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{{cit2|Ecco un vero divertimento... questa macchina ha una fantastica corsa!|L'entusiasta e strapagato pilota Tom McCahill.}}
Nei primi anni del dopoguerra le condizioni di [[Crisi economica|precarietà economica]] non consentivano l'acquisto di vere e proprie automobili, come per il [[caffè]] andavano forte i [[Surrogato|surrogati]]. La [[FIAT]] e le altre industrie italiane lo avevano capito bene, tanto da sfruttare la cosa a proprio vantaggio. Il perché abbiano continuato in seguito a fare macchine di merda è ancora oggetto di studio.<br /> Enrico Piaggio decise di costruire la microvettura in Francia e di non importarla in Italia, al fine di evitare rapporti conflittuali con gli Agnelli e, soprattutto, di non finire sgozzato come un [[Capra|capretto]] dai clienti inferociti. Secondo gli esperti del [[marketing]]
[[File:vespa 400 microcar appoggiata su camion.jpg|right|thumb|240px|Erano da poco in vendita e l'autista del carro attrezzi non aveva mai recuperato una ''Vespa 400''.]]
La {{citnec|vetturetta|e=ora ci siamo}} venne presentata al ''Salone dell'automobile'' di [[Parigi]] del 1957, inizialmente come carrello per la spesa. Sull'opuscolo erano comunque evidenti gli altri possibili impieghi: [[carriola]], vettura giocattolo da usare nei vialetti, rimorchietto leggero, carrozzina per gemelli e, non ultimo in ordine d'importanza, [[carrello portascroto]]. In pochi mesi ci furono circa 20.000 prenotazioni, numero che coincideva curiosamente con quello dei malati di mente censiti nel Paese. Le linee di montaggio sfornavano circa 30 vetture al giorno, ma gli operai avevano le potenzialità per arrivare a 100, se solo avessero smesso di ridere.
== Caratteristiche ==
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