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[[File:libro I Ragazzi della via Pal.jpg|thumb|right|220px|Il libro]]

{{Dimensione|150%|Incipit}} '''(Edizione per la [[Roma|Garbatella]], tradotta da Alvaro "Er Catena" per la Fabbri Editori, [[1964]])'''
<br />
{{cit2|Era dopo la mezza<ref>le 12:30 circa</ref>, dentro all'aula de [[Scuola|scóla]] i pischelli<ref>ragazzini delle medie</ref> stavano a sclerà de brutto<ref>sclerare: dar di matto, scapoccià</ref> a forza de aspettà. Finarmente, dal "becco de Bunse", che c'ha quer nome perché l'inventore doveva esse 'n faggiano<ref>uno stolto</ref>, uscette 'na fiammetta verde. Er [[professore]] c'aveva messo dentro [[Qualcosa|quarcosa]], ma nun aveva sfaciolato sur contenuto<ref>teneva il segreto per sé</ref>, probabbirmente voleva fa' er fenomeno<ref>atteggiarsi a grande mago</ref>. I regazzini fecero tutti "Ooohh", tanto pe' daje soddisfazzione. A 'na certa<ref>all'improvviso</ref>, t'arriva da la finestra 'na musichetta che lì per lì pareva de [[fisarmonica]], ma 'nvece era 'n organetto de quelli a manovella, robba da [[zingari]]. Comunque, se fecero tutti allegri.|Ferenc Molnár: I ragazzi della via Pal. }}
<br />
'''I ragazzi della via Pál''' (in [[Rom|zingarese]] ''A Pál utcai fiúk'', in [[inglisc]] ''The Ball Street Boys'') è un romanzo per ragazzi dell'autore magiaro Ferenc Molnár.<br /> Fu pubblicato per la prima volta nel [[1906]], a puntate sulla rivista ''Ablak nyitva'' (Finestra aperta), un settimanale che trattava di [[furto con scasso]].<br /> È uno dei libri ungheresi più venduti, secondo solo al ''[[Manuali:Rubare un portafoglio|Manuale delle giovani borseggiatrici]]'', che però è un testo scolastico.<br /> Fa parte dei grandi classici della letteratura per l'infanzia, al pari di ''[[Pinocchio]]'', ''[[Cuore (libro)|Cuore]]'', ''[[Il piccolo principe]]'' e le istruzioni per le "combo" di ''[[Tekken|Tekken 3]]''.<br /> In realtà, almeno nelle intenzioni dell'autore, era un libro destinato agli adulti come denuncia per la mancanza di luoghi riservati al gioco dei più giovani. Nella [[Ungheria|Budapest]] di inizio [[Novecento]], ancora sotto il rigido [[Impero austriaco|Impero austro-ungarico]], gli unici spazi previsti per le attività ludiche erano i centri di addestramento degli Ussari, ma pochi sopravvivevano.<br /> Nel tempo, parte della critica rilevò anche spunti di riflessione antimilitarista: ''"i giovani protagonisti sono palesemente vittime psicologiche del "sistema guerra" degli adulti"''; furono gli stessi che definirono ''[[John Rambo|Rambo]]'' un
capolavoro, quindi parliamo di [[Critico|merceneri privi di competenza e dignità]].

== Trama ==
La storia è ambientata a Budapest, nella primavera del [[1889]]. Descrive la "guerra" in atto tra due bande di ragazzini della scuola media: la prima conosciuta come ''"quella masnada di giovani teppistelli combinaguai che stanno in via Pál"'' (che per comodità viene chiamata ''Banda Pál''), mentre l'altra è nota come ''Camicie rosse'' (meglio conosciuta per ''"quei piccoli bastardi buoni a nulla vestiti di rosso che vanno in giro facendo danni"''). I primi si riuniscono nel loro quartier generale, una catasta di legname sita in un terreno custodito da un [[Narcolessia|narcolettico]] e un [[I cani sono meglio delle persone|cane più sveglio di lui]]; i secondi hanno invece la base nel giardino botanico, che dopo gli ultimi tagli del [[governo]] è diventato un luogo ostile all'insediamento umano, tanto che se ci fossero dei [[giaguari]] sarebbe identico alla [[Foresta amazzonica]].
<gallery widths="250px" heights="220px" perrow="3">
File:Baracche.jpg|Il "quartier generale" della banda Pál (ancora perfettamente conservato)
File:Capanne.jpg|La "casa delle palme" (covo delle ''Camicie rosse'' nel giardino botanico)
File:Punkabbestia con cane.jpg|Il guardiano della segheria Janó che "vigila" assieme a Ettore.
</gallery>

