Vladimir Luxuria: differenze tra le versioni

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Col nome di "Guerra dei cessi di Montecitorio" si definisce un episodio della "Grande Guerra [[Romano Prodi|Prodi]]-[[Silvio Berlusconi|Berlusconi]]" avvenuto tra le armate transformers di Vladimir Luxuria (poi risultate vittoriose) e quelle della [[Bigotto|forzista buonista]] Elisabetta Gardini, una vera e propria guerra nella guerra.
Dopo la sconfitta di Piazza Montecitorio subita dalle armate delle Iene, le armate fameliche della Gardini (ormai in rotta completa perché non avevano tenuto conto del fattore "[[A nessuno importa|Cos'è la CONSOB]]") furono costrette a piegare verso il noto palazzo.
In particolare, furono costrette a rifugiarsi nei ben noti cessi mentre sopra le loro teste le armate di [[Fausto Bertinotti|Capitan E''vv''e Moscia]] vittoriose si davano alle purghe staliniane e al "[[Fantabosco|Mangiabambineggio]]" contro i rappresentati del centrodestra e alcuni dell'[[Clemente Mastella|UDEUR]] (questi ultimi furono trucidati per semplice sifizosfizio personale del Feldmaresciallo [[Comunismo|Russo Spena]]).
Approfittando del trambusto generale, le armate del(la) Luxuria decisero di riparare anch'essi in una radura solitaria dei cessi. Non si sa ancora bene quale delle due armate abbia riparato per prima nelle vicinanze; si sa solo che adocchiata la preda, le armate gardiniane decisero di riscattare l'onore perso contro le Iene col grande attacco alle forze luxuriane, che uscite dal bagno si ritrovarono innanzi i loro trepidanti nemici, capitanati dalla Gardini al grido di:
 
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Subito le armate luxuriane tentarono di rispondere all'attacco, ma i terribili attacchi gardiniani a base di slogan razzisti, canzoni di [[Tiziano Ferro]] e peti di [[Andreotti]] (queste ultime armi di distruzione di massa vietate da almeno 1896 diverse convenzioni internazionali) impedì ai luxuriani qualunque azione, e si optò dunque per una rovinosa ritirata strategica a base di pianti e urlacci.
La guerra sembrava dunque vinta dalle armate gardiniane, che tra l'altro avevano già fatto sì che il fatto fosse risaputo al mondo intero. Proprio questa azione porterà alla seconda e ultima fase della guerra, quella decisiva e vittoriosa per i luxuriani.
Infatti, l'ondata di sdegno dovuta ai toni ben poco [[Bigotto|cattolici]] e [[Fascismo|moderati]] della Gardini fu per lei ede eprper le sue armate rovinosa.
La prima forza armata a scendere in campo fu la corazzata [[Repubblica]], che attirò le armate gardiniane nella "[[Vergate sul Membro|Palude dell'intervista vera apparentemente infida]]", dove la Gardini fu costretta sotto tortura ad ammettere ogni cosa. Quindi fu la volta delle armate delle Iene, che si unirono alle armate luxuriane e che con azioni rapide e inaspettate inflissero sconfitte gravi e rovinose alle armate gardiniane, finché l'intero territorio dei Cessi fu definitivamente liberato e smilitarizzato (dopo la prima fase della guerra erano stati occupati dai gardiniani che avevano iniziato i lavori per la costruzione di un terzo bagno per transessuali e di un quarto per cani, mussulmani, pecore ed ebrei).
Ricacciate nel territorio di Montecitorio, le armate gardiniane vennero finite dalla temibile squadra dei "[[Carabinieri|Questorini]]" agli ordini diretti di [[Fausto Bertinotti|Capitan E''vv''e Moscia]].
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