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{{sottotitolo|Da Nonciclopedia, l'enciclopedia libera
{{citazione|'''[[Porco Dio]] lo possiamo dire lui ed IO'''|Gesù}}
[[File:Nonno_Fiorucci.jpg|thumb|170px|Nonno Fiorucci assiso in cattedra.]]▼
{{Nowikipediapar}}
{{Cit|Dio lupo manaio!|Nonno Fiorucci su Dio}}▼
{{Cit|En pochi!|Nonno Fiorucci in merito al numero di bestemmiatori in [[Italia]]}}▼
{{Cit|Dio serpente avvelenato!|Nonno Fiorucci su [[tutto]]}}▼
{{Cit|Ma s'embazzità pù! Vaffiga Tonto!|Nonno Fiorucci su [[puttana|prostituta]]}}▼
{{Cit2|Ma che gli ho fatto? | Dio su Nonno Fiorucci.}}
{{Cit2|Chi sono dunque io al Suo cospetto?|[[Germano Mosconi]] su Nonno Fiorucci.}}
{{Cit2|..Il modus imprecandi fiorucciano, in tutta la storia della bestemmia, dai dinosauri alla martellata sul dito dello zio, dal big bang alla costruzione della morte nera e oltre, è di sicuro uno dei più vari e apprezzabili: Abilità, spirito bestemmiatore, apertura lessicale e mentale, esperienza indotta.. Nonno fiorucci, L'uomo fatto a bestemmia. |Introduzione al poeta nel ''manuale della bestemmia'', Mondadori, su Nonno Fiorucci.}}
'''Nonno Fiorucci''' è stato e sarà sempre uno dei più grandi Maestri innovatori della [[
== Vita ==
Al secolo '''Vincenzo Gagliardoni Proietti''', Nonno
Benché autodidatta e privo dei mezzi tecnologici oggi disponibili per apprendere e praticare la nobile arte della [[Bestemmia]], riesce comunque a raggiungerne i più alti livelli, modificando in maniera sostanziale le idee dei suoi ascoltatori che si trasformano inevitabilmente in fedeli discepoli. La sua [[bestemmia|Arte]] pur non discostandosi dai temi classici riesce comunque a rinnovarli rinvigorendoli con gioia e fantasia. Per tali motivi gli viene conferita la cittadinanza onoraria dal comune di [[Codroipo]] (anagramma di ''porco Dio'').
Ultimo, ma solo in ordine di apparizione, dei grandi della bestemmia è stato tramandato ai posteri grazie all'amorevole lavoro dei suoi diletti nipoti (Lorenzo detto "
Si narra che il Maestro avesse un manoscritto originale della [[Bibbia]] firmata da [[Dio]] in persona.
Purtroppo il nonno si spegne prematuramente il 19 febbraio 2007, a soli 72 anni, privando il mondo di un barocco artigiano della [[Bestemmia]]. Il nostro più grande rammarico è che la parte più consistente del suo lavoro non sia stato tramandato ai suoi discepoli che sono ora impegnati a trarre e interpretare gli insegnamenti del Nonno dalle poche pagine che ci ha lasciato.▼
▲Purtroppo il nonno si spegne prematuramente il 19 febbraio [[2007]], a soli 72 anni, privando il [[mondo]] di un [[barocco]] artigiano della [[Bestemmia]]. Il nostro più grande rammarico è che la parte più consistente del suo lavoro non sia stato tramandato ai suoi discepoli che sono ora impegnati a trarre e interpretare gli insegnamenti del Nonno dalle poche pagine che ci ha lasciato.
== Tecnica ==
[[File:Nonno Fiorucci2.png|thumb|right|250px|Sembra buono, ma non lo è.]]
Il cardine fondamentale su cui si basa l'intera arte bestemmiatoria del Nonno è la rabbia: tutte le sue bestemmie sono infatti pronunciate con una carica di rabbia talmente elevata che sovente sembra esulare dal contesto stesso che l'ha generata. I piccoli scherzi architettati dai nipoti infatti possono apparire al neofita come innocui giochi adolescenziali e quindi indurre a valutare le sue reazioni bestemmiatorie come eccessive o fuori luogo. [[Ricercatori Oral-B|Alcuni critici]] hanno perfino maliziato su tale aspetto, ipotizzando l'artificiosità di certi video, come se il tutto fosse stato architettato appositamente per creare scalpore nello [[Tu|spettatore]]. Per controbattere queste accuse sul Nonno occorre indagare in maniera più approfondita il suo [[Bestemmia|insegnamento]], elencandone le peculiarità, le innovazioni e le similitudini con altri grandi bestemmiatori contemporanei. Solo in questo modo è possibile cogliere le sfumature sublimi dell'arte bestemmiatoria del Nonno e rendersi conto di trovarsi di fronte a un [[Germano Mosconi|Maestro]].
