Utente:Ailun: differenze tra le versioni

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Deve la sua fama principalmente ad opere che ebbero un discreto successo nella zona d'origine, quale il sopraffino ''De Contentione Ira'', libello oramai introvabile.
Deve la sua fama principalmente ad opere che ebbero un discreto successo nella zona d'origine, quale il sopraffino ''De Contentione Ira'', libello oramai introvabile.

{In Costruzione}


==La Vita==
==La Vita==

Versione delle 22:06, 18 ott 2009

Ailun è lo pseudinoimo di una celebre abitante di Curèz, quel principato dell'emilia che diede natali ad alcuni dei più nobili talenti che musica ed arte possano vantare, sposa del Maestro di Spada Gabriellus il Pignolo e baronessa del ducato di Fazàn. Il suo nome era Fran Aymade.

Deve la sua fama principalmente ad opere che ebbero un discreto successo nella zona d'origine, quale il sopraffino De Contentione Ira, libello oramai introvabile.

{In Costruzione}

La Vita

Nascita ed Infanzia

Nacque in quel di Madri, paesello presso Curèz, presumibilmente nel dicembre del 1491, da Daniel Aymade, ricco mercante di stoffe delle Fiandre, e Katiusha Kaffaneg, principessa russa sfuggita dal suo paese per motivi di divergenza politica: il nome tanto insolito lo dovette appunto alle origine esotiche dei genitori. I dati, per quanto probabilmente certi, mantengono tuttavia un alto tasso d'incertezza, essendosi i codici tanto antichi corrotti. Ad ogni modo, è stata tramandata una leggenda sulla notte che udì il primo vagito di Fran: era stato un Inverno freddo, ma stranamente non era caduto nemmeno un fiocco di neve. Ebbene, quando la futura baronessa venne alla luce, immediatamente una lieve coltre bianca coprì la terra, continuando così per due giorni. La bambina, la notizia della cui nascita si diffuse rapidamente nel paesello, venne così sempre associata all'evento tanto propizio. Crebbe così a Mandri, circondata dall'affetto di nonni materni e paterni, nel discreto lusso della casa che Daniel manteneva, pur a costo di grandi fatiche. Già in tenerissima età, l'attitudine alla parola di Fran non mancò a presentarsi, per sua stessa ammissione (Biografia Partiale, Fran Aymade, 1507). A un anno parlava, e a cinque si dilettava nell'arte della scrittura. Sappiamo ben poco altro di questi anni: ebbe una sorella, Martia, nata nel 1496.

Adolescenza

Gli anni dell'adolescenza furono senza dubbio i più tribolati. Dotata di sensibilità spiccata, Fran prese comunque a frequentare il salotto di Eloisa di Mandri, entrando così in contatto con un mondo che non le apparteneva per nulla: quello dei grezzi abitanti di Mandri, che pur pretendevano di far parte dell'alta nobiltà. In questo periodo, sicuramente di transizione, ella abbandonò la via delle lettere, abbracciando piuttosto i festini ed il lieto vivere dei suoi compagni. Proprio a questo periodo risale la lunga relazione con Stevano del Pioppo, fratello di Eloisa, affaire che destò grande scalpore, pare, proprio per la grande diversità caratteriale che divideva i due. Nonostante tutto, e nonostante la forte disapprovazione della casata paterna, la relazione perdurò per circa un anno, prima di essere definitivamente sciolta dalla stessa Fran. "Una delle zielte più mirabili et rispettabili", dirà poi ella.

