Tiberio Claudio Cesare Augusto Germanico: differenze tra le versioni

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Ma allora, come è morto realmente Claudio?
Ma allora, come è morto realmente Claudio?


Si è detto più sopra che in quei giorni faceva un caldo bestiale e Claudio, che lo soffriva particolarmente, si rimpinzava di [[Cocomero killer|anguria]]. Agrippina aveva pianificato di avvelenarlo nella seguente maniera: preparò una quantità industriale di granita d'anguria, addizionata con generose mestolate di cloruro di potassio, mortale con simili dosaggi, e karkadè, che imitava il colore rosso della sbroda d'anguria, di cui Claudio era golosissimo. In quel pomeriggio Claudio sgargarozzò sessanta litri di granita taroccata, abbastanza per accoppare una mandria di [[Giraffa|giraffe]], ma non fece una piega: a causa delle sue malattie, era diventato farmaco-resistente, e i sovradosaggi di qualunque cosa gli facevano un [[Baffi|baffo]]. Verso sera, quando Agrippina già pensava di vederlo [[cadavere]] egli, rinfrancato dalla granita e dal fresco serotino, le disse tutto pimpante: {{quote|Beh, che si mangia stasera?}} Agrippina trasalì, ma seppe mantenere un contegno, e pensò ai funghi che il loro giardiniere '''Cucullione Proculo''' aveva raccolto per loro nelle tenute imperiali, quindi rispose prontamente: {{quote|Funghi al funghetto, micione mio!}} Agrippina si diresse in [[cucina]] per preparare il piatto, non capacitandosi del fatto che Claudio fosse ancora vivo. Cucinò distrattamente, dimenticandosi di aggiungere il [[prezzemolo]], ma preparò, pur senza volerlo, un manicaretto squisito. Claudio lo divorò di gusto, mentre Agrippina si domandava ormai se non l'avessero bidonata, spacciandole latte in polvere per cloruro di potassio. Dopo un [[rutto]] tanto assordante quanto fetente di [[aglio]], Claudio le disse: {{quote|E ora, che ne dici di staccarmi un po' di croste di sebo dalla schiena?}} Agrippina, colta di sorpresa, prese in mano il raschietto che di solito usava per questa simpatica operazione, ma finalmente, il veleno entrò in circolo e Claudio, spalancati occhi e bocca, emise l'ultima sua polluzione, che investì in pieno Agrippina, e si accasciò al suolo, privo di vita.
Si è detto più sopra che in quei giorni faceva un caldo bestiale e Claudio, che lo soffriva particolarmente, si rimpinzava di [[Cocomero killer|anguria]]. Agrippina aveva pianificato di avvelenarlo nella seguente maniera: preparò una quantità industriale di granita d'anguria, addizionata con generose mestolate di cloruro di potassio, mortale con simili dosaggi, e karkadè, che imitava il colore rosso della sbroda d'anguria, di cui Claudio era golosissimo. In quel pomeriggio Claudio sgargarozzò sessanta litri di granita taroccata, abbastanza per accoppare una mandria di [[Giraffa|giraffe]], ma non fece una piega: a causa delle sue malattie, era diventato farmaco-resistente, e i sovradosaggi di qualunque cosa gli facevano un [[Baffi|baffo]]. Verso sera, quando Agrippina già pensava di vederlo [[cadavere]] egli, rinfrancato dalla granita e dal fresco serotino, le disse tutto pimpante: {{quote|Beh, che si mangia stasera?}} Agrippina trasalì, ma seppe mantenere un contegno, e pensò ai funghi che il loro giardiniere '''Cucullione Proculo''' aveva raccolto per loro nelle tenute imperiali, quindi rispose prontamente: {{quote|Funghi al funghetto, micione mio!}} Agrippina si diresse in [[cucina]] per preparare il piatto, non capacitandosi del fatto che Claudio fosse ancora vivo. Cucinò distrattamente, dimenticandosi di aggiungere il [[prezzemolo]], ma imbandì, pur senza volerlo, un manicaretto squisito. Claudio lo divorò di gusto, mentre Agrippina si domandava ormai se non l'avessero bidonata, spacciandole latte in polvere per cloruro di potassio. Dopo un [[rutto]] tanto assordante quanto fetente di [[aglio]], Claudio le disse: {{quote|E ora, che ne dici di staccarmi un po' di croste di sebo dalla schiena?<ref>Queste sono le ultime parole di Claudio.</ref>}} Agrippina, colta di sorpresa, prese in mano il raschietto che di solito usava per questa simpatica operazione, ma finalmente, il veleno entrò in circolo e Claudio, spalancati occhi e bocca, emise l'ultima sua polluzione, che investì in pieno Agrippina, e si accasciò al suolo, privo di vita.


Dunque, altro che funghi! Bah!
Dunque, altro che funghi! Bah!
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{{cit2|Claudio chi?|[[Tizio]], [[Caio e Sempronio]] all'unisono.}}
{{cit2|Claudio chi?|[[Tizio]], [[Caio e Sempronio]] all'unisono.}}
{{cit2|...|Tacito su Claudio.}}
{{cit2|...|Tacito su Claudio.}}
{{cit2|Quel figlio di [[puttana]], che il [[cazzo]] di [[Nettuno]] se lo strainculi...|Il filosofo [[Seneca]] non prende bene la notizia dell'esilio comminatogli da Claudio.}}
{{cit2|Quel figlio di [[puttana]], che il [[cazzo]] di [[Nettuno]] se lo strainculi...|Il filosofo [[Seneca]] non prende bene la notizia dell'esilio comminatogli da Claudio.<ref>Se non sapete com'è andata questa storia, informatevi.</ref>}}


=== La moderna critica storica ===
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