Pene d'ebano: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
m (Bot: aggiusto accenti)
Riga 37: Riga 37:
La compagnia si avventurò nelle profondità della foresta del Congo, sfidando perigli e trappole. Avendo terminato i soldi, Giorgio fu costretto da Piero a [[Prostituzione|prostituirsi]] nei villaggi che incontravano: una volta raccolta una somma sufficiente ripresero le loro ricerche.
La compagnia si avventurò nelle profondità della foresta del Congo, sfidando perigli e trappole. Avendo terminato i soldi, Giorgio fu costretto da Piero a [[Prostituzione|prostituirsi]] nei villaggi che incontravano: una volta raccolta una somma sufficiente ripresero le loro ricerche.


{{quote|Giorgio, Piero e il loro flaccido amico, il gigante Ganassa, camminarono a lungo nel reame di Baalaal, finché arrivarono all'entrata di una tetra caverna. ''"È qui che è custodito quello che cercate"'' disse il gigante, ''" ma per arrivarci dovremo superare delle dure prove"''. Prima di entrare, come rito propiziatorio, decisero di sfoderare le loro svettanti alabarde e di giuocare al giuoco del legnaiuolo, prendendosi scherzosamente a colpi di glande. Una voce uscì minacciosa dalla caverna dicendo ''"Salute a voi, amici, ovunque voi siate"''. Appena entrati le tenebre li avvolsero subito rischiarati dalla luce proveniente da una grossa scatola. Allora Giorgio si fece avanti ''"Salute a te, straniero, noi siamo qua: puoi tu dirci dove si trova il pene d'ebano?"'' ma ottenne in risposta ''"Salute a voi, amici, ovunque voi siate"''. Allora Piero provò a ripetere ''"Sì, ma dove si trova il pene d'ebano, straniero?"'' ma la risposta sempre ''"Salute a voi, amici, ovunque voi siate"''. Era l'oracolo metereologico che dava indicazioni ai viandanti. Giorgio decise perciò di prendere in mano la situazione ''"Non vi inquietate, compagni, forse ho un'idea: seguitemi!"''. I tre si inoltrarono nella caverna, incuranti delle parole dell'imbelle oracolo, che in lontananza continuava a ripetere ''"Salute a voi, amici, ovunque voi siate"''.|''"Due culi e una cappella"'', capitolo settantesimoquinto}}
{{quote|Giorgio, Piero e il loro flaccido amico, il gigante Ganassa, camminarono a lungo nel reame di Baalaal, finché arrivarono all'entrata di una tetra caverna. ''"È qui che è custodito quello che cercate"'' disse il gigante, ''" ma per arrivarci dovremo superare delle dure prove"''. Prima di entrare, come rito propiziatorio, decisero di sfoderare le loro svettanti alabarde e di giuocare al giuoco del legnaiuolo, prendendosi scherzosamente a colpi di glande. Una voce uscì minacciosa dalla caverna dicendo ''"Salute a voi, amici, ovunque voi siate"''. Appena entrati le tenebre li avvolsero subito rischiarati dalla luce proveniente da una grossa scatola. Allora Giorgio si fece avanti ''"Salute a te, straniero, noi siamo qua: puoi tu dirci dove si trova il pene d'ebano?"'' ma ottenne in risposta ''"Salute a voi, amici, ovunque voi siate"''. Allora Piero provò a ripetere ''"Sì, ma dove si trova il pene d'ebano, straniero?"'' ma la risposta fu sempre ''"Salute a voi, amici, ovunque voi siate"''. Era l'oracolo metereologico che dava indicazioni ai viandanti. Giorgio decise perciò di prendere in mano la situazione ''"Non vi inquietate, compagni, forse ho un'idea: seguitemi!"''. I tre si inoltrarono nella caverna, incuranti delle parole dell'imbelle oracolo, che in lontananza continuava a ripetere ''"Salute a voi, amici, ovunque voi siate"''.|''"Due culi e una cappella"'', capitolo settantesimoquinto}}