Marcel Duchamp: differenze tra le versioni

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{{incostruzione}}
[[File:Nudo che scende le scale.jpg|right|thumb|270px|Il ''"Nudo che scende le scale"'', in cui la scala su cui si plasma la figura è pura forma, si innesta su se stessa, è contemporaneamente in salita ed in discesa, in infinito movimento, si fonde in una tautologica danza col soggetto, in un paradosso di Zenone in cui più la figura si divide, più sembra dividersi con la [[supercazzola|supercazzola prematurata come fosse antani]].]]
 
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Per non essere da meno dei fratelli intraprese anche lui la carriera artistica: i suoi inizi furono influenzati dall'[[Impressionismo]], nel senso che i suoi quadri facevano ''impressione''. In seguito, accortosi di saper disegnare troppo bene per il mercato dell'[[arte moderna]], seguì l'esempio di Picasso: tirare righe a [[caso]] e chiamarlo "[[Cubismo]]". Non appena si sparse la voce del cambiamento di stile, venne assediato da frotte di giovani modelle che se ne andavano in giro per casa sua [[nudo artistico|tutte nude]] nella speranza di finire in qualche quadro famoso. Mica scemo, Dudù!
 
Passava infatti lunghe giornate a guardarle passare con un pennello in una [[mano]] e l'[[masturbazione|altro pennello nell'altra]], e quando gli chiedendochiedevano cosa stesse facendo, lui rispondeva tutto rosso e sudato ''"Arte!"''. Da questa esperienza mutuò le sue caratteristiche pennellate ondulanti e sincopate, che confluirono nel suo celebre scarabocchio [[pornosoft]] ''"Nudo che scende le scale"'', una composizione dove lascivi volumi solidi si [[penetrazione|compenetravano]] come non ci fosse un domani. Quest'opera segnò nel [[1912]] il suo esordio in campo internazionale e provocò subito scandalo nell'ambiente artistico dell'epoca, abituato a quadri dipinti bene.
 
== I ready-made ==
[[File:Fontana di Duchamp.jpg|left|thumb|290px|''"Fontana"'', una delle più grandi opere del '900. Oggi, da qualche parte, in una qualche discarica del New Jersey, questo capolavoro da decine di milioni di [[euro]] giace sotto pile di di divani sfondati e pannoloni usati, gettato via per sbaglio. E per [[fortuna]].]]
 
La freddezza della critica convinse Duchamp dei limiti delle arti figurative tradizionali. Principalmente si convinse di essere lui stesso il limite, pertanto cambiò decisamente attività, diventando un [[robivecchi]]. Presto si accorse che gli incassi non erano più sufficienti per pagare la retta del [[pusher]] e che non aveva più scuse per guardare gratis le modelle nude. Fu così che divenne un robivecchi '''artista''': la mattina rovistava negli ''scrigni d'di creatività'' prima che il camion della [[netturbini|nettezza urbana]] venisse a svuotarli, ne tirava fuori gli oggetti più inutili, li firmava, ci attaccava un cartellino con prezzi a [[millemila|sei zeri]] e li gettava in pasto agli stormi di collezionisti d'arte appollaiati sulla sua staccionata. Diventato finalmente famoso, poté sbizzarrirsi nella sua nuova idea di arte: il ''ready-made''. Sostanzialmente questo nuovo {{falso|processo artistico}} consisteva nel prendere qualcosa e esporlo in un [[museo]].
 
Tra la roba vecchia che raccattò ce n'era anche di proprio buona, che finalmente gli aprì le porte dell'ambiente artistico. E anche quelle del reparto rianimazione dell'ospedale locale, quando ne prese [[overdose|troppa in una volta sola]]. In quei giorni felici produsse molte delle sue opere più importanti, a partire dalla rivoluzionaria ''"Ruota di bicicletta"''<ref>[[File:Ruota di bicicletta Duchamp.jpg|210px]]</ref>: una ruota di bicicletta con un piedistallo di puro sgabello da cucina che ha segnato un '''punto di svolta''' nella [[storia]] dell'arte: grazie alla ruota sterzante, l'[[Arte]] poteva finalmente '''svoltare''' in curva.
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Stanco di non essere compreso, si diede a forme d'arte più immediate e popolari, come il [[cinema]] o la prostituzione ''artistica'', come mostra la [[immagini|foto]] a destra.
 
