Marcel Duchamp: differenze tra le versioni

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La freddezza della critica convinse Duchamp dei limiti delle arti figurative tradizionali. Principalmente si convinse di essere lui stesso il limite, pertanto cambiò decisamente attività, diventando un [[robivecchi]]. Presto si accorse che gli incassi non erano più sufficienti per pagare la retta del [[pusher]] e che non aveva più scuse per guardare gratis le modelle nude. Fu così che divenne un robivecchi '''artista''': la mattina rovistava negli ''scrigni d'creatività'' prima che il camion della [[netturbini|nettezza urbana]] venisse a svuotarli, ne tirava fuori gli oggetti più inutili, li firmava, ci attaccava un cartellino con prezzi a [[millemila|sei zeri]] e li gettava in pasto agli stormi di collezionisti d'arte appollaiati sulla sua staccionata. Diventato finalmente famoso, poté sbizzarrirsi nella sua nuova idea di arte: il ''ready-made''. Sostanzialmente questo nuovo {{falso|processo artistico}} consisteva nel prendere qualcosa e esporlo in un [[museo]].
 
Tra la roba vecchia che raccattò ce n'era anche di proprio buona, che finalmente gli aprì le porte dell'ambiente artistico. E anche quelle del reparto rianimazione dell'ospedale locale, quando ne prese [[overdose|troppa in una volta sola]]. In quei giorni felici produsse molte delle sue opere più importanti, a partire dalla rivoluzionaria ''"Ruota di bicicletta"''<ref>[[File:Ruota di bicicletta Duchamp|200px]]</ref>: una ruota di bicicletta con un piedistallo di puro sgabello da cucina che ha segnato un '''punto di svolta''' nella [[storia]] dell'arte: grazie alla ruota sterzante, l'[[Arte]] poteva finalmente '''svoltare''' in curva.
 
Tali picchi di genialità non erano però compresi dal popolo bue, e fu così che molte delle sue opere maggiori furono gettate nella spazzatura dopo la prima esposizione museale da custodi talmente gretti ed ignoranti da scambiare ad esempio ''"Scolabottiglie"''<ref>[[File:Scolabottiglie Duchamp.jpg|200px]]</ref> per un semplice scolabottiglie,
 
 
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