dei punti più bassi mai raggiunti dal servizio pubblico”. ...scusate, ho sbagliato esempio.

Ma ce ne sono altri:

  • Grasso ha definito Maria de Filippiuna donna sopravvalutata, che fa brutti programmi e che meriterebbe l’esilio soltanto per aver inventato la figura del tronista” ...accidenti, ho sbagliato esempio di nuovo!
  • Grasso ha accusato il Tg1 di vantarsi dei grandi ascolti dopo il terremoto in Abruzzo, parlando di caduta di stile e di gusto...no, non ci siamo neanche stavolta.
  • Grasso però ha definito Enrico Ruggeri, che conduce il programma Mistero, “una specie di Roberto Giacobbo, che racconta balle spaziali narrando di una tizia violentata 18 volte dagli alieni” chiedendosi come possa avere successo un programma di un tizio che ripete a memoria testi scritti dai suoi autori, poi ha detto che Fiorello s’è fatto pubblicità sulla RAI per annunciare il suo ingresso a SKY e che Vincenzo Mollica è “un prete di stazza pesante che parla bene di tutti”.

Comunque le critiche di Grasso sono davvero eccessive e prima o poi riuscirò a dimostrarlo.

Grasso si sbaglia: la tv italiana ha cultura da vendere.

Va detto però che non tutti hanno in uggia il lavoro del corpulento critico televisivo. Riportiamo un breve stralcio di un'intervista a Paolo Bonolis:

Giornalista: Signor Bonolis, come giudica l’occhio severo del sempre pungente Aldo Grasso? Secondo lei, la tv è davvero così piena di difetti?

Bonolis: Be', io innanzitutto la ringrazio per l’opportunità che mi viene da lei concessa per esibire il mio italiano forbito ed eziandio aulico, del quale posso avvalermi grazie a termini obsoleti che ho estrapolato sul dizionario non più di un quarto d’ora fa.

Io vorrei, qualora lei me lo consenta, rammentare a tutti i miei colleghi conduttori che quello del giornalista è sine dubio un nobile mestiere ed etiam va svolto con rigore e rifuggendo da qualsivoglia indulgenza, cercando come un novello Diogene della notizia, l’irrefragabile verità facendosi luce nell’antro buio dell’approssimazione. “Arzigogolo”, conosco pure questa parola ma non sono riuscito a inserirla.

Giornalista: Ah. Sì…capisco. Cosa ne pensa del fatto che Grasso ha definito il suo ultimo programma “pura archeologia televisiva”?

Bonolis: Quel figlio di troia me la pagherà!

Premi e riconoscimenti

  • Premio Scopa nel culo 2003
  • Premio Spezzagambe mediatico 2005
  • Premio Telecomando in fronte 2006
  • Premio Le vie della critica sono infinite 2008
  • Premio Colpo di grazia con stile 2009 per l’eleganza con cui ha detto a Giorgio Panariello di cambiare mestiere.

Pubblicazioni principali

  • Storia della televisione italiana: da Carosello a Buona Domenica
  • Se questo è un format: analisi di Porta a Porta
  • Dalla Fattoria a Uomini e Donne: 10 buoni motivi per scendere di casa a mangiarsi una pizza