Pubblicò dunque il suo primo cortometraggio, ''Anemic cinema'', che mostra delle avvincenti trottole ricoperte di frasi [[nonsense]] che girano su un piano [[nero]] per sette intensissimi minuti, e il bello è che chiunque avrebbe potuto gustarsi questa elettrizzante esperienza in qualsiasi cinema del mondo per soli 8,50[[euro|€]]! Ma qualcosa andò storto e per qualche motivo ancora misterioso, il [[film]] scavò le classifiche e vendette soli tre biglietti: due ad una coppia di amanti che cercavano un posto deserto dove consumare l'[[corna|adulterio]] in tutta sicurezza e l'altro ad un [[critico]] che ne uscì col collo slogato a forza di girarlo per cercare di leggere le scritte sulle trottole.
 
== Il periodo maturo ==
 
NonIl [[genio]] di Duchamp nel fregare tutti quanti facendosi passare per semidio dell'arte underground stava ormai scricchiolando, e non contento della sua fama d'artista, la abbandonò totalmente per giocare a [[scacchi]]. Fu preso nella Nazionale [[Francia|francese]] perché fondata da lui stesso, ottenendo buoni risultati, come il pareggio fuori casa con il [[Belgio]] e la vittoria ai rigori contro il [[Malawi]].
[[File:Uomo cesso.png|thumb|right|250px|Un [[fanboy]] di Duchamp]]
 
Tuttavia, stregato dal [[cocktail]] di scampi a 4.99$ e dalla mancanza di vere assicurazioni sanitarie, Duchamp smise di giocare a scacchi e si trasferì negli [[Stati Uniti]]. Qui conobbe il suo grande amico [[Man Ray]], [[stalker]] e [[paparazzo]] di fama mondiale. La collaborazione tra i due arricchì entrambi gli artisti: Ray insegnò a Duchamp la sua ricetta per la [[cheesecake]], mentre Duchamp diede venti dollari all'americano dopo aver perso con lui una [[scommessa]].
== Il periodo maturo ==
 
Più o meno in questo periodo Duchamp inizia a lavorare alla sua opera più grande, su cui si impegnerà per trent'anni e che lascerà definitivamente incompiuta: il progetto della [[Salerno-Reggio Calabria]], detto anche ''"Il grande vetro"''.
È evidente il [[genio]] di Duchamp nel fregare tutti quanti facendosi passare per semidio dell'arte underground.
 
== Il grande vetro: analisi di un'opera ==
Non contento della sua fama d'artista, la abbandonò totalmente per giocare a [[scacchi]]. Fu preso nella Nazionale [[Francia|francese]] perché fondata da lui stesso, ottenendo buoni risultati, come il pareggio fuori casa con il [[Belgio]] e la vittoria ai rigori contro il [[Malawi]].
 
[[File:Grande vetro Duchamp.jpg|left|thumb|780px|Clicca sull'immagine per ingrandire]]
Tuttavia, stregato dal [[cocktail]] di scampi a 4.99$ e dalla mancanza di vere assicurazioni sanitarie, Duchamp smise di giocare a scacchi e si trasferì negli [[Stati Uniti]]. Qui conobbe il suo grande amico [[Man Ray]], [[stalker]] e [[paparazzo]] di fama mondiale. La collaborazione tra i due arricchì entrambi gli artisti: Ray insegnò a Duchamp la sua ricetta per la [[cheesecake]], mentre Duchamp diede venti dollari all'americano dopo aver perso con lui una [[scommessa]].
L'opera si compone di due imponenti lastre di [[plexigas]] cristallino che contengono sottili lamine di [[metallo]] dipinto, inserti in tessuto e lucine natalizie per abbellire il [[tutto]]. Da notare come nella complessità dell'opera [[nulla]] è ciò che sembra, per esempio lo svincolo di Gioia Tauro è rappresentato da un crepone trasversale creatosi casualmente nel vetro e lasciato lì dall'artista come "segno del [[destino]]". Ad un'analisi più attenta, tuttavia, essa si rivela un'opera d'arte talmente sporcacciona che a confronto il ''Nudo che scende le scale'' portava il [[burqa]]. Il titolo originale dell'opera è ''"La Mariée mise à nu par ses Célibataires, même"'', cioè ''"La Sposa messa a nudo dai suoi Scapoli, [[meme]]<ref>In origine doveva esserci un [[rage comics|:ForeverAlone:]] in basso a destra per simboleggiare la condizione esistenziale di [[morto di figa|morti di figa]] degli Scapoli</ref>"''
 