=== Genesi e Fenomenologia ===
Innanzitutto è bene inquadrare correttamente il contesto in cui le testimonianze video immortalano il Nonno. Risulta subito evidente l'ambiente agreste in cui molte scene hanno luogo. [[È]] facile supporre come Nonno Fiorucci sia un uomo cresciuto nel [[Lavoro]] e dal Lavoro, quel Lavoro con la [[L]] maiuscola che sta a indicare la fatica fisica subita sui campi agricoli, [[Sega|lavoro manuale]], che mina il corpo e l'anima. Tutta la sottocultura contadina quindi sublima nel Nonno, con i tipici connotati di rozzezza, scontrosità e burberità. Non è quindi strano trovarsi di fronte a reazioni apparentemente eccessive e plateali seppure generate da semplici scherzi e richieste. Il suo gergo, i suoi modi,
=== L'applicazione della rabbia ===
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=== Le malattie infettive ===
La principale innovazione del Nonno è rappresentata dall'uso delle malattie infettive per
=== Pluralità di soggetti cooperanti ===
Il
Troviamo un elegante esempio di questa tecnica nel filmato ''Le Scorze de Fichi'' in cui il Nonno accompagna l'atto di salire le scale con la seguente litania: ''
=== Utilizzo del dialetto ===
Nonno Fiorucci arriva da una realtà povera, la campagna Perugina. Il dialetto perugino non è eccessivamente complesso nei termini. La zona in cui è nato e cresciuto il Nonno risente di influenze marchigiane, toscane e umbre e dunque si fa forza di tutte queste culture tradizionalmente prolifiche nell'ambito della bestemmia. Il Nonno fa uso del dialetto con mirabile effetto in molte delle sue proposizioni. I risultati sono sempre entusiasmanti e illuminanti.
Eccone alcuni:
* ''dio lupo manaio'' dove la parola ''mannaro'' viene storpiata per ipercorrettismo in ''manaio'' con ottimo risultato fonetico.
* ''dio salvatico'' in cui la parola ''selvatico'' viene connotata essa stessa di una componente di selvaticità ulteriore con la sostituzione della lettera ''e'' con una ''a''.
* ''madonna salvat'ca'' in cui l'aggettivo selvatica subisce
* ''dio tubercoloso fracio'' dove la parola ''fradicio'' talvolta anche vista comparire come "fraido", viene modificata in uno sbilenco quanto enormemente infamante ''fracio'' con una ''a'' pronunciata in modo magnificamente sguaiato.
=== Semantica delle pause ===
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=== Complemento di specificazione ===
Altra importante innovazione è l'uso del genitivo epesegetico che trasforma il soggetto della bestemmia in complemento di specificazione. È il caso di ''porca bbestia della madonna'', dove sintatticamente la frase sembrerebbe indicare come soggetto una fantomatica bestia di cui la madonna sarebbe padrona. È chiaro invece come l'intento del Nonno sia quello di posticipare la comparsa del vero soggetto della frase (la madonna) facendolo precedere da una serie arbitraria di aggettivi o pseudo-soggetti o apposizioni di connotazione negativa (porca bestia). Per attuare una simile tecnica quindi, il vero soggetto viene trasformato in un complemento di specificazione fittizio. L'effetto è duplice: suspance nell'attesa di scoprire a chi sono indirizzate le diffamazioni e intrinseco rafforzamento delle stesse.
=== Le maledizioni ===
Caratteristica degna senz'altro di nota, nella predicazione del Maestro, è l'uso delle maledizioni, intese in senso duplice:
* maledizioni rivolte alla [[Dio|divinità]] - ''che t'pia'n [[Cancro|canchero]] tal signore''.
qui va detta una cosa fondamentale: nella zona del perugino la preposizione semplice "a" (intesa come complemento di termine) viene trasformata, a livello fonetico
* maledizioni rivolte alla fonte (o alle fonti) delle proprie arrabbiature, intensificate dall'uso della bestemmia conclusiva - ''che te piasse 'ncolpo prima de notte madonna salvatica'' con un simpatico accenno temporale che
=== Rarità ===
Alcune bestemmie del Nonno sono tanto belle quanto uniche nel loro genere poiché nelle testimonianze fino a ora arrivate compaiono pochissime volte se non una soltanto. Eccone alcune:
* '''''
* '''''
* '''''
* '''''Dio serpente bove''''' - animale mitologico mezzo serpente e mezzo bove che riassume le caratteristiche negative di entrambe le bestie. Tuttavia, recenti studi filologici hanno rilevato che potrebbe altresì trattarsi di un assai felice caso di ipercorrettismo, effettuato mediante l'inserimento di una consonante labiodentale epentetica con conseguente neutralizzazione della vocale finale, che da "a" diviene "e": infatti non è da escludere che il Sommo, persona non eccessivamente erudita, volesse intendere il serpente BOA della famiglia delle Boidae del genere Boa della specie Constrictor. Il risultato è un sublime doppio senso che estrinseca la grande potenza creativa fiorucciana, reso ancor più colorito dall'ibridazione rettile-bovino, Boidae-Bovidae che si annovera di diritto fra le pietre miliari dell'arte bestemmiatoria italiana.
