Notre-Dame de Paris: differenze tra le versioni

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Essendo {{citnec|una persona umile}} , per Vittorio la scelta fu semplice: doveva creare un libro in grado di superare i [[Promessi Sposi]] e divendare il nuovo incubo studentesco subito dopo la Divina Commedia.
 
Per far ciò, era necessario raggiungere un livello di '''MdL<ref>''', ovvero di ''Mattonanza del Libro'', oltre l’umana sopportazione. DatoLa Mattonanza del Libro è data dal prodotto tra il numero N di pagine e la complessità C dei periodi.</ref> oltre l’umana sopportazione. Da bravo scrittore professionista Ugo prese la storia principale <s>raccattata da un paio di vecchie comari</s> generata dalla sua mente brillante, la fece affettuosamente ''a pezzi'', la mise in uno shaker, agitò per bene e ne ricostruì un {{citnec|variopinto}} bricolage. Dato che così per l’''ermetismo'' era a posto, ma il testo non superava le 20 pagine, Ugo aggiunse una serie di trame secondarie più o meno inutili; poi, non contento, una serie di trame terziarie prevalentemente inutili, quindi una serie di trame quaternarie completamente inutili. A quel punto, avendo già inserito nel libro la vita personale di ognuno dei cittadini parigini dell’epoca, si buttò di getto sulla fauna locale. Ed ecco fatto: il nuovo tormentone europeo era pronto per la pubblicazione.
 
 
Inutile dire che la cosa non piacque molto a [[Manzoni]], che contraccambiò all’uscita dedi “Nostra-Donna Signora di Parigi” contraccambiò con la versione in francese dei [[Promessi Sposi]], con due capitoli in più rispetto alla versione italiana in cui Renzo viene fermato al casello di Lecco con due grammi di [[hashish]]; Ugo rispose con la relativa copia del suo romanzo in italiano del suo mattone cartaceo e così il duello ebbe inizio. C’è da precisare che, a quei tempi, se due gentiluomini erano in conflitto, si ritrovavano in un’assolata mattina primaverile e, per appianare le divergenze ideologiche, si sparavano l’un l’altro un colpo di pistola, ripetendo l’operazione finché non ne restava solo uno. Sfortunatamente per i letterati funzionava diversamente: mantenendosi incollati nei loro studioli ombrosi, s’inviavano lettere offensive e recensioni pessime a vicenda, tra una stoccata letteraria e l’altra<ref>Una, una specie di [[rosik e controrosik]] ante-litteram, tranne per il fatto che a quei tempi tra una risposta e l’altra ci si faceva un raccolto.</ref>.
 
 
Con la guerra al culmine e la Svizzera rimasta sommersa dalle chilometriche lettere minatorie non arrivate a destinazione e invasa da cavalli e fantini sfiancati, i [[studente universitario|laureandi]] di tutta Europa, spaventati dalla prospettiva di dover raccogliere l’abominevole massa cartacea, archiviarla come “Epistole dell’Asse [[Milano]]-[[Parigi]]” e conseguentemente studiarla, implorarono i due autori di cessare le ostilità.
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