Seconda guerra mondiale: differenze tra le versioni

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Intanto, nella parte interessante dell'[[Europa]], Francia e Inghilterra dichiararono guerra alla Germania, una guerra condotta con l'ausilio delle più moderne tecniche [[carta|tipografiche]]. Durante la cosiddetta ''guerra dei coriandoli'', le principali potenze militari europee bombardarono le postazioni nemiche con temibilissimi volantini [[propaganda|propagandistici]], nella speranza che il nemico dichiarasse la resa incondizionata.<br /> Sfortunatamente per i [[esercito francese|francesi]], il 10 maggio 1940, le svariate tonnellate di volantini tedeschi fecero collassare la parte nord della [[Linea Maginot|linea Maginot]], dando via libera ai nazisti. I francesi, troppo fiduciosi del loro sistema difensivo, avevano speso tutti i loro soldi per la costruzione della linea, e i loro reparti corazzati, costruiti con carta stagnola e stecchini di ghiaccioli, non riuscirono ad opporsi alle potenti [[Panzer VI Tiger|Panzerdivision]] germaniche.<br /> Pochi minuti prima che le truppe del generale [[Heinz Guderian]] entrassero a [[Parigi]], il [[ Duce]] decise di sfruttare la già collaudata tattica di attaccarsi al carro del vincitore, dichiarando guerra alla [[Francia]].<br /> Le {{citnec|potenti truppe fasciste}} attaccarono l'[[esercito francese]] con coraggio e valore, avanzando a testa alta sotto la pioggia incessante di colpi di artiglieria. Quando finalmente l'[[esercito italiano]] occupò le inespugnabili fortezze francesi, scoprì che l'avversario aveva già firmato la resa con la [[Germania]] da parecchie ore e che le basi appena conquistate erano disabitate da tempo. Più tardi si venne a sapere che il bombardamento era soltanto ''fuoco amico'' dovuto all'impreparazione dell'esercito italiano. Per aver vinto l'Italia ricevette alcune zone di confine, principalmente note per la produzione di [[acqua]].<br /> Negli stessi giorni un russo ubriaco in un bar di Tallin dichiarò guerra ad [[Estonia]], [[Lettonia]] e [[Lituania]]; gli stati baltici capitolarono poche ore dopo.
Non soddisfatto abbastanza Mussolini decise di invadere la Grecia, prima che anche Hitler ci facesse un pensierino. I soldati, esausti dal continuo guerreggiare, pensarono che la spedizione in Grecia fosse una [[vacanza]] premio e partirono con entusiasmo dalle basi in Albania, spesso dimenticando il fucile in camera d'albergo. L'esercito venne colto di sorpresa dalla cavalleria greca, non così contenta di ricevere visitatori, e i generali italiani adottarono innovative tattiche di vent'anni prima, trasformando la spedizione nella versione povera della [[Prima guerra mondiale]].<br />
L'alleato italiano dimostrò la sua utilità alla germaniaGermania non solo aprendo il fronte nei balcaniBalcani, ma anche quello Africano, dove si è rivelato in poco tempo incapace di fronteggiare le truppe inglesi nelle sue colonie da quattro soldi. Hitler fu così costretto a mandare in suo aiuto il generale [[Erwin Rommel]], la volpe del deserto, che credeva di andare in vacanza alle [[Isole Mauritius]] e invece si trovò a dover combattere una guerra con 45 gradi all'ombra e squadre di italiani tanto incompetenti quanto indisciplinate.
 
==== La battaglia d'Inghilterra ====
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{{vedianche|Operazione Leone Marino}}
[[File:Churchill con U-Boot sotto il letto.jpg|thumb|300px|Il povero [[Churchill]] non riusciva a dormire perché aveva paura degli U-Boot.]]
La battaglia di Francia si concluse con successo e Hitler era così di buon umore che decise di rimandare a casa tutti i soldati inglesi e francesi sopravvissuti ed imbottigliati a [[Dunkerque]], nella speranza che il nobil gesto inducesse l'[[Impero Britannico]] a firmare la pace. Questa fu solo una delle tante avancheavances di Hitler all'[[Inghirlanda]], mai corrisposte. Adirato dal rifiuto, decise di conquistare anche quel maledetto arcipelago irragionevole.
{{cit|Faremo fuori la RAF in 3 giorni.|[[Hermann Göring]], sicuro di sé grazie alla forza degli oppiacei}}
{{cit|Mein Führer, la [[Kriegsmarine]] non ha la benché minima possibilità contro la marina inglese.|L'ammiraglio Karl Dönitz che, nonostante l'onestà, non fu mai destituito o giustiziato}}
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