* '''''
* '''''
* '''''impestata'''''
=== Casi di studio ===
* ''mannaggia a tutti i santi apostoli con 'sta
In questo emblematico esempio confluiscono ben quattro tecniche: l'utilizzo della filastrocca composta, la pluralità di soggetti cooperanti nell'atto diffamatorio (i santi apostoli e la madonna), la [[diffamazione]] ottenuta con
[[File:Nonno Fiorucci visto dall'alto.jpg|right|thumb|300px|Nonno Fiorucci inquadrato da Google Earth.]]
* ''sto maiale porco avvelenato del signore con tutti i santi''.
Qui siamo di fronte alla massima espressione dell'arte fiorucciana. In primo luogo è facile notare come venga applicata la tecnica del complemento di specificazione. Il vero soggetto è ovviamente il [[Signore]] a cui vengono affibbiati gli aggettivi negativi di ''maiale'', ''porco'' e ''avvelenato''. In tale situazione l'aggettivo ''maiale'' si riferisce probabilmente al simpatico animale da cortile tanto spesso associato alle figure divine, mentre di conseguenza il ''porco'' si riferisce a una devianza sessuale implicita di [[Dio]]. L'aggettivo ''avvelenato'' è quasi una costante del repertorio fiorucciano. Occorre prestare attenzione all'uso che il Nonno fa di tale termine. Dio risulta essere al contempo sia avvelenato che velenoso. Dunque il Maestro qui intende prima farsi cinicamente beffa di un Dio vittima di un avvelenamento (il che implicitamente ne diminuisce drasticamente l'Onnipotenza ed Infallibilità) e successivamente allerta tutti noi che Dio stesso è probabilmente venefico, portatore sano o meno dello stesso [[veleno]] di cui è vittima. È una visione bilaterale molto complessa che ci testimonia la grandezza dell'arte del Nonno.
Si noti poi come la parte finale della citazione includa nella diffamazione anche ''tutti'' i santi i quali, a differenza dell'esempio precedente, sono parte integrante delle visione negativa creata, alla stessa stregua di Dio (infatti non sono più santi). C'è inoltre da notare l'iniziale uso del 'sto' che viene adottato dall'Eccelso per sottolineare la vicinanza del bersaglio
* ''mannaggia la madonna bestiona della madonna''
* ''
Accanto alla tecnica del complemento di specificazione, appare una struttura che dai profani dell'arte bestemmiatoria Fiorucciana potrebbe essere considerata come ripetitiva, ma che in realtà sottolinea un'innovazione metrica geniale finalizzata a sostenere e rafforzare la tesi del poeta bestemmiatore. Come nel caso di studio precedente, i sinonimi "''porca''" e "''troia''" abbracciano in realtà due aree semantiche diverse, riferendosi l'uno alla natura animale e l'altro alla deviazione sessuale della madonna, e viceversa. I due eptasillabi che precedono il soggetto-complemento di specificazione sono legati indissolubilmente da un enjambement, rafforzato dall'omissione della "''i''" di "''impestata''", che conferisce alla struttura compattezza e indissolubilità: "''por-ca-tro-ia-lu-ri-da/mpe-sta-ta-lu-ri-do-na''". Grazie a un abile marcatura e distorsione dialettale, il suono della lettera "''s''" di appestata viene percepito come il suono del dittongo "''sc''" di "''scema''" e, attraverso una lettura onomatopeica, ricorda lo strisciare di un serpente, animale spesso accostato dal Nonno alla divinità per descriverne il carattere avvelenato e venefico. Assieme all'utilizzo dell'accrescitivo "''luridona''", Il tutto concorre a rafforzare la verità sostenuta dal Sommo Poeta: la natura [[animale]], lo stato di degrado igenico-sanitario, la deviazione sessuale e la conseguente condizione di malattia della divinità avversa. ▼
▲l'incipit è dato dalla consueta e generica maledizione, tanto cara al Sommo; dopo la pausa, si ha, evidente, la motivazione della maledizione, splendidamente ornata da un accrescitivo che odora di neologismo: "bestiona". il tutto confezionato nella consueta veste del falso complemento di specificazione, che fa precedere al soggetto il suo attributo primario. è quasi commovente come una semplice ditata sulla punta del naso abbia potuto dare origine nella mente dell'Immenso a un processo al contempo così spontaneo eppure così complesso.
Si carpisce inoltre nella frase il tono volutamente interrogativo come a far ritenere all'ascoltatore di dover affermare la natura immonda della madonna.
