→I disastrosi anni '80
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=== I disastrosi anni '80 ===
[[File:Vespa 50 Special azzurra particolare scritta anteriore.jpg|thumb|right|270px|Per non dimenticare la '''Vespa 50 Special''']]
Il periodo d'oro della Vespa si
Come accadde? È presto detto. Una volta tolto di mezzo il fondatore Enrico, il consiglio di amministrazione della Piaggio si compose di esseri infidi e con la testa piena di fave, dotati di un gusto estetico esponenzialmente decadente. Probabilmente tali figuri si erano semplicemente convinti che i loro clienti erano stati fin troppo viziati, e vollero dare a tutti una lezione di vita. Come conseguenza, ad ogni modello di Vespa prodotto negli [[anni ottanta
{{quote|Rigàz, ma secondo voi riusciamo a fare di peggio?|Progettista Piaggio in riunione.}}
Ci riuscirono. L'uscita della serie PK, che tra gli altri accorgimenti sostituiva il nasello con un pratico scivolo per [[pantegane]], segnò una tacca in più nella trasformazione da Vespa a mattone sia dal punto vi vista prestazionale che da quello estetico. Ma no, non era abbastanza. In un crescendo di perversione e squallore, ai piani alti decisero di frantumare gli ultimi cocci del nome Vespa, producendo la T5 Pole Position, un trionfo per chiunque fosse in cerca di un valido motivo per trafiggersi gli occhi con dei chiodi.
Non era finita.
{{quote|Tutto qui quello di cui siete
Il nuovo sputo in faccia, un vero trionfo della plastica, raggiungeva un livello tale che qualcuno, grazie a Dio, impedì forse a costo della vita che portasse il nome della ormai troppo lontana moto progettata da D'Ascanio. Al suo posto, la battezzarono con un nome molto più adatto: la Cosa.
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