Fenice: differenze tra le versioni
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== Altre fregnacce == |
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[[File:Pollo arrosto e fenice.JPG|thumb|left|300px|Alcune fenici, per far le esibizioniste, solgono risorgere in grande stile con una gran fiammata, tornando però così alla situazione di partenza e ritrovandosi a dover risorgere nuovamente. Si crea perciò un [[circolo vizioso]].]] |
Versione delle 13:32, 19 lug 2015
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La fenice, detta anche Araba fenice, Amatullah, ma non fenice Araba perché i pezzi non sono interscambiabili, è, contrariamente a quello che si possa credere, quell'uccellaccio del malaugurio che plana circolarmente sulle carogne di grossi animali per cibarsene. Anche gli avvoltoi lo fanno, ma loro girano in senso opposto, come lo sciacquone del cesso di due emisferi differenti. Questa analogia fa supporre un'origine comune, come le pulci e i cani, i gatti e l'erba gatta e il pistacchio e la stracciatella. Nasce quindi spontanea la domanda: è nata prima l'Araba fenice, l'avvoltoio o lo sciaquone?
Difficile stabilirlo, di certo vi è che la femmina che ha partorito lo sciaquone doveva avere un'apertura vaginale gigantesca.
Storia
Cenni di questa creatura leggendaria si trovano nella Bibbia, ove funge da "diavolina" per permettere agli ebrei in fuga di accendersi il fuoco ogni qual volta ne avessero avuto bisogno.
Venne Erodoto e provò per primo a spogliare quella creatura, cercando di carpirne i segreti. Ovviamente si beccò uno sganassone e una minaccia di denuncia per molestie, ma riuscì a fare un quadro schematico dell'esemplare:
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Giunse Ovidio e arricchì la descrizione di particolari:
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Capitò Tacito "Il Tamarro" e il racconto si infarcì di bestialità:
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Infine arrivò Dante Alighieri e rovinò tutto:
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Il mito
Leggenda vuole che questo uccello dalle carni rosate sia in grado di risorgere da morte. Probabilmente l'ispiratrice del mito non era altro che una sterna o una comune anatra selvatica, vissuta millenni fa. Qualche rozzo pescatore dell'epoca, ignorante come la merda e incapace di guardare più in là del proprio naso, dopo averla vista sparire sott'acqua in cerca di cibo e vederla riemergere dopo parecchi minuti, ha cominciato a elaborare fantasie mentali degne di Verne, concludendo che quell'uccello sapeva rinascere da morte. Potevano esserci millanta ipotesi più plausibili:
- La sterna era riemersa dietro rocce o detriti galleggianti, per inabissarsi nuovamente e poi riemergere pressappoco nel punto precedente;
- La sterna era dotata di un banalissimo snorkil, di quelli da 4 soldi che si trovano anche nelle edicole in prossimità delle spiagge;
- La sterna era riemersa subito, ma un micro-buco nero s'era interposto tra lei e il pescatore, assorbendo la sua luce e celandola alla sua vista;
- La sterna si era immersa in acqua, ma poi era riemersa dall'uscita posteriore;
- La sterna si era immersa in acqua e, risalendo troppo velocemente, le è partito un embolo, con conseguente ictus e morte apparente per una quindicina di minuti.
Tutte queste ipotesi erano perfettamente accettabili da qualsiasi logica. Ma lui no, non ne volle sapere. Il pescatore s'intestardi che la sterna era nata e risorta, basta. E così nacque la leggenda.