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{{Cit2|Puppami la fava, [[William Shakespeare|Shakespeare]]!|Un euforico Cervantes dopo aver finito la stesura del Don Chisciotte}}
'''Miguel de Cervantes''' (Pila Alcàlina, [[1547]] – Zinco Carbones, [[1616]]) è stato un annoiato sessantenne che sotto lo [[pseudonimo]] dell’ingegnoso cavaliere
▲'''Miguel de Cervantes''' (Pila Alcàlina, 1547 – Zinco Carbones, 1616) è stato un annoiato sessantenne che sotto lo pseudonimo dell’ingegnoso cavaliere '''Don Chisciotte della Mancia''' passava il suo tempo a rivolgere scurrilità e a importunare ragazzine per le polverose strade della [[Spagna]].
== Infanzia ==
Miguel de Cervantes nacque ad Alcalà de Henares. I genitori erano entrambi [[minatore|minatori
Dopo un disperato vagabondaggio tra [[Valladolid]], [[Cordoba|Cordova]] e [[Salamanca]], la famiglia prese alloggio in un [[motel]]. Alla [[vedova]] Cervantes non restava che una soluzione: piazzare gli organi del proprio figlio al mercato nero. Si tratta di una decisione straziante ma quasi accettabile, se solo la donna si fosse limitata a prendere organi di secondaria importanza, tipo le adenoidi o le tonsille.<br />Quella stessa notte Miguel, con una ferita al fianco e un rene di meno, fu visto scappare dalla stanza dell'hotel in preda al panico. La scena del bambino sanguinante e arrancante (con un rene di meno non si può fare molto moto) e della donna che lo inseguiva con un coltello da cucina in mano intimandogli di restituirle i suoi organi restò fortemente impressa nell'immaginario collettivo dei cittadini, tanto che la leggenda dell'''Urlatore di Salamanca'' è ancor oggi fonte di discussione tra gli avvinazzati frequentatori di bar della città.
Dopo aver seminato colei che gli aveva dato la [[vita]] e aveva tutta l'intenzione di riprendersela, Miguel si mise a fare {{citnec|il lavoro più antico del mondo}}: l'[[autostop]].<br />Al suo appello di [[aiuto]] rispose solo un carrettiere diretto a [[Siviglia]], che lo scaricò davanti al [[collegio]] dei [[gesuiti]], che da sempre accolgono con amore i ragazzini bisognosi o avvenenti.<br />In collegio a Miguel venne fornita la formazione accademica che gli era sempre mancata
== La [[battaglia di Lepanto]] e il rapimento ==
Il raggiungimento della maggiore età e un calcio in testa ricevuto da un [[cavallo]] mentre si divertiva a bruciargli la [[coda]] con uno [[zippo]] spinsero Miguel ad abbandonare il collegio e a tentare la carriera di romanziere, [[giornalista]] free lance e paroliere.<br />[[File:Don chisciotte.jpg|thumb|230px|Cervantes dopo un intero pomeriggio passato a [[pippare gatti]].]]L'ambiente intellettuale era però difficile e costellato di piccole invidie e rivalità. Fu così che nel [[1570]] Cervantes ferì a colpi di Devoto
In guerra Cervantes si dilettava in facezie: leggere lettere ai soldati analfabeti, contare gli scarafaggi dentro alle gamelle di zuppa e intitolare sonetti ai commilitoni caduti, tanto che nell’ambiente si attirò l’affettuoso nomignolo di ''Becchino di Lepanto''.<br />Mentre stava cercando una rima baciata per “vescica”, non s’avvide della palla di [[ganja|cannone]] che puntava minacciosa verso di lui: l’impatto fu devastante, Cervantes venne proiettato in aria e atterrò un chilometro e mezzo più in là, in mare aperto. Non affondò solo perché ebbe la prontezza di attaccarsi con le gengive a un pezzo di legno fluttuante. Nell’esplosione perse la mano sinistra, le sopracciglia e l’unica copia del suo nuovo manoscritto ''Trattato sull’eloquenza e
== Dopo la liberazione ==
Alla mensa dei poveri di Siviglia Miguel conobbe un [[barbone]] che era il fratello del governatore
{{quote|Cazzo hai da guardare?|}}
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== Don Chisciotte ==
{{vedianche|Don Chisciotte della Mancia}}
[[File:Homer Simpson ninja.gif|thumb|''Don Chisciotte stermina l'orda di basilischi'' (Capitolo XXIX, prima parte).]]
