Utente:Marco campa/Sandbox/Concilio di Nicea I: differenze tra le versioni

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Notevole è la discussione che fa [[chi?|Edward Gibbon]] del Concilio nella sua monumentale opera ''Decline and Fall of the Roman''<ref>Libro che ovviamente non vi filerete de pezza...</ref>. In particolare questo [[tizio]] evidenzia le necessità politiche di mantenimento l'Impero unito, che spinsero [[Costantino I|Costantino]] a convocare il concilio. Gibbon non nasconde il [[minaccia|ricatto]] d'esilio da parte imperiale: «(...) la dottrina nicena fu decisa da Costantino, e quando l'imperatore affermò incazzato come una bestia che chiunque avesse osato opporsi al giudizio divino del concilio avrebbe dovuto prepararsi a prendere immediatamente qualche calcio in culo e la via per la porta, tacquero i brusii di protesta di una fiacca opposizione, fiacca quasi quanto quella del [[PD]], che da diciassette vescovi si ridusse quasi istantaneamente a quattro gatti.»
 
[[Voltaire]] invece fa più casino nelle sue posizioni, che nel suo [[dizionario di latinovacabolario|Dizionario filosofico]] dedicascrive otto la voce "Concili" a unaun [[bambino|riassunto da quinta elementare]] succintasulla storia dei concili ecumenici. [[Voltaire]] indica l'attore primo della convocazione del concilio in [[Costantino I|Costantino]], il quale desiderava che le "frivole" dispute teologiche non costituissero uno scandalo o, peggio, occasioni di dissidio nel popolo. [[Voltaire]] ritiene che tali dispute avessero poco a che fare con il messaggio principale dei [[Vangeli]], e con la moralità che normalmente si chiede da una persona dabbene.
 
L'[[aneddoto]] citato da Voltaire è da lui riportato per affermare che i concili sono fatti dagli uomini e che quindi sono il frutto naturale delle passioni umane e delle circostanze storiche:
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