== I due schieramenti ==
=== La Banda Pál ===
[[File:Warriors la banda degli Orfani.jpg|thumb|right|350px|La '''Banda Pál''']]
Partendo da destra.
*'''János Boka''': i suoi sottoposti lo definiscono un [[Capo|leader carismatico]], lui li picchia perché ne ignora il significato. Proviene da una famiglia di origini militari, quindi sa prendere decisioni e organizzare piani di battaglia. Sua madre l'ha partorito mentre il padre era su un dragamine, da due anni. È un ragazzo particolarmente serio e maturo, a dispetto della faccia da [[allocco]].
*'''Dezső Geréb''': vice comandante, figura in costante competizione con Boka per il ruolo di capo. Nel corso delle elezioni viene battuto per l'ennesima volta; gli altri lo ritengono [[Idiota|diversamente intelligente]], o meglio: ''"un [[australopiteco]] in grado di infilarsi i pantaloni da solo"''. [[Peraltro]] ci somiglia anche abbastanza. È il vero traditore dei ragazzi, ma poi si pentirà e si comporterà nobilmente, recuperando l'amicizia delle truppe e quel poco di stima di cui godeva.
*'''Csónakos''': ha il grado di tenente, pur essendo nullatenente. È un ragazzo di campagna, molto forte e abile nell'arrampicarsi sugli alberi, una via di mezzo tra un [[gibbone]] e Geréb. Riesce ad emette fischi potenti, ma sbaglia a farlo quando sono inseguiti dai nemici perché lo localizzano in un secondo.
*'''Ferenc Weisz''': tenente (pure lui) ed ex presidente della ''Società dello Stucco'', una sotto-struttura della banda specializzata nella [[Raccolta differenziata|raccolta di ciarpame]]. Grazie al loro costante impegno, nel procurare oggetti presumibilmente utili al gruppo, la sede della banda somiglia alla discarica di Malagrotta e puzza poco meno.
*'''Pál Kolnay''': tenente (e tre), aiutante di campo, cassiere, armiere e [[factotum]] nel tempo che rimane. È ligio ai suoi doveri quanto una sorellastra di [[Cenerentola]], affidargli un compito equivale a dimenticarsi di fare [[qualcosa]]. Al suo confronto la fata Smemorina è [[Pico della Mirandola]].
*'''Barabás''': tenente (tanto per cambiare), guardasigilli della ''Società dello Stucco'', [[Guardia del corpo|guardaspalle]] di Boka e [[guardone]] ai giardini pubblici. È molto utile nella battaglia decisiva, perché è un eccellente tiratore. Con la fionda è in grado di [[Manuali:Prendere due piccioni con una fava|colpire due piccioni con una fava]], la sua.
*'''Ferenc Leszik''': ancora sottotenente per aver ha fallito gli ultimi [[test Invalsi]]. Dopo aver frequentato un corso serale per imparare il [[Lingua cinese|cinese]], dal quale è stato cacciato a calci, si è spacciato per [[Stenografia|stenografo]]. Redige i verbali durante le riunioni della banda; i suoi appunti sono incomprensibili, anche a lui stesso, e destinati quindi all'oblio. In un mondo sempre più piccolo, un [[cervello]] comunque irrilevante.
*'''Ernő Nemecsek''': unico soldato semplice per via del suo fisico da lanciatore di coriandoli. Sarà promosso capitano per meriti di [[guerra]], onorificenza che lo farà vantare smodatamente nell'[[aldilà]] dopo aver [[Morte|tirato le cuoia]] per una polmonite. Boka ne esalta spesso la sincerità, la nobiltà d'animo e la propensione al sacrificio nonostante la malattia. Se avesse più uomini come lui la banda sarebbe un [[lazzaretto]].
* Non visibile perché è lui a scattare la foto, '''Richter''', custode della palla. È quello a cui dicono: ''"A ragazzì, te lo buco quer pallone!"'' e tutte le volte ci resta male.