L'opera si divide in due parti, come un dittico [[Rinascimento|rinascimentale]] o un [[gattino]] segato a metà: in basso sta il [[mondo reale]], o "dei fatti", mentre in alto sta il [[iperuranio|mondo delle idee]] o "delle pugnette". In basso a sinistra possiamo infatti notare i nove pretendenti della [[sposa]], che sarebbe quella specie di ammasso di metallo in alto a [[sinistra]] molto sexy. Gli scapoli sono ridotti a manichini messi in moto rotosussultorio da un meccanismo che simboleggia il loro affannarsi invano e il [[onanismo|movimento della loro mano]] quando pensano alla Sposa; il meccanismo spinto da una macina di [[cioccolato|cacao]] che rappresenta la dolcezza ed il desiderio erotico.
Più o meno in questo periodo Duchamp inizia a lavorare alla sua opera più grande, su cui si impegnerà per trent'anni e che lascerà definitivamente incompiuta: il progetto della [[Salerno-Reggio Calabria]]. L'opera si compone di due imponenti lastre di [[plexigas]] cristallino che contengono sottili lamine di metallo dipinto, inserti in tessuto e lucine natalizie per abbellire il tutto. Da notare come nella complessità dell'opera nulla è ciò che sembra, per esempio lo svincolo di Gioia Tauro è rappresentato da un crepone trasversale creatosi casualmente nel vetro e lasciato lì dall'artista come "segno del destino".
 
Dagli scapoli partono nove schizzi che rappresentano degli schizzi di [[sburro]] e nient'altro. Sul serio. La libido, sotto forma di [[sperma]], passa dunque attraverso sette setacci che alludono all'amore purificante e ai calzini che gli Scapoli usano come surrogato della Sposa. In basso a destra, nel secondo pannello, ci doveva essere una specie di tubo pieno di spruzzi da cui il ''desiderio'' [[eiaculazione|schizzava]] verso la Sposa, ma Duchamp lasciò questa parte per ultima perché a lui piaceva di più la [[sinonimi di vagina|gnagna]]. Da qui gli schizzi volavano verso l'alto, entravano nel [[cielo]] dei sogni bagnati, per poi mancare il bersaglio e spiattellarsi in alto a destra, dove ci sono i nove buchi di proiettile. Gli Scapoli, a forza di fare tanti giri nel mondo reale o ''"dei fatti"'', hanno dunque mancato il bersaglio collocato nel mondo delle idee o ''"delle pugnette"''. La morale dell'opera è dunque '''più fatti e meno pugnette'''.
 
A completare questo [[quadro]] desolante c'è poi la nuvoletta in alto che rappresenta i loro sogni, con tre riquadri che dovevano essere occupati dalle [[pornografia|immagini zozze]] con cui gli Scapoli si sarebbero consolati. Al centro del pannello superiore c'è poi un'allevamento di [[polvere]], [[sì|perché sì]].
 
