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{{Quote|Eppur si muove!}}
Per sua sfortuna venne udito dalla [[Inquisizione|muta di Domenicani]] sguinzagliatagli alle calcagna [[Stalking|per sicurezza]] dal [[Vatikan|Vaticano]], visto il suo passato delirante, copernicano e fricchettone. I monaci decontestualizzarono l'affermazione e, temendo che Galileo fosse sull'orlo di una ricaduta eliocentrica e che abiurasse l'abiura, provvidero immediatamente a farlo rinsavire con una scarica di legnate precauzionale. A questo punto la corda del termometro fu divelta e impropriamente usata per [[frusta|sferzare]] le eretiche natiche dello scienziato. L'oggetto non venne quasi citato dai biografi di Galileo e il luogo della folgorazione venne al più distrattamente menzionato perché lo scienziato vi aveva subito l'ennesima umiliazione. <br/>
Secoli dopo tuttavia giunse in quel buco maremmano un particolarmente illuminato [[Denis Diderot]] che, secondo l'usanza in voga presso artisti e/o intellettuali del tempo, stava
{{Quote|''Sacre bleu''!! Altro che [[enciclopedia]]! Questo sì che è un luminoso monumento alla ragione umana!}}
Mantenne comunque una certa popolarità tra i nobili e gli intellettuali dell'epoca e delle epoche successive. Leggenda vuole che [[Maria Teresa d'Austria]]<ref>la prosperosa e prolifica mamma di [[Maria Antonietta d'Austria]]</ref> ne abbia commissionato uno alto due metri completamente (corda compresa) in marmo bianco di [[Carrara]] allo scultore [[Canova]] per il compleanno di uno dei suoi ventordici figli. Tuttavia per oscure ragioni non funzionò mai e il marmo fu riciclato per una lapide [[vodoo]] spacciata per un biglietto di buon onomastico gigante che venne recapitata a quell'antipatico del re di [[Prussia]]. <br/>
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