▲Accanto alla tecnica del complemento di specificazione, appare una struttura che dai profani dell'arte bestemmiatoria Fiorucciana potrebbe essere considerata come ripetitiva, ma che in realtà sottolinea un'innovazione metrica geniale finalizzata a sostenere e rafforzare la tesi del poeta bestemmiatore. Come nel caso di studio precedente, i sinonimi "''porca''" e "''troia''" abbracciano in realtà due aree semantiche diverse, riferendosi l'uno alla natura animale e l'altro alla deviazione sessuale della madonna, e viceversa. I due eptasillabi che precedono il soggetto-complemento di specificazione sono legati indissolubilmente da un enjambement, rafforzato dall'omissione della "''i''" di "''impestata''", che conferisce alla struttura compattezza e indissolubilità: "''por-ca-tro-ia-lu-ri-da/mpe-sta-ta-lu-ri-do-na''". Grazie a un abile marcatura e distorsione dialettale, il suono della lettera "''s''" di appestata viene percepito come il suono del dittongo "''sc''" di "''scema''" e, attraverso una lettura onomatopeica, ricorda lo strisciare di un serpente, animale spesso accostato dal Nonno alla divinità per descriverne il carattere avvelenato e venefico. Assieme all'utilizzo dell'accrescitivo "''luridona''", Il tutto concorre a rafforzare la verità sostenuta dal Sommo Poeta: la natura [[animale]], lo stato di degrado igenico-sanitario, la deviazione sessuale e la conseguente condizione di malattia della divinità avversa.
* ''che te piasse na paralisi da ste porc de crist''.
* ''mannaggia tutti i santi del paradiso''.
Declamata a gran voce a seguito dell'afferramento delle orecchie del Sommo da parte del nipote Lorenzo, si tratta di una piccola, grande perla dell'Arte del Nonno: chiara è la sua classificazione nel settore delle 'maledizioni', peraltro condita da una chiara pluralità di soggetti cooperanti, ma prodigiose e fuori dall'ordinario ne sono la forza e la grandiosità nel chiamare in causa senza riserve né eccezioni tutto l'apparato divino e para-divino del paradiso, da Dio (Santo supremo) ai Santi minori, ponendoli tra l'altro (di conseguenza) tutti sullo stesso piano, in una visione metafisica nuova, sinora non esplorata, con tutta probabilità figlia di un amore per l'equità sociale, concetto non raggiungibile tra gli uomini, ma auspicabile in un mondo ideale ultraterreno: la globalità della maledizione e il derivante scardinamento dei preconcetti sulle gerarchie religiose sono profonde e definitive in questo basilare passo della predicazione Fiorucciana.
* ''dio maiale el porc del signore''.
Citiamo questo esempio quale simbolo dell'ultima fase artistica del Maestro. Nel periodo subito precedente la sua triste dipartita la produzione del Nonno assume connotati di rassegnazione verso le divinità che stanno evidentemente vincendo la loro battaglia sulla sua persona. La frase qui riportata viene infatti pronunciata con un tono di tale arrendevolezza che il Nonno risulta quasi irriconoscibile.
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=== En pochi 5000 euro ===
È sicuramente questa l’opera che permette al neofita di avvicinarsi più facilmente alle teorie del maestro: presenta infatti tutti gli aspetti tipici dell’[[Porco Dio|arte fiorucciana]]. Il nonno segue discorsi con aria apparentemente distaccata
L’opera apre con la bellissima bestemmia, che poi diverrà un caposaldo dell’intera sua predicazione, cioè il celeberrimo ''en pochi
Segue il ''dio lupo manaio'', anch’esso parte integrante della sua opera che, sebbene sia da considerare una rarità, è molto apprezzato sia dal [[
Dopo poche ma sentite bestemmie tra cui spiccano per importanza ''dio scannato e madonna tubercolosa'' il passo si chiude con una delle migliori litanie proposte dal nonno cioè: ''dio
Conclusione a sorpresa in cui il nonno si allontana
In conclusione possiamo affermare con sicurezza che quest’opera appare come un ottimo sunto di buona parte delle teorie fiorucciane che vengono con maestria messe in pratica.
=== La miscela ===
[[File:Nonno Fiorucci indica.jpg|300px|thumb|right|Nonno Fiorucci inquadrato da un tostapane.]]
Altro passo della predicazione fiorucciana dallo scorrimento molto lineare e di comprensione piuttosto semplice, almeno per quanto riguarda la sezione bestemmiatoria, mentre le sezioni parlate sono abbastanza compromesse dall'audio un po' scadente e dalla lontananza dell'obiettivo che riprende la scena.
Il quadro sembra il seguente, da quanto si riesce a evincere: il nipote Lorè sta insistendo (già da un po', visto che il Maestro sembra già visibilmente contrariato) per avere le chiavi di un qualche mezzo di locomozione ([[motorino]] o ape, probabilmente) per andare a mettere la miscela. Il Nonno è decisamente restio a esaudire tale richiesta, per il motivo che potremmo facilmente immaginare: ha probabilmente paura che il nipote sia poco pratico della guida del mezzo, e che rischi di arrecare danni: dopo alcune frasi scambiate tra i due, difficilmente comprensibili (a parte il:''"... ti scureggio addosso..."'' pronunciato da lorè), il Sommo prorompe nel proemio dell'opera: ''"dio cane, allora!!"'' e segue subitaneo, alla successiva insistenza da parte del nipote, un ''"ma.. mannaggia la madonna!!"''. Lorenzo passa alle vie di fatto, e tenta di spettinare il Nonno, che reagisce con un doppio ''"smettela!!"'' seguito da un chiaro, limpido, sebbene digrignato ''"mannaggia la madonna 'sta puttana!"'', [[maledizione]] generica e insulto che si compenetrano magistralmente.