Gabriellus il Pignolo

Senza dubbio, uno dei momenti fondamentali della vita di Fran Aymade fu l'incontro con Gabriellus. Costui, nato allo stesso modo nel dicembre del 1491, era parte d'una famiglia di proprietari terrieri, i Ferreni baroni di Fazàn, che aveva fatto di lui il figlio cadetto. Nonostante questo, Gabriellus passò gran parte della sua adolescenza, come Fran, circondato da compagnia di giovani perdigiorno, che lo avevano reso simile a loro. Come dirà poi la stessa Ailun, in realtà nell'animo del giovane si aggirava ben altro. Ad ogni modo, i due s'incontrarono per mezzo d'un amica comune, scoprendo immediatamente le tante affinità, tanto che inizialmente "pazzeggiavamo, e non intendevo 'l passar d'ore, mentre la loquella sua mi toccava 'l core". Tanta era l'attrazione fra i due, che pochi giorni dopo la fine della relazione con Stevano del Pioppo, Fran si fidanzò ufficialmente con Gabriellus. Dapprima, la promessa venne fatta in segreto, per non destare ulteriormente le ire della famiglia Aymade. Qualche tempo dopo, una volta che Daniel e Katiusha ebbero modo di conoscere il giovane cadetto, il fidanzamento venne alla luce, provocando, anche questa volta, un grande mormorio in paese. Nel mentre, Curèz aveva ampiato i propri domini: Mandri, dal 1506, divenne a tutti gli effetti parte della cittadina, che allo stesso tempo comprendeva Fazàn. Così, i due giovani amanti furono unificati non solo sotto gli occhi di Dio, ma anche sotto la corona del principato di Curèz.

Matrimonio e anni "del Rubino"

Dopo qualche anno di fidanzamento, con la benedizione di entrambe le famiglie, finalmente Fran e Gabriellus convolarono a giuste nozze. La seconda biografia di Fran (Anni Rubini, Fran Aymade, 1516) descrive con grande ricchezza di particolari il giorno delle nozze ed i preparativi. Giunsero invitato da ogni parte, portando doni d'inimmaginabile ricchezza, fra cui un enorme rubino a cui la giovane si legò strettamente. Le nozze furono celebrate su quella che allora era detta la Preda, oggi nota come Pietra di Bismantova, altopiano allora noto per la bellezza. Fran ci riferisce anche che il luogo fu fissato dopo sue numerose insistenze: Gabriellus non amava per nulla i monti, mentre l'Aymade era stata contagiata dalla passione dell'amica Valis della Sendra, di cui parleremo in seguito. Ad ogni modo, il 21 Maggio del 1511 Fran Aymade divenne Fran Aymade Ferreni, baronetta di Fazàn. Si insediò così nell'antica dimora del consorte, dove era già sorto un caseggiato atto ad accogliere i due sposi. Anche in questo caso, il carattere di Fran giocò un ruolo importante: mentre i Ferreni avrebbero preferito semplicemente assegnare alcune stanze della loro magione alla coppia, la fanciulla e Gabriellus insisterono affinchè fosse loro assegnata una vecchia villa di campagna in rovina, debitamente restituita all'antico splendore. In questa casa, che Fran soleva chiamare "Rubino" (probabilmente per i mattoni rossicci della facciata), i due sposi trascorsero anni felici. Gabriellus, distaccatosi da tempo dalle cattive compagnie, aveva finalmente trovato la sua vocazione: divenne entro breve un celebre maestro d'Arme, al pari del Marozzo e del Manciolino. I rampolli delle più nobili famiglie giungevano da lonato, per imparare le mosse dell'arma bianca direttamente dal baronetto di Fazàn. Proprio in questi anni a Gabriellus venne affibbiato il soprannome di Pignolo, a sottolineare il suo amore per i particolari nella scherma. Fran potè per qualche tempo dedicarsi a ciò che più amava: la poesia e la contemplazione della natura. Faceva lunghe passeggiate per i possedimenti dei Ferreni, sola o accompagnata dall'amato marito, e non disdegnava di dedicarsi all'equitazione. La felicità della coppia raggiunse l'apice nel febbraio 1513, quando Fran scoprì di portare in grembo l'erede di Gabriellus. Fu tanta l'influenza di questo evento sulla vita dei due, che Gabriellus ordinò la creazione di un padiglione apposito per il nascituro. Fran, dal canto suo, si dedicò alla scrittura ancor più arditamente, salvo lasciare le carte per accorrere al marito. L'atmosfera tanto gaia subì però un brusco declino nel luglio dello stesso anno, quando, in seguito ad una forte emorragia, Fran perse il figlio, riuscendo però miracolosamente a salvarsi. Fu tale il dolore della coppia che essi partirono per un lungo periodo, improvvisamente. Non sappiamo esattamente dove le peregrinazioni li portarono: la Biografia di Fran è piuttosto vaga a questo proposito, interrompendosi per un lungo periodo, tanto che i critici parlano di "Quinta del rubino muto". Ad ogni modo, si crede che i due viaggiarono in tutta l'Italia per circa un anno, nonostante la salute di Fran, che si era fatta cagionevole dopo l'aborto. Quando gli sposi tornarono alla natia Curèz, nell'agosto del 1514, Fran era nuovamente incinta. Questa seconda gravidanza rese Gabriellus ancora più apprensivo, tanto che le permetteva di alzarsi solamente di tanto in tanto dal letto. Scrive Fran: "Dormo, mangio, penso tutto 'l dì. Eppure non odio colui che mi costrinse a tutto questo. Ei m'ama, e se compie ciò, è sol per plasir mio e di mia creatura". Gli sforzi congiunti di Gabriellus, dei Ferreni e degli Aymade diedero i frutti sperati: nel maggio del 1515 Fran diede alla luce una bambina, cui venne imposto il nome di Ombretta Agrippina, in onore della passione per l'antichità di Gabriellus. La neonata venne accolta tuttavia con tepore: ella non poteva certo raccogliere l'eredità dei Ferreni. Nonostante questo, Gabriellus non smise mai di amare la sua creatura, unico fatto di cui Fran sembrava interessarsi realmente.

