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{{Cit2|Se avessi veramente pudore, ti metteresti le mutande sulla bocca.|Marco Valerio Marziale su [[
{{Cit2|Solo tuo il bestiame, solo tuoi i campi, solo tua la casa… ma la moglie l’hai in comune con tutti.|Marco Valerio Marziale su [[gente come te]]}}
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{{Cit2|Potevo fare a meno dei tuoi occhi, potevo fare a meno della tua bocca, potevo fare a meno delle tue mani, potevo fare a meno del tuo ventre, potevo fare a meno del tuo culo… Insomma, Cloe, potevo fare a meno di te.|Marco Valerio Marziale tenta la poesia d’amore}}
{{Cit2|Hominem <
'''Marco Valerio Marziale''' (Bìlbilis, [[Spagna|Zapateria]], molto tempo fa - Stesso posto, stesso stato, un po’ meno tempo fa) fu uno scrittore, [[poeta]], [[drammaturgo]], [[leccaculo]] e accattone vissuto nella Roma del secondo impero e facente parte di quella corrente letterario-artistico-giropollicistica comunemente definita dagli studiosi come ''Latinità Argentea'', [[ma anche no]].
[[File:josie-maran.jpg|right|thumb|175px|Tipico [[esempio]] di [[Bella figa|Musa ispiratrice]] di Marziale.]]
==Carriera letteraria==
Figlio di madre sfortunata e padre ignoto, il piccolo Marziale venne affidato a dei tutori che, accortisi di avere a che fare con un bambino molto speciale, lo avviarono a studi tutt’oggi
Una volta giunto nella {{citnec|Città Eterna}}, a dispetto delle proprie origini extracomunitarie fece amicizia col giovane avvocato di simpatie leghiste [[Decimo Giunio Giovenale]] e venne da costui introdotto nel circolo spagnolo che faceva capo a [[Seneca]]<ref>Il fatto che Seneca fosse già morto è indice della grandissima ''vitalità'' di tale circolo.</ref>. In seguito a un’accorta quanto spontanea lettura delle opere filosofiche del Maestro, il giovane Marziale decise di avere un nuovo scopo nella vita: tradurne in esametri i preziosi insegnamenti. Tuttavia,
Scrisse così per un numero imprecisato di anni {{citnec|arguti}} libercoli di poesie che gli fecero ottenere un grandissimo successo nell’Urbe, ma pochissimi soldi in quanto il [[libraio]] gli aveva fregato i diritti. Il giovane amico Giovenale si mostrò provvidenziale per salvarlo dell’indigenza, insegnandogli la pratica della ''
[[File:Mausoleo romano con spazzatura davanti.jpg|left|thumb|200px|Le periferie della dorata [[Roma]]
Purtroppo, al di là delle soddisfazioni sportive, non riuscì mai a risalire la scala sociale: in seguito alla pubblicazione di un libro di epigrammi di [[Eufemismo|lodi sincere]], ottenne dall’imperatore [[Domiziano]] il diritto al sussidio riservato ai padri di tre figli, senza bisogno di bucare il preservativo nemmeno una volta. Insignito di cariche puramente onorifiche quali [[Presidente della Repubblica]], [[Patriarca della Chiesa Ortodossa]] e ''Aiutovicesegretario della Federazione Italiana Giuoco [[Cosa avrà voluto dire?|Ascholiasmòs]]'', fece una piazzata all’amico di sempre [[Plinio il Giovane]], che si risolse in un pronto ritorno di Marziale al [[Spagna|paese d’origine]].
L’attività di Marziale una volta tornato a Bìlbilis [[A nessuno importa|è poco nota]]. Si sa soltanto che frequentò una [[MILF|ricca vedova]] della quale non riuscì però ad approfittare perché morì prima lui.
Poco tempo prima di morire indirizzò una poesia a Giovenale (rimasto a Roma e divenuto la nuova stella cittadina della ''salutatio''), dicendosi dispiaciuto del fatto che il giovane amico fosse ancora costretto a consumarsi la toga su e giù per i colli dell'Urbe. {{Censura|Giovenale da parte sua rispose: meglio la toga che il culo.}}
==Studi critici==
Il valore della poesia <
In seguito a un recente simposio tenutosi presso l’[[Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano]], [[Qualcuno|Gian Biagio Conte]], [[Qualcun altro|Renato Badalì]], [[Mio cugino|Roberto Gazich]] e [[Roberto Giacobbo]] sono giunti alla conclusione che il cappuccino del bar di facoltà costa dieci centesimi in più rispetto a quello della ''Scuola <
==Curiosità==
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== Note ==
{{Note|2}}
{{Scrittori}}
{{Anticaroma}}
[[Categoria:Scrittori]]
[[Categoria:Burini]]
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