Immediata è la presa di coscienza della situazione, da parte del Nonno: il nipote non demorderà mai, conscio della bonarietà di fondo del suo avo, che si sfoga così: ''"ma è possibile?!? io dico che nn'è possibile!... che
=== Unghio Incarnito ===
Anche quest'opera, conosciuta anche come [[piede]] pestato, non pone grossi problemi di interpretazione e si presta ottimamente allo studio della tecnica bestemmiatoria del Nonno. Anche se meno carica di rabbia rispetto ad altri passi, il pezzo si apre con un magnifico ''dio tubercoloso'' che, come vedremo, ricorre molto spesso nelle varie imprecazioni del Nonno. Segue una delle figure più note cioè ''sto maiale porco avvelenato del signore con tutti i santi'', quindi la motivazione di tale affermazione.
Da notare che dall'insulto doloroso iniziale alla sua precisazione son passati ben 15 secondi, peraltro occupati da splendide bestemmie, che ci possono dimostrare la grande professionalità nel campo della blasfemia del Nonno. Dopo due splendide rarità come ''dio svergognato'' e ''dio serpente bove'' il pezzo si chiude con la celebre litania ''mannaggia a tutti i santi apostoli con sta sverginata della madonna, sta maiala, sta troia sta zingara''. Il tutto si chiude con un ''dio cane'' che dona all'opera intera una drammaticità in crescendo-decrescendo.
Da sottolineare inoltre che in questa opera sono in corso studi per stabilire se la bestiemmia utilizzata sia "sverminata" o "sverginata".
Recentissimi studi ci indicano che la madonna risulta sverginata, molto probabilmente dagli stessi santi.
=== Racchettata al Nonno ===
[[File:Scroto in spiaggia.jpg|right|thumb|300px|Un paio di ''cojioni'' non rotti, nemmeno temporaneamente.]]
Considerata da molti l'opera prima del Nonno, alla stregua de "Odi et Amo" fra le Nugae Catulliane, questo breve ma intenso capolavoro ci mostra come in seguito a un innocente scherzo si scateni tutta la collera contro la divinità del [[Genio]]. Il passo si apre con il famoso ''porca bestia della madonna'' che viene pronunciato con l'accentuazione delle ''b'' e delle ''sc'' per conferirgli maggior enfasi. Come nella ''mpeshtata'' dell'opera ''Strenta dla coscia'', la distorsione dialettale della lettera ''s'' di bestia, pronunciata come ''sc'' di ''scema'', assume un significato onomatopeico e ricorda lo strisciare del serpente, animale caro al Nonno nella descrizione della natura avvelenata e [[veleno|venefica]] della divinità. Seguono una serie di imprecazioni, sempre rivolte alla madonna con una conclusione in cui le si da della puttana. Degni di nota sono sia il fatto che la prima parola detta dal Nonno dopo essere stato svegliato dalla racchettata sia stata una bestemmia, sia che l'intero pezzo abbia un unico protagonista, cioè la
La stessa considerazione ''m'ha rotto i cojioni pe'sempre'', che ai più appare rivolta al nipote recchettante, in realtà lo è probabilmente alla vera protagonista della celeberrima fra le Nugae Fiorucciane: la divinità ostile in altre opere dipinta magistralmente come sverminata, tubercolosa mille volte, maiala, zingara e troia assassina, ''porcatroialuridam'pestataluridona''. Da sottolineare come l'abile accostamento del passato prossimo ''m'ha rotto i coijoni'' alla costruzione avverbiale ''pe'sempre'' (''pe''' complemento di fine e ''sempre'' complemento avverbiale di tempo continuato) contribuisca a creare una struttura temporale metafisica, all'interno della quale le ingiurie rivolte alla divinità affondano origini in un passato ancestrale indefinito per tendere a un futuro infinito, senza soluzione di continuità. Con l'allontamento dei nipoti dal luogo del misfatto, lo stesso sfumare della percettibilià delle imprecazioni e il loro riecheggiare fra le stanze del casolare, uniti al passaggio repentino da una zona d'ombra a una di luce, concorrono a creare questo clima onirico in cui le normali cognizioni dello spazio e del tempo perdono di significato e la sola voce del Sommo assurge a verità assoluta.▼
Il nonno, ripresosi dallo shock causato dall'inaspettato e turbolento risveglio, individua la del suo male nel nipote Lorè. Essendo cresciuto in un ambiente semplice, il Maestro, seguendo la dottrina del retore latino Marco Fabio Quintiliano, confida nel buon senso che accomuna gli uomini, il quale dissuaderebbe chiunque dal compiere un gesto ingiurioso come una racchettata. Tuttavia constatando l'evidente crollo della suddetta convinzione, il Maestro classifica il nipote come appartenente alla categoria degli ''imbecilli'', alla stregua degli ''ebetes''quintilianei con l'apostrofe ''si c'è un fio imbecille sè tu'', che sta a significare ''semmai qualcuno sia privo di buon senso, caro il mio nipote, quello sei tu''.
