Utente:Accappaquarantasette/Sandbox: differenze tra le versioni

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Il finale canonico del precedente capitolo era quello da stronzo, in cui Artyom inceneriva senza pietà i tutti i Tetri. Il gioco riprende ad un anno circa dal lieto evento, e fin da subito le cose si mettono male: a turbare il suo dolce incubo arriva Khan, che lo avvisa di aver avvistato un Tetro sopravvissuto. Il ragazzo sarebbe ben felice di porre rimedio alla cazzata fatta, di diverso avviso è invece Miller che spedisce sua figlia Anna e lui ad occuparsi di un singolo Tetro anziché preoccuparsi della trascurabile guerra civile tra i sopravvissuti della Metro. Anna dopo aver dato modo al giocatore di trovare valide scuse a supporto del [[femminicidio]], avvista il Tetro e per mascherare le proprie dubbie abilità di cecchino gli spedisce dietro Artyom. Una volta acchiappato tuttavia sviene, e si sveglia giusto in tempo per essere catturato assieme al Tetro e messo ko da una squadra di Imperialisti che [[Gente che passava di lì per caso|passava di lì per caso]].
 
Risvegliatosi in uno stalag, Artyom fa amicizia con un soldato comunista dai gravi problemi di dislessia di nome Pavel, e assieme al petulante amico decidono di pararsi il culo l'un l'altro per guadagnare la libertà e per tornarsene tutti alla rispettiva [[casa]]. Tutto va a meraviglia, tra rocambolesche fughe attraverso avamposti Imperialisti e interessanti gite nelle tane di abnormi [[ragni]]-[[scorpione]] e visioni mistiche delle altrui morti, nessuno ci rimette un arto<ref>Della sanità mentale invece non è dato sapere.</ref> e tutti e due giungono al [[Bolshoi]]. Dopo aver ammirato con vivo interesse quanto un teatro un tempo famoso sia caduto in basso,i due brindano al successo, e dopo aver smaltito i postumi della sbronza e della [[droga]], Artyom scopre che Pavel è un spia di alto rango dei Rossi e che l'ha catturato per conto del generale Korbut.
 
Costui vuole sottomettere tutta la Metro tramite una non meglio specificata arma trafugata dal D6 da undal traditore dal nome impronunciabile di Lesnitsky, e vorrebbe tanto che anche Artyom diventasse il suo cagnolino. Riuscito a scappare dall'avamposto dei Rossi, Artyom decide di raggiungere Pavel fino alla stazione di [[Venezia]] per scambiare quattro chiacchiere a proposito delle pugnalate alle spalle, e anche per farsi dire che cosa frullasse per la testa di quello sfregiato del suo capo. Purtroppo per le sue vacanze, Artyom non si ritroverà a dover percorrere tutto l'est [[Europa]] per arrivare nel ridente e nuclearizzato [[Veneto]], Venezia è il nome appioppato a caso ad una serie di stazioni allagate da acqua misteriosamente non contaminata e abitata da simpatiche mazzancolle di 80 kg<ref>A detta dei locali, rosolati con un po' di [[birra]] il retrogusto di [[Uranio|Uranio 235]] si sente appena.</ref>. Fattosi sfuggire Pavel come un pollo, il prode eroe decide di attraversare una serie di paludi infestate da [[Gambero|gamberetti]] troppo cresciuti per giungere fino ad un avamposto dei Ranger in una chiesa, dove per sua somma gioia troverà Anna ad aspettarlo.
 
Forse attanagliata dai sensi di colpa per averlo lasciato da solo nelle mani degli Imperialisti, Anna ha fatto indigestione di [[bicarbonato]] e ha abbassato la sua acidità, rendendo possibile conversare con lei senza crocifiggersi le [[palle]]. L'idillio però dura poco, perché un commando di Rossi guidato da Lesnitsky irrompe in chiesa per una preghierina veloce e rapisce Anna.
 
==Note==