Nonnotizie:La Grecia mette all'asta Atene

Versione del 11 mag 2010 alle 16:38 di Black Out (rosica | curriculum) (Creata pagina con '{{NonNotizie|11|maggio|2010}} {{Cit|Muahahahahahah!|Speculatore finanziario su crisi economica della Grecia.}} '''Atene'''. Suscita clamore la notizia secondo cui il [[Grecia|g…')
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)

11 maggio 2010


« Muahahahahahah! »
(Speculatore finanziario su crisi economica della Grecia.)

Atene. Suscita clamore la notizia secondo cui il governo greco avrebbe deciso di mettere all'asta la città di Atene per risanare i bilanci pubblici. L'annuncio, diffuso attraverso un cartello Vendesi affisso fuori la sede del governo, è stato tristemente scritto a mano poiché le banche con cui la Grecia era (ed è) in debito avevano già provveduto al pignoramento di computer, stampanti, fax e telefoni nonché di scrivanie, sedie, orologi, dentiere e spazzolini da denti.

« Con questa misura intendiamo risanare il debito pubblico. Ora mi scusi, ma sono molto impegnato. Hot dog! Hot dog a 1 Euro e 50! Chi vuole hot dog? »
(George Papandreou, primo ministro della Grecia, risponde a una domanda mentre tenta di risanare il debito pubblico durante l'intervallo della partita Panathinaikos - AEK Atene.)

La crisi economica in Grecia

Il recente tracollo finanziario della Grecia affonda le sue radici indietro negli anni, precisamente nel 2001 quando quei furboni dei ministri Aristotelis e Zenonis decisero di entrare in Europa e adottare la moneta unica europea per ingigantire il piccolo ego dei greci. Era noto a tutti che i conti della nazione ellenica erano già in rosso: la Commissione europea stimava un debito pubblico di circa un miliardo di Euro, ma dalla Grecia arrivarono risposte rassicuranti:

« Il nostro debito pubblico? Sciocchezze! Si tratta di 12 Euro e 50 cent che il ministro dell'Economia ha dimenticato di pagare al cinema sabato scorso. Provvederemo a sanare il deficit entro la fine del 2009. »
(Primo ministro greco parla dei conti della Grecia)

I babbani a Bruxelles la bevvero senza batter ciglio, e da allora l'argomento deficit pubblico greco passò in secondo piano. Fino a quando, qualche settimana fa, il primo ministro greco è andato a bussare alla porta di Bruxelles.

« Toc toc. Ehm, sono il primo ministro della Grecia. Ricordate quel piccolo debito di 12 Euro e 50 che avevamo nel 2001? Ecco, ora è diventato di un paio di centinaia di miliardi di Euro. Non è che avreste qualche milioncino da prestarci? »
(Primo ministro greco mentre si gioca gli ultimi residui di dignità del suo paese.)
« Muori. »
(Fax del primo ministro inglese al governo della Grecia.)

Quando tutto sembrava perso per la Grecia, è intervenuto, probabilmente per intercessione divina, il santo protettore dei deficit pubblici, nonché ministro dell'Economia italiana, Giulio Tremonti, che davanti alla Commissione europea ha detto in tono solenne:

« La Gvecia va aiutata! »
(Giulio Tremonti fa il paraculo fingendosi amico dei più deboli.)

A Bruxelles già pregustavano il momento di lasciare fuori dall'Europa la Grecia, in quanto peso morto per l'economia europea, ma successivamente è stato deciso di varare un piano di aiuti per gli ellenici, a patto che essi taglino le spese superflue come la benzina, il pane e l'acqua.