Ma la vera e propria perla di questa opera è il fatto che , colpito in pieno sonno , impiega alcuni secondi per riprendere conoscenza e dopo una pausa silenziosa, inizia una imprecazione immediata alla madonna, definendola appunto porca e bbestia. Segue un imprecazioen diretta al responsabile del gesto "''io c'ho n fjo ch'è n'imbecille..ascolta ve, mo m'è rotto i coglioni bèn bène''" , per poi ricominciare immediatamente con le bestemmie articolate.▼
▲La stessa considerazione ''m'ha rotto i cojioni pe'sempre'', che ai più appare rivolta al nipote recchettante, in realtà lo è probabilmente alla vera protagonista della celeberrima fra le Nugae Fiorucciane: la divinità ostile in altre opere dipinta magistralmente come
▲Ma la vera e propria perla di questa opera è il fatto che
=== Sassata al
Continua la serie di lavori in cui i nipoti attentano alla pace spirituale del Nonno. Il Maestro è infatti intento a [[pisciare|orinare]], quando la sua serafica pace viene disturbata dal nipote Lorè con una secchiata d'acqua fredda sulla schiena che gli fa fare isitintivamente ''ahhh..ahhhh''. Ecco quindi il nonno dar sfogo a tutta la sua rabbia, che va da bestemmie composite iniziali, vedi appunto dio tubercoloso fracio; il termine fracio (
=== Nonno Fiorucci alla capanna ===
[[File:Nonno Fiorucci immagine estremamente confusa.jpg|right|300px|thumb|Nonno Fiorucci in un'opera impressionista.]]
L'opera comincia col Vate che, come di consueto, ricorda al nipote la sua stupidità, all'interno di una capanna molto simile alla mangiatoia dove nacque il figlio di Dio <del>Serpente Avvelenato</del>:"''Ascolta io lo so che sei 'no stupido. Eh sinno come facevo a sapé...''" e lo intima gentilmente ad allontanarsi "''Mo camina, cretino. Porca Madonna! Eh guarda, io, Dio maiale, m'è da crede che...bah...per carità''".
Il calo di tono nella bestemmia dedicata alla Vergine simboleggia un animo mesto e pessimista sulla situazione dell'essere umano, che non comprende l'enormità della sua esistenza. Lorenzo, però, non demorde e tenta di tirare un cazzotto al nonno, che minaccia di infilzarlo con un forcone: Satana che minaccia il Profeta nel deserto, che però reagisce, senza assecondare la tentazione del 'Dimonio', per dirlo alla Dante Alighieri.
"''Là fermate! ma guarda, io, io, Dio scannato, pijria er forcone, Dio cane, a 'nfilzartelo 'ntela trippa''". Il Fiorucci cede in un momento d'ira, cedendo il passo ad un sublime ''Dio scannato'', desiderando per un momento di cedere anche alla violenza per sconfiggere il Male. Ma il male, come ben sappiamo e come insegna il Vate, non si combatte con le percosse, ma con le pie bestemmie, per cui il Nonno si allontana dalla scena molto provato, ma con la Fede irremovibile.
=== Acqua sulla sdraio ===
Un lavoro breve ma intenso, permeato da un senso di sconforto che primeggia sulla usuale rabbia del Maestro. Il contesto è onirico: il Nonno, in posizione quasi "[[feto|fetale]]" su una comune sdraio, si gode il meritato riposo pomeridiano, ma la quiete è destinata a non durare a lungo poiché, da dietro il poggiatesta dell'improvvisato giaciglio, alcuni spruzzi d'acqua in rapida successione colpiscono con diabolica precisione il Nonno, destandolo e lasciandolo spaesato per pochissimi secondi. Appena preso [[coscienza]] dell'accaduto, il Maestro esordisce con ''Lorenzo tanto sè sempre...'avo messo un paio di calzoni puliti!'' seguito dall'ormai famoso ''dio stò tubercoloso fracio!'', espressione che nel complesso vuole rimarcare le sensazioni ancora ovattate del Nonno che, preso alla totalmente alla sprovvista, non ha ancora deciso se optare per la usuale esplosione di collera, piuttosto che ignorare i perfidi nipoti in modo più serafico e meditativo, ma senza rinunciare a esprimere il suo odio verso un Dio tubercoloso e fracio.
Subito dopo, lo sventurato e ormai rassegnato nonno cerca di far capire al nipote la gravità di ciò che ha fatto con ''me sè nuto a fa questo'', intendendo ''o Lorenzo mio, la tua collera verso di me è stata tale da avermi fatto questo nonostante io abbia messo un paio di calzoni puliti''.
