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[[File:Montagna innevata.jpg |thumb|right|500px]]
Nei giorni precedenti la tragedia, l'Appennino centrale era stato interessato da un'ondata di freddo paragonabile solo all'era glaciale di due miliardi di anni fa. A poche ore dal disastro la situazione era chiara: cumuli di neve alti quanto [[Pippo Baudo]], centri abitati isolati e black out elettrico in mezza regione. Nel
La mattina del [[17 gennaio]] viene diramato un allarme valanghe che, in una scala da 1 a 5, raggiunge il livello "scappa" con particolare attenzione alle zone ove sono presenti forti pendii. Contemporaneamente viene anche registrata una scossa tellurica stimata in 5.0 gradi, il che conferma la teoria del cugino di [[Archimede]], secondo la quale "''una qualsiasi montagna ricoperta di neve instabile, se violentemente scossa, vede scivolare gran parte del manto verso il basso sotterrando tutto quello che trova. Alberghi compresi''".
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