Fu durante il nefasto matrimonio con Catalina de Salazar che Cervantes scrisse il suo capolavoro: disprezzato dal consorzio umano, irriso da una moglie che avrebbe preso volentieri a badilate, frustrato dall’insuccesso delle sue liriche, Cervantes capì che l’unica cosa che aveva fatto di buono nella vita era fingersi pazzo e stupido per sfuggire alla forca. E non aveva neanche dovuto sforzarsi.<br />È a Cervantes che dobbiamo l'intuizione che rivoluziona la storia del [[romanzo]]: fu il primo a capire che alla gente piace
Miguel de Cervantes capì anche che la maggior parte della gente compra un libro non
▲Fu durante il nefasto matrimonio con Catalina de Salazar che Cervantes scrisse il suo capolavoro: disprezzato dal consorzio umano, irriso da una moglie che avrebbe preso volentieri a badilate, frustrato dall’insuccesso delle sue liriche, Cervantes capì che l’unica cosa che aveva fatto di buono nella vita era fingersi pazzo e stupido per sfuggire alla forca. E non aveva neanche dovuto sforzarsi.<br />È a Cervantes che dobbiamo l'intuizione che rivoluziona la storia del romanzo: fu il primo a capire che alla gente piace ridere delle sfighe capitate ad altri, per cui concentrò in un unico libro tutte le cazzate fatte in cinquant'anni di vita e le attribuì all'autobiografica figura del cavaliere errante Don Chisciotte.<br />Per la figura dell'irsuto scudiero '''Sancho Panza''' si ispirò probabilmente a qualche immigrato messicano conosciuto nei suoi viaggi, oppure a sua moglie.
<blockquote>(...) ''Proprio allora, videro in lontananza trenta o quaranta mulini a vento, e subito Don Chisciotte disse al suo scudiero:<br /><<La fortuna guida le nostre cose meglio di quanto potessimo desiderare, amico Sancio. Ingaggerò battaglia con quei giganti>>.<br /><<Nella mitologia e nel folklore, il gigante è una creatura simile a un uomo, ma di enormi dimensioni.>> disse Sancio guardando all'orizzonte, <<Da questo significato principale derivano numerosi altri usi del termine:<br />La Tomba dei giganti, un monumento nuragico.<br />I Giganti di Monti Prama, antiche sculture sarde.<br />La Sala dei giganti, stanza affrescata di Palazzo Te a Mantova, opera di Giulio Romano>>.<br /><<Proprio così, mio fedele amico! La fortuna guida le nostre cose meglio di quanto potessimo desiderare, amico Sancio. Ingaggerò battaglia con quei giganti>> rispose Don Chisciotte, e detto questo spronò Ronzinante Ronzinante Ronzinante Ronzinante Ronzinante.<br /><<Guardi, vostra signoria>> cercò di avvisarlo Sancio, <<che quelli non sono giganti, ma mulini a vento. Un mulino (o molino, dal latino molinum derivante da mola), è uno strumento che produce un lavoro meccanico derivato dallo sfruttamento di una forza (prodotta dall'energia elettrica, dal vento, dall'acqua o dalla spinta animale/umana). Il termine "mulino" trova una sua etimologia nel fatto che esso (...)>>''▼
▲Miguel de Cervantes capì anche che la maggior parte della gente compra un libro non perchè voglia leggerlo ma perchè ha degli antiestetici spazi da riempire nella libreria. Sfruttò la cosa a suo vantaggio, inframmezzando le mille e passa pagine del romanzo con definizioni prese dal vocabolario e ripetizioni, tanto chi se ne accorge? Leggiamo quanto succede a pagina 60:
▲<blockquote>(...) Proprio allora, videro in lontananza trenta o quaranta mulini a vento, e subito Don Chisciotte disse al suo scudiero:<br /><<La fortuna guida le nostre cose meglio di quanto potessimo desiderare, amico Sancio. Ingaggerò battaglia con quei giganti>>.<br /><<Nella mitologia e nel folklore, il gigante è una creatura simile a un uomo, ma di enormi dimensioni.>> disse Sancio guardando all'orizzonte, <<Da questo significato principale derivano numerosi altri usi del termine:<br />La Tomba dei giganti, un monumento nuragico.<br />I Giganti di Monti Prama, antiche sculture sarde.<br />La Sala dei giganti, stanza affrescata di Palazzo Te a Mantova, opera di Giulio Romano>>.<br /><<Proprio così, mio fedele amico! La fortuna guida le nostre cose meglio di quanto potessimo desiderare, amico Sancio. Ingaggerò battaglia con quei giganti>> rispose Don Chisciotte, e detto questo spronò Ronzinante Ronzinante Ronzinante Ronzinante Ronzinante.<br /><<Guardi, vostra signoria>> cercò di avvisarlo Sancio, <<che quelli non sono giganti, ma mulini a vento. Un mulino (o molino, dal latino molinum derivante da mola), è uno strumento che produce un lavoro meccanico derivato dallo sfruttamento di una forza (prodotta dall'energia elettrica, dal vento, dall'acqua o dalla spinta animale/umana). Il termine "mulino" trova una sua etimologia nel fatto che esso (...)>>
</blockquote>
Nel [[1615]], per sfruttare il momento d'oro e comperarsi uno [[yacht]], Cervantes scrisse in fretta e furia la seconda parte delle avventure di Don Chisciotte: era stato però anticipato da un vile impostore che, celato dietro allo [[pseudonimo]] di ''Antonio de Aruges'', gli aveva soffiato personaggi e idee (piccoli svantaggi di chi viveva in un'era pre-[[copyright]]).<br />Lo stravagante [[sequel]] dell'Aruges, collocato in una Mancia devastata dalle guerre nucleari, con un Don Chisciotte esperto di [[kung fu]] e con Sancho che cambia sesso e si fa chiamare Carmela, non piacque ai lettori e la versione di Cervantes ne uscì nettamente vincitrice.
== Altre opere ==
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