La scelta finale del Maestro, saggia e salomonica, è a metà tra i due stati: il consiglio amorevole per il nipote ''tu dio [[maiale]] ha' da curatte 'r cervello damme retta... tu curate 'r cervello damme retta'' assume una connotazione quasi inedita, poiché per mezzo di una bestemmia concisa il Nonno tenta (e riesce nell'intento) di rendere due concetti, cioè la malattia mentale del nipote e lo stato selvatico, addirittura bestino, di Dio. Non un'opera di avanzata sperimentazione bensì, nella sua immediatezza, intrisa di tale pathos e senso drammatico da renderla unica.
=== Pizzichi sul divano ===
Si tratta in verità di una mini-opera, la cui brevità non inganni: è uno dei lavori più completi del maestro, sia dal punto di vista sintattico che di ricchezza di contenuti.
L’opera vede il Nonno, durante un momento di relax, comodamente supino sul [[divano]] di casa insieme al nipote Lorenzo, testimonianza rara ancorchè lapalissiana del sentimento che lega i due. Il Nonno, probabilmente a fronte di un importante compito da svolgere da parte del nipote, si affretta a ricordargli ''oh, è i meno dieci sa….Ooou! Ha’ capito?!'' quando il giovane, del tutto subdolamente, gli pizzica il braccio con un repentino quanto insospettabile movimento della [[mano]]: ed è qui che la rabbia del maestro erutta viscerale in un ''aah fermete che me fa male madonna... madonna troia dio cane... allora!'', che simboleggia chiaramente sia l’[[odio]] verso la madonna (considerata ''troia'' e dunque donnaccia da strada) che verso dio (qui definito rabbiosamente ''cane''), nonché la ormai famigerata chiusura ''allora!'', perfetto quanto efficace rafforzativo all'insulto verso le divinità.
Degno di nota anche il finale, in cui il Maestro con sbigottimento domanda al nipote se le sue turbe mentali nel tempo vadano aumentando (''pezzo di imbecille ma sé sempre più imbecille dio bestia?'') includendo ad essa un ulteriore epiteto sdegnoso verso Dio: si tratta in realtà di un climax, che il Maestro abilmente crea andando ad aumentare il significato che assume lo stato bestiale di dio rispetto al precedente (in cui era solo ''cane''). La totalità dell’opera è rappresentata dalla chiusura, in cui la nipote (che mai viene inquadrata essendo la cameraman abituale) si siede a fianco a Lorenzo, esclamando ''Eccola... [[Italia 1]]!!'', che induce al pensiero di una testimonianza chiara del primo tentativo di diffondere mediaticamente i lavori del Maestro.
=== Pistolettata al Nonno ===
[[File:Nonno Fiorucci di spalle.jpg|right|thumb|300px|La sua vita è piena di tribolazioni, ma per fortuna Nonno Fiorucci ha le spalle larghe.]]
Quest'opera segue il cliché della
===
Quella che in realtà sembrerebbe un'opera minore del Nonno si rivela, all'occhio indagatore ed esperto, come una vera e propria miniera di innovazioni. L'opera comincia in medias res, a fatto già avvenuto, ed è capace di cogliere tutta la [[rabbia]] del Maestro che si manifesta con un "''avvelenata tubercolsa mille volte''", sicuramente rivolta alla madonna. Degno di nota è la presenza della tecnica moltiplicativa, ovvero la madonna è affetta da tubercolosi mille volte, tecnica che poi, per oscuri motivi, il Nonno ha deciso di abbandonare. A metà dell'opera compare la simpatica filastrocca "''porca troia lurida'mpestata luridona della madonna?''" che riassume quasi tutte le caratteristiche principali del bel parlare fiorucciano: oltre la rabbia
Sfortunatamente nella seconda parte le parole del Maestro sono coperte da quelle della [[moglie]] che con il solito "''fatte sentì''" ci conferma la grandezza e la fama del Nonno presso i suoi contemporanei. Tipica chiusura con il dio maiale, il classico inatteso.
Il testo completo è: "''Avvelenata tubercolosa mille volte, dio serrpente avvelenato, dio cane allora. Me venghi a dà i pizzichi de 'sto modo nte la coscia? Porrca trroia lurida'mpestata luridona della Madonna?''
Stà vigliacca della Madonna, sta troia, puttana, maijala... STA'VVELENATA DIO MAIALE''"''
La parte finale è coperta dalla moglie che dice: - "''Fatte sentì, fatte sentì; guarda, guarda che
=== Le scorze de fichi ===
[[File:Nonno Fiorucci a torso nudo.jpg|right|thumb|300px|Nonno Fiorucci sorpreso in un momento d'intimità.]]
Tra le migliori opere del Nonno,
=== Il nonno e l'innaffiatoio ===
Questo video, a differenza dagli altri, comincia subito con una bestemmia (un ''Dio maiale'' detto con un'aria piuttosto incazzata) e augura al nipote di diventare paralizzato "''Ti prendesse una paralisi da sto porc de Crist. Che deficiente!''".