=== Camicie rosse ===
Partendo da destra.
[[File:Warriors la banda dei Guerrieri.jpg|thumb|right|350px|Le '''Camicie rosse''']]
* '''Feri Áts''': (in primo piano) capo indiscusso della ghenga. È un ragazzo prestante, audace e molto fiero, che apprezza il coraggio degli avversari almeno quanto dargli calci nelle gengive.
* Dietro Áts troviamo i fratelli '''Flórián e László Pásztor''', temuti picchiatori [[Negri|specializzati nelle incursioni notturne]]. Sono dei veri [[figli di puttana]], da parte di [[Troia|madre nigeriana]].
* '''Krisztián Fekete''': detto "Ricciotto", braccio destro del capo. Può essere considerato lo stratega della banda, titolo che ha guadagnato col suo tema su [[Napoleone]], col quale si è aggiudicato un sorprendente sei meno meno in storia.
* '''Balázs Bojtár''': chiamato ironicamente "Carezza", irascibile energumeno di ragguardevole stazza. I suoi pugni sono decisamente pesanti, l'ultimo [[tizio]] che ne ha incassato uno ha parlato in [[Lingua cinese|cinese Mandarino]] per due settimane, pur essendo totalmente ignorante in fatto di agrumi.
* '''Szebenics''': capo arsenale della banda, fedele ma [[scemo]] come il suo cappello. Dopo aver ricevuto l'incarico ha iniziato a fare esperimenti con gli esplosivi, finendo per sparare suo [[nonno]] (assieme alla tazza del [[cesso]]) in un'altra provincia.
* '''Wendauer''': detto "Fratta", trombettiere della banda. È il più piccolo del gruppo, ha un fisico talmente ridicolo che la sua capacità polmonare gli permette di suonare solo due note: ''Pèèèè Pèèèèèèè''. Che poi sono l'inno.
* '''Szelnyk''': soldato semplice. Sua madre, che gli vuole un gran bene, non esita a definirlo "un completo cretino con gravi turbe comportamentali". Ha pronunciato la prima parola a 6 anni, grazie all'incantesimo di un mago polacco, era "spranga". Il suo [[logopedista]] si è suicidato alla terza seduta.