Morte di Gabriellus e Ultimi Anni

Come già si è detto, Gabriellus era divenuto un rinomato Maestro di Scherma. Fra tutti gli allievi che vennero a lui, solamente uno soddisfece le sue aspettative: questi era Ziovàn della Gemma, erede di quei Gemma che al tempo spadroneggiavano per la vicina Ròl. Proprio costui, vedendo il proprio quotidiano progredire, decise un giorno di sfidare il Maestro all'arma bianca. Fran, apprensiva, domandò al marito di demordere, ma il giovane Gabriellus, forte del suo orgoglio, decise di accettare la sfida. Così, in una fredda alba del gennaio 1518, si consumò la tenzone. Fran partecipò al duello come spettatrice, e racconta nel suo diario la tragedia che si consumò sotto i suoi occhi. Dopo solamente qualche mossa, il duello si concluse con la vittoria di Gabriellus, come tanto si aspettavano. Fu solamente allora che Ziovàn, pazzo d'ira, pugnalò alle spalle il Pignolo, tentando poi di scappare. Alcuni presenti riuscirono a fermarlo, ma nulla fu possibile fare per Gabriellus. Morì, fra le braccia dell'amata, sussurrandole parole "che non posso vergare, non posso ricordare. Ogne sillabo è una ferita al mio cuore". Da allora, Fran si rinchiuse in un ostinato mutismo, decidendo all'improvviso, ancora una volta, di partire, lasciando la figlioletta in custodia ai propri genitori. Pare che per un lungo periodo fu ospite della cara amica Valis della Sendra, per poi scomparire totalmente. Le sue orme tornano ad intravedersi solo nel 1521, quando ella torna alla casa paterna, lacera ed esausta. Negli anni che venirono, mai parlò di ciò che aveva passato in quel periodo. Tornò a vivere alla magione che condivideva con Gabriellus, vestendo ostinatamente di nero, concedendo i propri sorrisi solamente alla figlia. Chi la conosceva, la stentava a farsi una ragione di questo radicale cambiamento. "M'alzo alla luce della luna, e osservo Ombretta. In ella rivedo i dolci lineamenti di colui che fu, e che or è solo ombra. Amor mio, come vorrei che m'accogliessi nell'oscurità, adesso"