Mentre Marcel lavorava a quest'opera, la sua fama si diffuse improvvisamente su tutto il globo per motivi tanto comprensibili quanto le sue opere. Espose quindi il Grande Vetro non ancora ultimato e ricevette grandi complimenti da parte di tutti i visitatori. I custodi del museo conoscevano la brutta fine che avevano fatto molti ''ready made'' di Duchamp e per questo impacchettarono e trasportarono con grande cura l'[[estintore]] appeso alla parete dietro al Grande Vetro e gettarono nell'immondizia la vera opera, credendo che fosse una specie di vetro a protezione di quell'ardita scultura a forma di estintore. Duchamp recuperò il Grande Vetro nell'apposito cassonetto della raccolta differenziata, constatò che ormai era tutto crepato ed impossibile da terminare e, rottosi i [[coglioni]] dell'arte, dedicò il resto della vita agli scacchi.
 
Attualmente l'opera è usata come spaventapasseri nell'orto di [[Vittorio Sgarbi]].
 
== Vecchiaia e morte ==
Nonostante tutto questo, muore di indigestione in un paesino sperduto della [[Francia]] e attualmente decompone in un [[cimitero]], dimostrando chiaramente a tutto il mondo di non essere un [[superuomo]] o una [[pornostar]].
 
[[File:Etant donnes.jpg|right|thumb|320px|Etant donnes, visto dallo spioncino, in memoria dei suoi tempi d'oro da guardone nei bordelli di [[Parigi]].]]
Per quanto cercasse di nascondersi nei musei più remoti, come quello della [[grammatica]] finlandese, Marcel era ormai perseguitato da orde di [[fanboy]] che pretendevano di farsi [[autografo|autografare]] i loro pisciatoi<ref>[[File:Uomo cesso.png]]</ref> con la speranza di rivenderli a milioni di [[dollari]] e da giovani artisti che lo imploravano di insegnare loro il metodo per trasformare la [[merda]] in [[oro]]; uno solo di loro fu così assillante da scucire al Maestro il grande segreto, e il suo nome è [[Piero Manzoni]]. Capitava addirittura che durante i tornei internazionali di [[scacchi]] gli avversari fuggissero a metà partita portandosi via la scacchiera e urlando ''Evvai, ho un ready made di Duchamp!''
 
Era troppo. Fu così che dedicò il resto della sua [[vecchiaia]] alla creazione dell'opera più schifosamente realista di sempre: ''"Etant donnes"''.
 
Per trenta lunghi [[anno|anni]] passò le sue giornate rinchiuso in uno sgabuzzino chiuso a chiave dicendo alla [[moglie]] che in realtà se ne andava a [[Narnia]], e scolpì una statua perfetta di una bellissima [[donna]] che poi ricoprì di vera pelle di [[maiale]] depilata e truccata; ci lavorò sopra finché non divenne più morbida e trombabile di una donna vera, la mise distesa su un letto di rami veri su cui ogni foglia era disposta con criterio, mise in mano alla statua una lampada vera per illuminarla nel modo ideale, dipinse uno sfondo più realistico di qualsiasi fotografia di allora e la rinchiuse in un cassone nel quale si aprivano solo due spioncini per contemplare l'opera senza modificare l'atmosfera interna, la cui composizione chimica era studiata per essere la più realistica possibile, il tutto corredato di un meccanismo mosso da uno [[schiavo]] nero che generava vento e un illuminazione uguale a quella data dal sole a quell'ora del giorno.
 
{{quote|E ADESSO CHI È QUELLO DEL PISCIATOIO FIRMATO? EH?! PROVA A RIPETERLO SE NE HAI IL CORAGGIO, VECCHIA PUTTANA!|Marcel Duchamp, appena finito Etant Donnes, mentre strangola la moglie.}}
 
 
 
 
Nonostante tutto questo, muore di indigestione in un paesino sperduto della [[Francia]] e attualmente decompone in un [[cimitero]], dimostrando chiaramente a tutto il mondo di non essere un [[superuomo]] o una [[pornostar]]qualche scultura d'avenguardia.
 
== Voci correlate ==
 
*[[ManualiNonbooks:Realizzare un'opera d'arte dal significato profondo]]
*[[Merda d'artista]]
*[[Piero Manzoni]]
 
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== Note ==
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