L'importanza della bestemmia è fondamentale per capire il senso di questa opera d'arte, infatti il Vate neanche inizia il video che, con le braccia spalancate come un chierichetto dinanzi al Signore in persona, esordisce col ''''Dio Maiale''''. Non è un pensiero, un'opinione: è un dato di fatto, vero, assiomatico, inoppugnabile. Anche il nostro Maestro dinanzi a questa verità assoluta rimane spiazzato, salvo poi riprendersi per scagliarsi contro il suo peggiore nemico, il nipote, probabilmente inviato dal Cristo in persona per contrastare l'operato del Maestro.
Nel frattempo, la sorella incita Lorenzo a tirargli un [[sasso]] (la probabile causa dell'incazzatura del Vate) e il nonno ricorda al nipote che non può fare altro che il deficiente "''Tu Dio maiale sai fa solo il deficiente. Altri lavori un li sai fà''". Da notare il doppio uso del ''Dio maiale'', che un professore d'italiano segnerebbe come ripetizione, quindi come errore, e darebbe l'insufficienza a quel tema.
=== Spillatrice ===
Con quest'opera ci troviamo di fronte alla [[maturità]] artistica del Nonno:
La rabbia del Maestro dopo queste bestemmie sembra essersi placata è stanco, tira
=== Pregiutto Duretto ===
[[File:Prosciutto.jpg|right|thumb|300px|Un prosciutto, probabilmente non lo stesso usato nel video.]]
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È sicuramente l'opera
Difficile definire se quest'opera sia il preambolo o il seguito alla precedente, o semplicemente un episodio simile.
Ma è da questo momento che la scientificità dell'opera emerge in tutta la sua pienezza e permette allo studioso di carpire la logica dei meccanismi mentali del nonno.
In questa fase infatti, il nonno si accorge di essere ripreso con la [[telecamera]] e si fa protagonista di una bestemmia non compiuta (caso, diremmo, unico, nelle opere pervenuteci)
È qui tutta l'essenza dell'opera e del meccanismo mentale del nonno:
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[[File:Nonno Fiorucci con sedie.jpg|right|thumb|300px|Nonno Fiorucci in compagnia di alcune [[Terribile sedia di plastica|terribili sedie di plastica]].]]
Da vari studiosi è indicata come ultima opera del Nonno, forse per un certo velo di tristezza che la avvolge, probabilmente per il fatto che in essa si fa riferimento a un qualche misterioso [[male]] che affliggerebbe il Sommo... il quadro generale dell'opera è semplice: la famiglia è riunita a tavola, la [[luce]] è fioca, l'atmosfera silenziosa e permeata di una certa rassegnazione all'inevitabile che sembra aleggiare.
l'opera è chiusa un po' tristemente dalle parole della (forse) moglie, che gli dice: ''"Si te ste' male veramente.. de una malattia sul serio seria.... che diavolo faresti? no, dimme quel che fè?!?"'' parole che il nonno interrompe con nonchalance con un flebile ''"vaffa..."'' bofonchiato a mezza [[voce]], conscio della superiorità di cui si fa portavoce e che nulla, neppure la morte, sarebbe mai riuscita a sgretolare.
In ultimo non bisogna sottovalutare il carattere profetico di quest'opera che, oltre a portare una terribile sfiga al Maestro, ci fornisce una massima, un comandamento che un buon bestemmiatore non dovrebbe mai dimenticare: se non le hai mai sentite le sentirai.
== Voci correlate ==
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== Opere ==
*[http://
*[http://it.youtube.com/watch?v=0PLruBO1fNk La miscela]
*[http://it.youtube.com/watch?v=Mwlci89s3xU L'unghio incarnito]
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*[http://it.youtube.com/watch?v=_aZTCrnSa-o La nipote del nonno attenta alla sua vita con una pistola a piombini]
*[http://it.youtube.com/watch?v=E2lwb4tgevs Il Nonno affetta il prosciutto]
*[http://
*[http://it.youtube.com/watch?v=kieKbAVJBkQ Progiutto duretto]
*[http://it.youtube.com/watch?v=9Zs1n6FQDaU Racchettata al Nonno]
*[
*[http://it.youtube.com/watch?v=n3wgyf8YgME Pizzichi sul divano]
== Media ==
*[http://www.gifninja.com/Workspace/96fa9e22-2140-4f9f-aa27-b0e98831a4bb/output.gif Una Gif Animata sul Nonno - sulle imprecazioni]
*[http://tkfiles.storage.live.com/y1p9VHXYB8qGATIdk65s33uZU0uqEVqXuIonA85UIg5Vc-KvbbhX_3yGGDOMrSw3g-bqCcQJ9xu8IQ Un articolo sul Nonno]
[[Categoria:Italiani]]
[[Categoria:Morti]]
[[Categoria:Esseri mitologici]]
[[Categoria:Creature leggendarie]]
[[Categoria:
[[Categoria:Santoni]]
[[Categoria:Vecchi]]
[[Categoria:Forze del Bene]]
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