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== La prima inchiesta giudiziaria ==
[[File:pezzo di rotaia su Etna.jpg|left|thumb|430px|Il pezzo di rotaia rinvenuto (nei pressi di Rifugio Citelli) sul versante orientale dell'[[Etna]].]]
Nonostante dalla ferrovia risultassero mancanti 1,8 metri di binario e nei mesi precedenti si fossero verificati attentati con dinamiche simili, inizialmente si parlò di un guasto meccanico o un [[errore umano]]. Il questore Santillo identificò le cause del deragliamento con: {{Quote|''...lo sbullonamento del carrello n°2 dal corpo della nona vettura''}} Paolo Scopelliti, allora sostituto procuratore della Repubblica di Palmi, mise sotto torchio l'infame [[bullone]] per tre giorni, ma non ottenne una confessione. Quattro dipendenti delle Ferrovie vennero comunque inquisiti per varie negligenze, che avrebbero portato la locomotiva ad urtare contro qualcosa lasciato sul binario (una [[chiave inglese]], un [[Apecar]], un [[barbone]]...), per tutti le gravi accuse di ''disastro colposo'' e ''omicidio colposo plurimo''. Per non tralasciare comunque le altre piste, furono incaricati alcuni periti di effettuare un esame e redigere un rapporto. Tra iI periti, viessendo eranotali, personeovviamente non si presentarono, si ripiegò allora sul parere di differentealcuni esperti, tra estrazionecui:
[[File:trasporto di esplosivo su rotaia.jpg|right|thumb|320px|I fratelli Aldo e Venceslao Bottaforte (pescatori di frodo con tritolo) furono convocati come periti.]]
* ing. Armando Colombo, Ottorino Zerilli e ing. Giovanni Nocera (tecnici delle Ferrovie dello Stato),
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* Fortunato Musico e Arturo Polese (dell'[[Università degli Studi di Napoli "L'Orientale"|Università di Napoli]]),
* I fratelli Aldo e Venceslao Bottaforte (esperti in esplosivi ittici, botti illegali e demolizioni edili).
Il collegio dei periti consegnò la relazione il [[7 luglio]] [[1971]] (quasi un anno dopo), era uscita la versione da tavolo di ''Rischiatutto'' (il popolare gioco televisivo condotto da [[Mike Bongiorno]]) e, quando si riunivano, ci passavano sopra un mucchio di tempo. La perizia escluse che la causa dell'incidente potesse essere attribuita a errori umani o fattori tecnici. Nel rapporto emergevano le analogie con tre attentati verificatisi sulla stessa linea il 22 e [[27 settembre]] e il [[10 ottobre]] del 1970: anche in quei casi, l'esplosivo aveva divelto circa due metri di binario, trovato in seguito su una spiaggia di Tropea. <br /> Il [[30 maggio]] [[1974]] il giudice istruttore scagionò i dipendenti delle ferrovie, precedentemente accusati, con la decisione di "non c'entravano una minchia". L'inchiesta si chiuse lasciando l'attentato dinamitardo come ipotesi più probabile, ma non stabiliva l'apertura di un fascicolo a carico di ignoti per capire chi ne fosse responsabile. Era come dire:
{{Quote|''[[Qualcuno]] è morto per colpa di una bomba, questo è quasi sicuro. Non vorrete addirittura sapere chi è stato?!''}}
 
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