Mario Rigoni Stern: differenze tra le versioni

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Passano i dorati anni dell'infanzia e la Seconda Guerra Mondiale si fa imminente. Mario, cresciuto a suon di [[Federico Moccia|romanzi cavallereschi]] e [[Topolino]], si arruola nel corpo degli [[Alpini]] pensando di avere così la possibilità di compiere eroiche imprese.<br />In realtà la guerra è un'altra cosa: sballottato sui fronti di tutta [[Europa]], Mario comprende che gli eroi non esistono e che la guerra è solo una carneficina senza senso. Inoltre, scopre a sue spese che prima di mangiare le gallette è consigliabile scartarle dalla confezione.<br />Nel [[1943]] viene spedito a combattere in [[Russia]], e in quella gelida terra si trova a contatto con situazioni drammatiche: viveri e vestiario insufficienti, disgustose pulci ovunque, diarrea e congelamenti all'ordine del giorno.<br />Mario si trova così bene che quasi non gli sembra vero. "''Mi pareva di stare a casa, ad Asiago!''"- dirà anni dopo a proposito dell'esperienza. La guerra in Russia non è però tutta rose e fiori <ref>E grazie al cazzo!</ref>, infatti Mario viene catturato dai russi e internato in un [[Campo di concentramento|lager]], e qui è costretto a fabbricare palloni di cuoio per due anni.<br />Nel [[1945]] fugge salendo alla chetichella su un camion e nascondendosi dentro un sacco di mangime. Giunto in [[Ucraina]], [[Gigolò|a forza di dimenare il suo sodo culetto negli strip-club]] per [[Milf|signore infoiate]] riesce a racimolare abbastanza risparmi per fare ritorno in [[Italia]].<br />Tornato in patria, Rigoni Stern viene insignito della '''Medaglia di stagno al valore militare''' con la seguente motivazione:
[[Immagine:Fidel_Castro.jpg|thumb|200px|right|Mario in divisa da alpino durante la sua promozione da Sergente maggiore a Nulla tenente.]]
{{quote|Rigoni Mario da Asiago (VI) – Classe 1921 – Sergente 6° Alpini Btg. “VESTONE”<br />Sottufficiale volontario di alti sentimenti e bassainfima estrazione sociale, incurante del pericolo e dell'igiene intima, durante le operazioni di sganciamento da una trincea ormai indifendibile assumeva il comando di un plotone di fucilieri, caricandosi sulle spalle e portando in salvo due mortai d'assalto, un ufficiale assiderato, cinque soldati semplici e un mulo da soma.<br />Giunto arditamente sulla quota assegnata, e accortosi di aver lasciato in mano nemica un gallone di grappa, con grande rischio della propria vita e profusione di sonore bestemmie si lanciava a riconquistare il prezioso manufatto.<br />Fulgido esempio di eroico ardimento, folle ostinazione e sex-appeal montanaro.|}}
 
=== Lo svacco da dipendente statale e l'esordio come scrittore: [[Fancazzismo|due attività forse collegate fra loro]] ===
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