== Il libro ==
=== Capitolo 1: ''Einstand!'' ===
[[File:Sculture commemorative dei ragazzi della via Pál.jpg|right|thumb|300px|«''Dici che dovremmo rubargli le palline?!''»<br />«''Certo, i bulli siamo noi!''»]]
I fratelli Pásztor tesero un agguato ad alcuni della via Pál nel giardino del museo, abituale luogo di ritrovo per avvincenti sfide con le palline di vetro colorato che, come ognun sa, a quell'età acquisiscono un valore incommensurabile e chi le vince viene guardato dal resto della compagnia con rispetto e ammirazione. Ma conquistarle con le minacce e la forza permette di incutere negli altri terrore, sottomissione e rassegnazione, che è molto meglio. I due Pasztor lo sapevano bene e, pur essendo delle schiappe certificate nel gioco, detenevano da soli più palline di tutti gli altri ragazzi di Buda e Pest.<br />Quel pomeriggio, il gruppo di via Pál era composto dal piccolo Nemecseck, che era costretto a camminare con dei [[sassi]] in tasca perché il vento non lo portasse via; da Weisz, che si metteva a piangere per la paura quando scoreggiava un po' più forte del solito; da Richter, che nelle situazioni di pericolo aveva imparato a mimetizzarsi col circostante, come i camaleonti; da Kolnay e Barabás, primatisti ungheresi nell'arte della fuga di fronte al pericolo. Nonostante la superiorità numerica, si profilava un ''einstand'' senza storia. Infatti, tutti i protagonisti della vicenda restarono fedeli ai loro ruoli: il maggiore dei Pásztor non aveva ancora finito di urlare ''"einstand!"'' che Kolnay e Barabás se l'erano squagliata a velocità curvatura; Weisz si era messo a piangere e Richter si era mimetizzato perfettamente come una delle colonne del porticato. Il piccolo Nemecseck aveva abbozzato una timida protesta prontamente zittita. I due Pásztor avevano fatto i due Pásztor: dopo aver raccolto tutte le palline se ne andarono senza proferir verbo.
{{Quote|Sì, ma che cazzo è l'einstand?}}
Giusto. L'einstand, nello slang dei [[bimbiminkia]] ungheresi di fine '800, indicava l'imminente verificarsi di un atto di [[bullismo]] da parte di un bullo nei confronti di un nabbo, possibilmente più giovane e debole. Se fosse accaduto il contrario, ossia che un nabbo avesse inopinatamente attaccato un bullo, dovremmo parlare di [[idiozia]]. Invece, l'einstand (traducibile con ''"Abbellodepapà, resta immobile e non opporre resistenza e forse -dico forse- andrà tutto bene"'') costituiva una vera e propria dichiarazione di guerra e se non si disponeva di adeguato coraggio e prestanza fisica era conveniente arrendersi subito. Tutto per rubare al malcapitato le palline di vetro colorato, ma anche pennini e figurine<ref>Si dice che il primo furto della [[Pier Luigi Pizzaballa|figurina di Pizzaballa]] sia stato perpetrato in seguito a un einstand.</ref>. Del resto, quei ragazzi si trovavano in quella fase in cui gli [[pippa|atti impuri]] e l'ossessione per la [[figa]] covavano, pronti a esplodere da un momento all'altro, ma erano ancora di là da venire. E poi i videogiochi non erano ancora stati inventati.
=== Capitolo 2: Il furto della bandiera ===
{{Cit|Ma tu guarda 'sti cornuti dove sono andati a mettere la bandiera!|Feri Ats si arrampica sulla fortezza n° 3.}}
Nemecseck era arrivato per primo al campo: tra le incombenze dell'unico soldato semplice della compagnia vi era quella di preparare il caffè per gli ufficiali, svuotare i [[posacenere]], spazzare il terreno e tenere lontani i [[Testimoni di Geova]]. Non fece niente di tutto ciò perché assistette al furto della bandiera da parte di Feri Ats. L'incontro tra i due si caratterizza per l'elevato pathos che traspare dalla drammaticità dei dialoghi:
{{Dialogo2|Nemecseck|Gu... Gulp!|Feri Ats|Uè, pischello, la bandiera viene via con me!}}
{{Dialogo2|Nemecseck|Ga... Gasp!|Feri Ats|Beh, parla! Di' qualcosa, cazzo!}}
{{Dialogo2|Nemecseck|...|Feri Ats|Figa, zio, tu sei fatto duro... Beh, ti saluto!}}
Sulla fortezza n° 3 la gloriosa bandiera rosso-verde aveva smesso di sventolare. Molto più in basso, i pantaloni di Nemecseck si erano misteriosamente tinti di marrone. Nonostante la sua strenua resistenza, il campo era stato violato dal nemico.

=== Capitolo 3: Le elezioni (Viene rieletto Boka e Geréb ci rosica) ===
Zurpone

=== Capitolo 4: Il piano di conquista (Riprendiamoci la bandiera) ===
[[File:Trollface con bomba.jpg|right|thumb|200px|Il messaggio lasciato nel quartier generale delle Camicie Rosse.]]
<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />
=== Capitolo 5: Va tutto alle ortiche (Nemecsek e lo stagno) ===

=== Capitolo 6: Qualcuno ha tradito (Tra di noi c'è un "soffia") ===

=== Capitolo 7: Il capro espiatorio (Non è colpa mia!) ===

=== Capitolo 8: Nemecsek e l'onore (Nemecsek si tuffa di nuovo) ===

=== Capitolo 9: La guerra è inevitabile (Stavolta non facciamo cazzate!) ===

=== Capitolo 10: Il traditore si pente (Geréb getta la maschera) ===

=== Capitolo 11: La battaglia (Ahó, questi menano come fabbri!) ===

=== Capitolo 12: L'eroe inaspettato (Nemecsek, che cazzo ci fai fuori dal letto?!) ===

=== Capitolo 13: La morte dell'eroe (Uno starnuto di troppo) ===

=== Capitolo 14: Per cosa abbiamo lottato?! (Il palazzinaro) ===

== Note ==
{{Legginote}}
{{Note}}

== Voci correlate ==
*[[Teppista]]
*[[Guerra dei bottoni]]
*[[Grande Complotto Internazionale]]

Versione attuale delle 12:51, 9 giu 2018